Sia la vicenda relativa al nuovo ponte Belvedere che quella inerente alla riqualificazione urbana dell’area di Porta Barete finiscono davanti al Tar dell’Aquila.
Partiamo da Porta Barete.
Lo scorso novembre, il Comune rende noti, in via provvisoria, i nomi dei vincitori del concorso internazionale di progettazione.
Segue, a inizio gennaio 2021, l’aggiudicazione definitiva, che conferma quella provvisoria. A vincere è un gruppo di progettisti aquilani - Federica Tresca (capogruppo), Giuseppe Tempesta, Federico Cavalieri, Andrea Ruggeri, Gianfranco Ruggeri, Alessandro Tempesta – al quale viene riconosciuto, come previsto dal bando, un premio di 72mila euro.
A dicembre, però, il secondo classificato, lo studio Progetto Tecnico, deposita al Tar dell’Aquila un ricorso chiedendo l’annullamento della classifica e quindi, di fatto, l’invalidamento del concorso.
Il Tar, con un’ordinanza cautelare (la 41 del 26 febbraio 2021), rimanda la discussione di merito a un’udienza programmata per il 7 aprile ma nel frattempo sospende i provvedimenti impugnati, ordinando al Comune dell’Aquila – che aveva “irritualmente rinviato, per gran parte dei documenti di gara, alla piattaforma “concorrimi”, sulla quale, secondo il prospetto allegato alla relazione, essi risultano pubblicati” – di “provvedere al deposito di copia integrale di tutti gli atti e provvedimenti relativi al concorso”.
Ma su cosa è fondato il ricorso? Perché i progettisti arrivati secondi hanno chiesto l’annullamento della classifica?
Perché la scorsa estate, quando, cioè, il Comune non ha ancora ufficializzato la graduatoria provvisoria, su un quotidiano locale esce un articolo in cui si dà notizia dell’esistenza di un vincitore del concorso e viene pubblicato anche uno dei rendering del progetto che la commissione valutatrice ha scelto come migliore. Secondo i ricorrenti, insomma, ci sarebbe stata una fuga di notizie che ha anticipato, di diversi mesi, l'esito del concorso (che sarebbe stato comunicato ufficialmente dal Comune solo in novembre).
Ponte Belvedere: Unirest chiede al comune 1 milione di euro di danni
Diverso, invece, il motivo che ha spinto Unirest, l’unica azienda che aveva presentato una proposta di project financing per la ricostruzione del Ponte Belvedere e la riqualificazione urbana dell’area sottostante, a fare ricorso dinanzi al tribunale amminitstrativo. L’impresa ha chiesto al Comune un risarcimento danni di 1 milione di euro.
La vicenda è piuttosto lunga e intricata. La proviamo a riassumere.
Nel luglio 2019 il Comune pubblica un avviso per ricevere proposte di project financing per la sostituzione del ponte Belvedere, per la riqualificazione di quello di S. Apollonia e per la costruzione di un parcheggio interrato su via XX settembre.
Il 2 dicembre Unirest presenta la propria proposta, che prevede, tra le altre cose, la demolizione e sostituzione del ponte, l’abbattimento dell’edificio sottostante, di proprietà dell’Ater, e, al contempo, la costruzione di due piani interrati, uno ospitante singoli box chiusi destinati alla vendita e l’altro adibito ad autorimessa collettiva con parcheggio a rotazione, nonché la realizzazione di una piazza pedonale su cui si sarebbero affacciati vari locali commerciali.
Il costo del progetto viene quantificato in 33,3 milioni di euro, di cui 7 a carico del Comune.
Unirest contesta sostanzialmente al Comune di averle chiesto per mesi continue integrazioni documentali – integrazioni, dice l’impresa, che sono state sempre fornite, anche se gradatamente, come da accordi presi con lo stesso ente - salvo, a un certo punto, aver impresso un’improvvisa e ingiustificata accelerazione all’iter, arrivando a bocciare la proposta di project finacing in quanto irricevibile per incompletezza della documentazione.
Mentre era ancora aperta la procedura di valutazione della proposta di project financing, inoltre, dice sempre Unirest, l’amministrazione ha ricevuto e accolto un’altra proposta progettuale (anche se non un PF), quella dell’archistar tedesca Volkwin Marg, usandola come punto di riferimento per l’elaborazione del nuovo progetto, quello approvato dalla giunta a ridosso di Ferragosto, che prevede la sostituzione del ponte attuale con un ponte strallato (intervento dal costo complessivo da 4 milioni di euro).
Unirest sostiene che l’azione del Comune sia stata illegittima e illecita per violazioni di varie leggi (nuovo codice degli appalti, la legge 241 del 1990 sul procedimento amministrativo, l’articolo 97 della Costituzione, quello sull’imparzialità dell’azione amministrativa e altrr).
L’impresa chiede, nel ricorso, che il Comune venga condannato al “pagamento, a titolo di risarcimento, di 1 milione di euro” oppure a quello di una “diversa maggiore o minore somma che sarà ulteriormente provata in corso di causa o ritenuta di giustizia e subordinatamente liquidabile in via equitativa in 300mila euro”.