Mercoledì, 03 Dicembre 2014 18:20

"SpazioIdee": il bando della discordia, tra smart city e politiche sociali

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Lo scorso 28 novembre, attraverso una nota, il Comune dell'Aquila ha comunicato alla città di aver presentato un progetto per il bando "MeetYoungCities: Social Innovation e partecipazione per i giovani dei comuni italiani", indetto da Ifel (Fondazione Istituto per la Finanza Locale), nell’ambito della convenzione stipulata con l'Ang (Agenzia Nazionale Giovani) e con l’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani).

Il progetto, chiamato "SI - SpazioIdee" è stato presentato, come prevede il bando, dal Comune dell'Aquila come capofila, coadiuvato da alcune associazioni partner: Coordinamento delle Associazioni Disabili, FabLabaq, L'Aquila che rinasce, Policentrica, Re-generation, Socioplan, Tecla e Viviamolaq. "Spazio Idee" prevede che vengano intraprese azioni volte a facilitare la programmazione di spazi pubblici, servizi e interventi a valore aggiunto in ambito cittadino e che vengano attuati meccanismi di inclusione e partecipazione dei giovani, con particolare riferimento a quelli appartenenti alle categorie sociali cosiddette deboli. Il tutto, ovviamente, sarà realizzato solo una volta vinto il bando e ricevuto il finanziamento chiesto: 125mila euro, richiesti dall'Ufficio smart city del Comune dell'Aquila (Settore ambiente e partecipate), facente parte dell'assessorato alle Opere pubbliche, presieduto da Alfredo Moroni.

Nel comunicato stampa seguente all'approvazione della delibera di giunta con cui si mette nero su bianco l'adesione del Comune dell'Aquila alla richiesta di finanziamento, si legge che "per rispondere al suddetto avviso, il Comune, attraverso il Settore Ambiente e Partecipate, Ufficio Smart City, ha coinvolto nella redazione della proposta progettuale, il Coordinamento delle Associazioni Disabili, FabLabaq, L'Aquila che rinasce, Policentrica, Re- generation, Socioplan, Tecla e ViviamolAq".

La modalità, presunta, di coinvolgimento di alcune associazioni da parte del Comune ha fatto storcere il naso al gruppo civico di opposizione Appello per L'Aquila che, oggi, ha diramato una nota [leggi la nota completa nell'appendice] in cui contesta le suddette modalità: "Come sono state selezionate - si chiede Appello per L'Aquila - e in base a quali criteri, le suddette associazioni? Perché non è stata resa pubblica la volontà, da parte dell'Ufficio Smart City, di voler partecipare ad un bando che prevede un finanziamento pubblico e un partenariato con associazioni del territorio? E, ancora, perché in un progetto in cui sono centrali i temi dei giovani e della partecipazione sono clamorosamente assenti gli assessorati alle politiche giovanili e alla partecipazione e si è lasciato tutto in mano all'Assessore con delega alla smart city?".

Domande, quelle poste da ApL, cui abbiamo tentato di dare una risposta anche perché, in effetti, nella nota seguente alla riunione di giunta spiccava l'assenza di due assessorati fondamentali, quando si parla di giovani e partecipazione: quello alle Politiche sociali e giovanili (Emanuela Di Giovambattista) e quello alla Partecipazione (Fabio Pelini).

"Credo che quando si parli di partecipazione, quest'ultima debba essere inclusiva - ha dichiarato Emanuela Di Giovambattista ai microfoni di NewsTown - ci sono tantissime associazioni giovanili sul territorio, e anche tanti singoli non associati, che andrebbero coinvolti. Anche se ovviamente più faticoso, il criterio di inclusività dev'essere centrale. L'Assessorato che presiedo non ha aderito al progetto perché avremmo voluto includere il più possibile". Inoltre, come sottolinea la stessa Assessora, i tempi per la presentazione della domanda al bando sarebbero stati strettissimi.

