Che Paolo Aielli e la squadra di coordinatori e consulenti scelti per gestire l'Ufficio speciale per la ricostruzione fossero considerati dall'amministrazione un intralcio piuttosto che una risorsa non è affatto un mistero. Anzi, i due anni di gestione dell'ex manager di Finmeccanica hanno raccontato di parecchi screzi con il sindaco Cialente e i suoi assessori.
E non è un caso che Aielli sia letteralmente scappato dall'Aquila, ad un anno dalla scadenza del contratto, senza preoccuparsi dell'impasse in cui avrebbe lasciato l'ufficio. Così come non è un caso che l'amministrazione, pur di liberarsi dell'ingombrante presenza del titolare dell'Usra, abbia rinunciato persino a chiedere il rispetto del preavviso previsto nel contratto, anche se non aveva ancora discusso con il Governo il profilo del possibile sostituto.
Una scelta che è costata ben quattro mesi di paralisi assoluta.
Eppure, nessuno aveva denunciato che l'Ufficio fosse al collasso da tempo. Al contrario, abbiamo ascoltato spesso proclami ottimistici, "ricostruiremo il centro storico entro il 2017", e appelli al Governo per avere fondi freschi da investire, visto che la macchina era finalmente in moto, "vengono istruite pratiche per 100milioni al mese", ma non aveva abbastanza benzina. Ora, scopriamo invece che l'organizzazione dell'Ufficio speciale era un disastro, che i consulenti si presentavano a lavoro giusto un paio di giorni a settimana, che le parametriche parte seconda sono rimaste chiuse in un cassetto, che i progetti per la ricostruzione delle frazioni non sono stati neppure sfogliati.
"Il blocco non nasce il 1 ottobre", ha sottolineato qualche giorno fa il sindaco Massimo Cialente. "Era completamente sbagliata l'organizzazione che era stata data da Aielli a dai costosissimi consulenti. Si è lacerato un velo che sta svelando una realtà incredibile ed inaccettabile. Stiamo correndo ai ripari. Poi chiariremo chi dovrà assumersi le responsabilità e trarne immediatamente le conseguenze. Adesso l'imperativo è recuperare il tempo gettato alle ortiche".
Parole condivise dall'assessore alla ricostruzione, Pietro Di Stefano: "La verità è che non è uscito neanche un progetto, mentre il vecchio titolare Aielli, parlava di pratiche approvate per cento milioni al mese", è sbottato in una dichiarazione rilasciata a 'Il Messaggero'. "All'Usra ci sono consulenti che vengono in ufficio uno o due volte a settimana, pagati cento mila euro. È una vergogna, un insulto per chi non arriva a fine mese. O vengono tutti i giorni a lavorare, oppure vadano a casa".
Verrebbe da porsi una domanda, banale forse, decisiva però: se è vero che l'Usra era un tale disastro, possibile che l'amministrazione comunale non si sia accorta di quanto stava accadendo? Come mai non si è inteso intervenire, discutendo con il Governo una organizzazione che fosse più funzionale alla ricostruzione? A leggere le dichiarazioni dei mesi passati, si evincono gli scontri sulle competenze dell'Usra nei processi della ricostruzione, i fastidi dell'amministrazione per le interferenze di Aielli, mai però è stata denunciata la paralisi delle pratiche. Anzi.
La sensazione è che si stia giocando un'altra partita: l'amministrazione comunale non ha mai digerito il 'commissariamento' mascherato imposto dall'allora ministro Barca con l'istituzione degli Uffici speciali. Non ha mai sopportato le ingerenze dell'Usra e, dunque, sta tentando di riportare nell'alveo del suo controllo l'attività dell'ufficio. Di Stefano - in un'altra dichiarazione, a 'Il Centro' - è stato chiarissimo: "Il nuovo titolare dell'Ufficio speciale dovrà rispondere del proprio operato direttamente al Comune dell'Aquila. Altrimenti gli sarà interrotto il contratto". L'Usra ha un solo compito, ha sottolineato l'assessore: "Portare avanti la ricostruzione. Sostituisce quello che era la filiera nell'esame delle schede parametriche e dei progetti. Quindi l'attuale normativa va cambiata, vanno eliminate tutte le ambiguità".
Eccolo, il punto. L'amministrazione vorrebbe modificare la normativa per sciogliere i nodi del controllo dell'Usra. E così, gestire direttamente la ricostruzione. Il regolamento istitutivo dell'Usra chiarisce che l'ufficio ha tra i suoi compiti la cura dell'istruttoria finalizzata all'esame delle richieste di contributo per la ricostruzione degli immobili privati, la cura della promozione e dell'assistenza tecnica alla ricostruzione pubblica e privata, la definizione dei piani e il coordinamento degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo del territorio, attestandone la congruità economica.
La "particolare autonomia" degli Uffici - d'altra parte - si evince sia dal decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 20 ottobre 2012, sia dalla nota n.166 del 25 gennaio 2013 della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In altre parole, stando all'attuale normativa, l’Usra non ha soltanto il compito di istruire i progetti privati per avviarli al finanziamento pubblico. Nell’ambito della governance della ricostruzione, la legge assegna agli uffici speciali delle competenze molto più ampie della mera istruttoria di pratiche, ovvero la promozione della qualità dei progetti, il monitoraggio finanziario e di attuazione, l’informazione al pubblico e il controllo sui lavori in corso. Al contrario, per il nuovo corso, l'amministrazione vorrebbe che queste attività fossero accantonate in favore dell’unico compito che viene riconosciuto all’ufficio, ovvero quello di ammettere più progetti possibili a finanziamento.
In questo senso possono leggersi le semplificazioni dei controlli esercitati sui progetti, in particolare sulle parametriche parte seconda, apportate dal titolare ad interim Carlo Pirozzolo e applaudite dagli ordini professionali. Elio Masciovecchio, presidente dell'Ordine degli Ingegneri, ha parlato di "svolta attesa da tempo, che darà il via alla ricostruzione del centro storico. Aielli - ha spiegato - aveva posto lacci e lacciuoli anche sui progetti che erano consoni al limite delle schede parte prima. Le nuove direttive tendono a semplificare enormemente la procedura".
Sarà la via giusta? Considerata la cronica assenza di atti capaci d'incidere davvero sulla efficacia e sulla qualità della ricostruzione - si pensi al piano di ricostruzione, al piano regolatore generale, alla programmazione degli interventi, ai progetti di ristrutturazione urbanistica - non si rischia così di affrontare la ricostruzione come una semplice sommatoria di interventi edilizi incapace di proporre una città migliore e un modello innovativo di sviluppo?
Staremo a vedere. Molto dirà la scelta del successore di Paolo Aielli: a meno di ulteriori ritardi, il nome dovrebbe arrivare entro la metà di febbraio. Si sta lavorando ad una rosa di cinque nomi, scelti tra la trentina di curriculum pervenuti, che andranno poi discussi con il Governo. Soltanto allora capiremo se è prevalsa la posizione del Comune dell'Aquila e se verrà dunque scelto un titolare che interpreterà il ruolo così come vorrebbe l'amministrazione.
Tra i candidati, c'è anche il segretario generale del Comune Carlo Pirozzolo, attuale titolare ad interim.