Cgil, Cisl e Uil abruzzesi non hanno mancato di sollecitare al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, presente a Pescara nel recente convegno sulle politiche sociali, i nuovi interventi governativi e le azioni di sostegno di cui la nostra regione ha bisogno per superare la crisi economica e sociale che negli ultimi anni ha riportato l’Abruzzo vicino alle regioni meridionali, che è costata 54mila posti di lavoro, una disoccupazione raddoppiata (quella giovanile è arrivata al 42%) e una cassa integrazione che nel 2014 ha superato 33 milioni di ore.
"Una situazione resa ancora più pesante dal fatto che all’Abruzzo non solo non viene riconosciuta la crisi in cui si dibatte - hanno sottolineato Gianni Di Cesare (Cgil), Maurizio Spina (Cisl) e Roberto Campo (Uil) - ma paradossalmente, nonostante il riconoscimento di regione in transizione, subisce una perdita di 321 milioni di euro rispetto alla Programmazione Europea 2007-2013. Circa il Fondo sociale europeo, in particolare, abbiamo avuto il taglio più rilevante fra tutte le regioni italiane (oggi ci sono 142,5 milioni, prima 316 milioni), per i fondi ex Fas/Fsc siamo nella totale incertezza e nessuna compensazione governativa è arrivata rispetto ai tagli europei, nonostante le promesse. In forte difficoltà inoltre è lo stesso bilancio della Regione Abruzzo per il rientro dal debito di 455 milioni, mentre un ulteriore taglio superiore ai 100 milioni è stato deciso con l’ultima manovra del governo".
Rispetto a tutto ciò, Cgil Cisl e Uil abruzzesi hanno proposto al ministro Poletti e al governo alcune iniziative che potrebbero almeno parzialmente aiutare la regione e la ripresa del lavoro.
Nel dettaglio:
- i finanziamenti che il nuovo Fondo Sociale Europeo destina all’Abruzzo vanno reintegrati dei circa 174 milioni che mancano rispetto alla vecchia programmazione, decidendo una volta per tutte quale tipo di programmazione europea dare alla nostra regione;
- va affrontata l’emergenza dei lavoratori in cassa integrazione in deroga (circa 5000), le cui indennità sono state pagate soltanto fino ad aprile 2014 e per i quali servono almeno altri 35 milioni di euro;
- per quanto concerne infine il collocamento pubblico, tutte le organizzazioni sindacali considerano decisiva la sua riforma in una regione con evidenti ritardi e inefficienze rispetto alle altre, sicché c’è bisogno di riorganizzare rapidamente anche sul territorio (oltre che a livello nazionale) il sistema del collocamento al lavoro.
Di fronte alle proposte sindacali, il ministro del Lavoro e del Sociale si è impegnato a verificare strade possibili per sostenere il rilancio dell’Abruzzo e la copertura della cassa integrazione in deroga. Impegni sui quali Cgil Cisl e Uil abruzzesi intendono tuttavia incalzare il governo affinché le promesse diventino rapidamente iniziative concrete.