Raggiunto telefonicamente, l'assessore al Patrimonio con delega alla smart city Alfredo Moroni ha smentito seccamente le accuse di Appello per L'Aquila: "Gli uffici hanno agito perfettamente, nel pieno rispetto delle normative e anche del mondo associativo", ha affermato, rimandando agli stessi uffici la responsabilità della scelta delle associazioni partner.

Una responsabilità rispedita al mittente anche da parte di Paola Giuliani, dirigente comunale del settore: "A seguito della pubblicazione del bando alcune associazioni hanno scritto al Comune dell'Aquila chiedendoci di far da capofila, come prevedeva il bando stesso - ha risposto a precisa domanda - abbiamo ricevuto le associazioni e lavorato insieme a un progetto unitario, che poi abbiamo presentato. Ora vedremo se lo finanzieranno". Dunque, a sentire la dirigente, il percorso sarebbe stato inverso rispetto a quello esplicitato nel comunicato stampa del Comune dell'Aquila: le associazioni hanno segnalato il bando e coinvolto il Comune nel progetto, non il contrario.

Tutto lecito, naturalmente, dal punto di vista della procedura: "Non abbiamo fatto nessuna cernita - sottolinea - chiunque poteva e può aderire ancora oggi: basta che qualche associazione ce lo chieda e noi le inseriremo nel progetto". Un progetto, però, già redatto e quindi non modificabile, perché già inviato alla commissione che valuterà l'eventuale finanziamento.

"Non eravamo tenuti a fare nessuna manifestazione di interesse - precisa Giuliani - ci hanno semplicemente chiesto di farci portavoce di una progettazione e noi abbiamo accolto di buon grado la richiesta. Non era una gara pubblica e l'ufficio ha tenuto un atteggiamento assolutamente corretto".

A tal proposito abbiamo sondato anche nel mondo associativo, all'interno del quale in pochi sanno del progetto presentato dal Comune: "Quello che mi incuriosisce di questa vicenda - evidenzia Giancarlo Gentilucci dell'associazione Arti e Spettacolo, da anni attiva nell'ambito teatrale con spettacoli e laboratori nelle scuole - è che, pur avendo il Comune diversi elenchi e albi di associazioni attive nel campo della cultura e del sociale, non viene mai data massima conoscenza di queste opportunità. Non mi sembra il massimo della trasparenza, come viene puntualmente ribadito a ogni occasione. L'Assessorato al Sociale sapeva qualcosa? Non rivendico la partecipazione per la mia associazione, ma per tutte quelle di giovani, che in questi anni hanno fatto qualcosa per la città. Visto che si parla di spazi e partecipazione, poteva ad esempio essere un'occasione per le realtà presenti nell'Asilo Occupato".

La struttura di Viale Duca degli Abruzzi è stata al centro del dibattito pubblico nelle settimane scorse: il Comune dell'Aquila ha definitivamente scelto l'ex asilo nido comunale come destinazione dei cosiddetti "Fondi Meloni" (2 milioni di euro), che saranno utilizzati per la ristrutturazione post-sisma dell'edificio, in attesa di capire cosa ci andrà dentro. Sicuramente l'ambito sarà quello sociale, come prevede il decreto che ha dato vita ai fondi. Bisognerà capire come si muoverà il Comune e quali sono le possibili definizioni di "sociale".

Altrettanto certamente, il progetto "SI - Spazio Idee" prevede la progettazione partecipata di spazi destinati alla "innovazione sociale", e quindi l'ex asilo nido potrebbe essere sede del progetto, una volta finanziato. Anche se, in tal senso, tutto dipenderà da quando inizieranno e finiranno i lavori per lo stabile. Il bando, infatti, prevede una tempistica precisa di realizzazione del progetto, che non potrebbe coincidere con l'ipotesi dell'edificio ora occupato. Si parla, perciò, dell'ipotesi di uno stabile nei pressi del Parco del Sole. Ad ogni modo, parliamo di ipotesi percorribili, perché occorrerà vedere se e quando il progetto verrà finanziato.

