Lunedì, 16 Marzo 2015 15:03

Porta Barete, Tar sospende il vincolo: nubi sul futuro. Via ai lavori?

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Un vizio di forma potrebbe cambiare la storia di Porta Barete.

Come anticipato da 'L'Aquila blog', il Tar dell'Aquila, infatti, a seguito del ricorso presentato il 2 febbraio scorso dai condomini del civico 207, il palazzo che insiste sui resti dell'antica porta cittadina, ha concesso la sospensiva dell'efficacia del decreto numero 18, datato 20 ottobre 2014 e firmato dall'allora direttore regionale ad interim del Mibact Francesco Scoppola, che apponeva un vincolo paesaggistico su un tratto delle mura medievali, comprensivo anche delle porte urbiche, tra via Vicentini e viale Ovidio. 

"Le misure dettate per la salvaguardia dei beni culturali già noti e di quelli in corso di rinvenimento - aveva spiegato in una nota la Direzione - si riferiscono ad una fascia interna di cinque metri ed esterna di dodici metri rispetto alle strutture conosciute; area che dovrà essere salvaguardata libera da nuove costruzioni, ad eccezione dei terreni sui quali esistano diritti pregressi. In queste situazioni più delicate, la soluzione andrà trovata caso per caso d’intesa tra le autorità competenti".

Il vincolo, insomma, per le situazioni già in essere, non poteva comunque essere imposto d'imperio ma solo dopo aver trovato un accordo con le parti interessate. Una precisazione che sembrava proprio riferirsi al caso di Porta Barete.

Sta di fatto che per un vizio di forma, il Tar - nell'udienza dell'11 marzo scorso - ha deciso per la sospensiva proposta dai condomini del civico 207: infatti, la Soprintendenza non avrebbe notificato l'avvio del procedimento ed il vincolo ai singoli proprietari, ma soltanto al condominio.

Poco meno di un mese fa, aveva creato un certo scalpore l'installazione delle fondamenta per posizionare una gru nel cantiere di Via Roma. Ad approvare la richiesta per il posizionamento della gru era stato l'ufficio di Polizia municipale. La mossa lasciava presagire l'intenzione di dare il via ai lavori, anche se era difficile immaginare che la ditta incaricata volesse assumersi il rischio di andare oltre l'istallazione della gru. "Iniziare i lavori adesso è una pazzia - aveva spiegato l'assessore Pietro Di Stefano a NewsTown - in quanto si sta discutendo per trovare una soluzione e ci saremmo augurati che tutti aspettassero per arrivare prima ad una conclusione".

"In questa vicenda - aveva inteso sottolineare l'assessore - ci sono due diritti, quello pubblico che vuole la riqualificazione di uno luogo riconosciuto di interesse archeologico e quello privato di cittadini che vogliono vedere il palazzo realizzato. Bisogna portare avanti la strada del dialogo nell'ottica di una riduzione di volumi nell'area. Ma mentre alcuni proprietari del quartiere di Santa Croce, che non avevano lì l'abitazione principale, si sono già detti favorevoli alla sostituzione edilizia, quelli del civico 207 sembrano inamovibili".

Ora, con la decisione del Tar, i lavori di ricostruzione del palazzo potrebbero davvero partire seppur il buon senso consigli di attendere ancora la definizione di merito della sentenza. A meno che la Soprintendenza non notifichi immediatamente, stavolta a tutti i proprietari, un nuovo avvio del procedimento di vincolo. Come richiesto dal Comune dell'Aquila.

L'assessore Di Stefano, però, pare aver gettato la spugna. "La verità è che non ci sono norme che consentono al Comune di imporre ai condomini di non ricostruire dov’era e com’era il palazzo - si è lasciato andare in una intervista a 'Il Messaggero' - Abbiamo tentato di arrivare a una soluzione condivisa ma i proprietari sono stati irremovibili. La decisione del Tar è la dimostrazione che non vi sono gli strumenti".

I consiglieri comunali: "Non mancare appuntamento con la storia"

Circa un anno fa il Consiglio Comunale ha votato un ordine del giorno attraverso il quale sottolineava l'importanza della riapertura di Porta Barete, ritenendola un primo passo strategico per la riqualificazione delle mura cittadine.

Purtroppo, ad oggi, dopo un rimpallo di responsabilità, ancora nulla è stato fatto per restituire alla città uno dei suoi monumenti più significativi e ricchi di storia.

Riteniamo che la politica non possa rimanere a guardare e debba prendere una posizione netta. Noi, consiglieri di maggioranza e di opposizione, ci schieriamo uniti, con forza e risolutezza, per la sua riapertura. Riteniamo, infatti, che la buona politica non sia né di destra né di sinistra.

Se la Soprintendenza non prenderà una chiara e tempestiva decisione toccherà alla politica farlo. Chiediamo uno sforzo comune per non mancare a questo appuntamento con la storia e di non avere paura di schierarsi a favore del bello e di un monumento così caro agli aquilani.

I consiglieri comunali Raffaele Daniele (Udc), Giuliano Di Nicola (Idv), Carlo Benedetti, Stefano Palumbo, Tonino De Paolis, Sergio Ianni, Alì Salem, Giorgio Spacca (Pd), Ermanno Giorgi (Centro Democratico), Adriano Durante (Cattolici Democratici), Guido Liris (Forza Italia), Vito Colonna (Prospettiva 2022), Alessandro Piccinini (Ncd), Enrico Perilli (Prc), Emanuele Imprudente (L'Aquila Città Aperta), Pierluigi Mancini (Api) Giuseppe Ludovici (Gruppo Misto), Giustino Masciocco (Sel) Angelo Mancini (L'Aquila Oggi), Gamal Bouchaib.

Ultima modifica il Lunedì, 16 Marzo 2015 16:47

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