Sabato, 21 Febbraio 2015 07:50

"Gravi irregolarità" nel bilancio: Corte dei Conti "bastona" Asl L'Aquila

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"Gravi irregolarità" nella gestione economica e amministrativa. La Corte dei Conti abruzzese redarguisce severamente la Asl 1 L'Aquila-Avezzano-Sulmona, in una relazione deliberata il 12 febbraio scorso dalla Camera di consiglio del tribunale contabile, presieduto da Maria Giovanna Giordano.

Il documento, intitolato "Relazione sulla gestione economica e sulla situazione patrimoniale al 31 dicembre 2013 dell'Azienda sanitaria locale 01 Avezzano Sulmona L'Aquila della Regione Abruzzo", è molto articolato e analizza i molteplici aspetti tecnici del bilancio di esercizio 2013 della Asl aquilana, presieduta dal direttore generale Giancarlo Silveri.

La Corte dei Conti ha riscontrato irregolarità nella tenuta delle scritture contabili, in particolare per il mancato aggiornamento dei libri cespiti, ossia i registri dei beni materiali e immateriali utilizzati dall'azienda nell'arco di più esercizi contabili, e dunque duraturi nel tempo. Ha inoltre rilevato "gravi irregolarità" nell'ambito del controllo amministrativo degli atti dell'Ente, e il "mancato rispetto dell'obbligatorietà dell'allegazione al bilancio di esercizio dei prospetti delle entrate e delle uscite dei dati Siope" (il Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici). Ci sono poi altre due questioni sollevate dalla Corte: il mancato raggiungimento dell'obiettivo della riduzione del 10% del valore dei contratti e delle connesse prestazioni di beni e servizi, e il mancato accertamento "a campione" dell'esistenza fisica dei principali beni materiali. Sono varie e definite "gravi", insomma, le irregolarità imputate dalla Corte all'Azienda sanitaria locale della provincia aquilana.

Tra le diverse contestazioni, ci sarebbe anche la mancata risposta sulla verifica dell'esistenza di contratti di acquisto di beni e servizi superiore del 20% ai prezzi di riferimento elaborati dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. In altre parole, le leggi sulla spending review, infatti, hanno obbligato la pubblica amministrazione a proporre ai fornitori la rinegoziazione dei contratti di acquisto di beni e servizi, i cui prezzi siano superiori (oltre il 20%) a quelli di riferimento dell'Autorità che vigila sulle spese delle aziende pubbliche. In questo caso, la Asl, sollecitata dall'Autorità, non avrebbe fornito risposte in merito alla rinegoziazione con i fornitori, ma si sarebbe difesa in un secondo momento affermando di non aver riscontrato l'esistenza di contratti difformi dai parametri di riferimento dell'Autorità.

Il tribunale ha elaborato la relazione in base a quella del collegio sindacale dei revisori dei conti dell'Azienda, e ha dedotto delle osservazioni, anche riferendosi al contraddittorio fornito dalla Asl dopo le richieste di chiarimenti da parte degli stessi revisori. La Corte ha dato due mesi di tempo alla Asl per il riesame delle considerazioni fatte, al fine di "correggere le criticità emerse, adottando, dove possibile, le misure correttive, e dandone conto alla Corte e alla Regione Abruzzo". Insomma, sono state chieste spiegazioni per le presunte irregolarità, chiedendo chiarimenti anche in merito ad alcune considerazioni "negative" del collegio dei revisori. La relazione è stata inviata al presidente della Regione e commissario ad acta per il rientro dal deficit sanitario Luciano D'Alfonso, al direttore generale Giancarlo Silveri, al presidente del collegio sindacale dei revisori, oltre che alla Presidenza del consiglio dei Ministri e al ministero delle Finanze.

Il bilancio di esercizio 2013 presentato dalla Asl 1 registra un utile di poco più di 11mila euro, l'83% in meno rispetto ai 65mila euro del bilancio 2012. I revisori dei conti dell'Azienda hanno espresso un parere positivo al bilancio, tuttavia ponendo delle osservazioni: non è completa (perché non conclusa), ad esempio, la procedura di ricognizione dei beni immobili a disposizione della Asl e non sono stati iscritti nei conti d'ordine i valori relativi ai contratti di leasing posti in essere dall'azienda.

Per quanto riguarda lo sguardo alle cifre del bilancio, la Corte rileva – senza sottolineare particolari criticità – che l'acquisto di servizi non sanitari subisce un aumento del 6,5%, e pesa sul bilancio di meno del 7%, a fronte delle spese per il personale, che hanno l'importante rilevanza del 30% sul bilancio totale. Nel 2013 ci sono state, inoltre, consulenze, collaborazioni interinali e altre prestazioni di lavoro non sanitario per circa 3 milioni di euro (cifra irrilevante per i conti dell'Ente, perché pesa solo dello 0,6%). E' salito inoltre da 182milioni a quasi 184milioni il valore dell'acquisto di servizi sanitari da privato, vale a dire il denaro che l'Azienda corrisponde alla sanità privata per prestazioni convenzionate con la Asl.

La relazione non aiuta di certo alla reputazione di una sanità, quella abruzzese, che da molto tempo subisce le attenzioni da parte dei governi nazionali e dalle autorità giudiziarie, a causa di presunta e ripetuta malagestione. L'Abruzzo è una delle regioni maggiormente indebitate per quanto riguarda il deficit sanitario, ed è notizia di questi giorni l'allarme lanciato dallo stesso governatore D'Alfonso, che ha ordinato, attraverso una lettera ai manager delle Asl della regione, di sospendere le procedure di acquisto di beni e servizi in vista di un incontro sul tema previsto per martedì. Un vero e proprio ordine di "non comprare nulla", in linea con la "razionalizzazione" - se così vogliamo chiamarla - della spesa sanitaria.

In passato, attraverso le nostre inchieste, vi abbiamo parlato spesso della gestione della Asl 1, a proposito dell'affidamento diretto – che perdura ormai da quasi quattro anni – del succulento servizio di ristorazione per i pazienti del "San Salvatore", o del degrado e abbandono che soffre oggi l'area di Collemaggio all'Aquila, di proprietà dell'Azienda sanitaria.

Ultima modifica il Domenica, 22 Febbraio 2015 00:57

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