A prescindere dall'ineccepibilità delle procedure amministrativo-burocratiche, rimangono alcuni dubbi su come - nella prassi - l'amministrazione Cialente continui a intendere la partecipazione a modo proprio. In tutto il comprensorio, infatti, sono diverse le associazioni, i collettivi e, non ultimi, i singoli che in questi anni si sono adoperati per il sociale e la cultura. Alcuni di questi soggetti possono presentare curricula spaventosi per quantità e qualità di progetti, iniziative, eventi e processi di partecipazione reali attivati, che hanno coinvolto migliaia di persone.

[Appendice] La nota del gruppo in consiglio comunale Appello per L'Aquila

I meccanismi di azione dell'amministrazione Cialente ci lasciano ogni giorno più esterrefatti. A prescindere dalle boutade del Sindaco sulla smart city - all'Aquila, prima delle parole vuote, servono corse frequenti e puntuali di autobus e raccolta differenziata efficiente, per esempio - ci chiediamo quale sia stato il percorso che ha portato alla presentazione del progetto "Si - Spazio Idee" in risposta al bando europeo "MeetYoungCities: Social innovation e partecipazione per i giovani Comuni italiani”, progetto che vede il Comune dell'Aquila capofila di una cordata di associazioni partner.

Nella nota con la quale la Giunta comunale ha annunciato l'approvazione della partecipazione del Comune al bando si legge che "per rispondere al suddetto avviso, il Comune, attraverso il Settore Ambiente e Partecipate, Ufficio Smart City, ha coinvolto nella redazione della proposta progettuale, il Coordinamento delle Associazioni Disabili, FabLabaq, L'Aquila che rinasce, Policentrica, Re- generation, Socioplan, Tecla e ViviamolAq".

Come sono state selezionate, e in base a quali criteri, le suddette associazioni? Perché non è stata resa pubblica la volontà, da parte dell'Ufficio Smart City, di voler partecipare ad un bando che prevede un finanziamento pubblico e un partenariato con associazioni del territorio? E, ancora, perché in un progetto in cui sono centrali i temi dei giovani e della partecipazione sono clamorosamente assenti gli assessorati alle politiche giovanili e alla partecipazione e si è lasciato tutto in mano all'Assessore con delega alla "smart city"?

Queste le domande che ci siamo posti leggendo la delibera di Giunta, che ignorando consapevolmente gli elenchi comunali delle associazioni culturali e di promozione sociale ha arbitrariamente coinvolto solo alcuni soggetti. Il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati avrebbe magari portato con il loro apporto ad un progetto migliore con maggiore possibilità di essere finanziato.

Come già detto è inoltre gravissima l'attribuzione della competenza, soprattutto perchè in poco tempo siamo al secondo caso analogo: già nel recepire in bilancio i 2 milioni dei cosiddetti "Fondi Meloni", destinati dalla Regione alle politiche sociali, questa amministrazione ha ignorato l'assessorato competente indirizzando i fondi all'Assessorato al Patrimonio, lo stesso che detiene la delega alla smart city. Una modalità che si reitera in maniera dubbia se non sospetta. Anche perché la pratica dei "Fondi Meloni" era stata seguita negli anni dall'allora Assessora alle Politiche sociali Stefania Pezzopane e anche in quel caso era previsto il recupero di uno spazio di proprietà comunale.

Viene da pensare che mutando il peso specifico degli assessori cambino anche le loro competenze nella gestione dei fondi. Ma che modo di amministrare è?

Ci aspettiamo risposte chiare, che probabilmente non arriveranno, perché l'amministrazione Cialente ha nell'ambiguità un tratto distintivo.
Continueremo a dare battaglia dentro e fuori il Consiglio comunale fino a quando su questa vicenda non verrà fatta massima chiarezza.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 03 Dicembre 2014 20:09

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