Mercoledì, 25 Febbraio 2015 17:45

Metanodotto, i comitati: "Vittoria possibile solo elevando il livello della lotta"

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Una delegazione dei comitati che si battono contro la realizzazione del metanodotto Snam ha presidiato ieri la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, a Roma, per tutta la durata della Conferenza di Servizi.

"Avevamo chiesto di poter assistere, tramite un nostro rappresentante, ai lavori della Conferenza ma la Dirigente del Ministero, dott.ssa Concetta Cecere, ha respinto la nostra richiesta sostenendo che i comitati sono 'soggetti portatori di interessi privati'", hanno spiegato. "Strano, da oltre sette anni siamo impegnati nella tutela dell'ambiente, della salute pubblica e del territorio e non ci siamo mai accorti di difendere 'interessi privati'. E chi si occupa della difesa del bene comune? Forse la Snam? Lasciamo ai cittadini ogni commento".

Nel merito della Conferenza, i comitati hanno espresso il loro apprezzamento "per il ruolo svolto dalla delegazione della Regione Abruzzo, guidata dall'Assessore Mario Mazzocca e dal Vice Presidente Giovanni Lolli. La negazione dell'intesa, prima sulla centrale e ora sul gasdotto, unita all'azione sinergica messa in atto dall'Abruzzo con il coinvolgimento delle altre Regioni e dei Comuni interessati dal tracciato, dimostrano che la partita può essere ancora vinta se si mettono in campo determinazione e capacità di coordinamento su una linea comune. Siamo ormai in una fase cruciale di una vicenda che ha preso avvio oltre 10 anni fa".

Di fronte ad un Governo nazionale "totalmente e scandalosamente schierato a fianco della Snam e che considera gli atti amministrativi di contrarietà, approvati da tutti i livelli istituzionali, privi di valore e significato", i comitati hanno inteso ribadire che non ci si può limitare a prese di posizioni formali. "Occorre, al contrario, elevare il livello della lotta attraverso la mobilitazione dei cittadini e l'utilizzo di tutti i mezzi politici, giuridici e tecnici necessari per contrastare il dannoso progetto della multinazionale".

Dunque, i comitati auspicano:

  • che la Regione Abruzzo faccia ricorso alle vie legali impugnando subito, davanti al TAR, l'arbitrario sdoppiamento della procedura autorizzativa e la conseguente chiusura della Conferenza sulla centrale con remissione degli atti alla Presidenza del Consiglio. Centrale e metanodotto sono un'opera unitaria alla quale si riferiscono i due decreti di pubblica utilità e compatibilità ambientale e non già due opere separate. Perciò le due procedure vanno riunificate;
  • che il Presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, guidi in prima persona la delegazione abruzzese, sia nella prossima Conferenza di Servizi che nei confronti tra Stato e Regione;
  • che la Regione Abruzzo esiga dal Governo Renzi l'immediata applicazione della risoluzione della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati dell'ottobre 2011 e la conseguente istituzione del tavolo nazionale per la individuazione di soluzioni alternative alla dorsale appenninica;
  • che la Regione Abruzzo rafforzi il coordinamento con le altre Regioni e faccia fronte comune con la Regione Puglia con l'obiettivo di unificare le due lotte contro il progetto TAP e quello della Rete Adriatica;
  • che i Parlamentari abruzzesi mettano in atto ogni possibile iniziativa, compreso un incontro urgente con il Governo, affinchè venga rispettata ed attuata la risoluzione della Commissione Ambiente;
  • che i Sindaci, oltre ad attestare la non conformità urbanistica del metanodotto, come richiesto dalla procedura, si mettano alla testa della lotta per la difesa del territorio, promuovendo iniziative di informazione e mobilitazione dei cittadini. Una prima iniziativa può essere una assemblea pubblica promossa da tutti i Comuni della Valle Peligna attraversati dal gasdotto, da Sulmona fino a Popoli.

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