Convocazioni tardive, tempi di attesa lunghissimi, orari degli uffici poco flessibili.
Sono i disagi vissuti e denunciati da molti cittadini che in questi giorni, negli uffici comunali di via Rocco Carabba, stanno affrontando i colloqui per sapere che ne sarà di loro dopo il 31 marzo, data in cui scadranno tutte le cosiddette forme onerose di assistenza alla popolazione ovvero cas, affitti concordati e fondo immobiliare.
Tutti i nuclei familiari che in questo momento si trovano in una di queste tre fattispecie di assistenza dovranno trasferirsi (pena la perdita dell'assistenza) in uno degli appartamenti Case o in un map. Il problema, però, è che attualmente c'è una discrepanza abbastanza grande tra gli alloggi disponibili - un centinaio - e le famiglie ancora assistite, circa 450.
Le situazioni naturalmente sono molte e tutte diverse.
C'è chi, ad esempio, vive in un appartamento del fondo immobiliare e non vuole affrontare l'ennesimo trasloco perché tra qualche mese riavrà indietro la propria abitazione ristrutturata e chi invece ha tempi di rientro più lunghi ma non ci sta ad andare in uno dei quartieri Case e sarebbe disposto a pagare un affitto di tasca propria pur di rimanere dov'è adesso.
Tutti lamentano di aver ricevuto la raccomandata del Comune solo qualche giorno fa e rimproverano all'amministrazione di non aver organizzato per tempo gli uffici, che sono aperti solo tre giorni a settimana e per poche ore al giorno (il lunedì e il giovedì dalle 9:30 alle 12:30 e il mercoledì dalle 15:30 alle 17:00).
"Sono qui dalle 15:30, aspetto di parlare con qualcuno ma i colloqui individuali durano un tempo infinito e probabilmente non ce la farò prima della chiusura" racconta a NewsTown una signora, residente in un palazzo del fondo immobiliare in via Caduti Traforo Gran Sasso, a Pettino. "Ancora non so dove mi manderanno. Tra l'altro la mia casa sarà pronta a giugno, metterci per tre mesi nel Progetto Case, facendoci fare l'ennesimo trasloco a nostre spese, non ha senso e per noi sarebbe un sacrificio enorme. Chiediamo al Comune di farci rimanere dove siamo ora facendoci pagare un equo canone di affitto".
"Ritengo improvvida la raccomandata spedita dal Comune" denuncia un'altra cittadina, Antonietta Centofanti, presidente del comitato che rappresenta i cittadini residenti nel fondo immobiliare. "In questo momento sono disponibili meno di 80 unità abitative ma le famiglie che devono spostarsi sono 450 quindi mi chiedo dove pensano di mettere tutte queste persone allo scadere di questo ultimatum perché di ultimatum si tratta. Il sindaco si impegni per una trattativa tra il Comune e Europa risorse, la società che gestisce il fondo immobiliare. L'amministrazione deve fare da ponte tra noi e loro per trovare una soluzione che vada incontro alle esigenze dei cittadini".
"Ancora non riesco ad avere un colloquio" lamenta un altro cittadino, residente, invece, in un alloggio con affitto concordato. "Domani non posso venire perché lavoro, rimane lunedì ma temo che ci sarà la stessa situazione. Dopodiché scadrà il termine. Io tra l'altro rientrerò a casa mia a ottobre, perché il Comune vuole farmi fare l'ennesimo trasloco? Già abbiamo affrontato disagi e spese incredibili".
"Io prendo il cas" racconta una ragazza "anche se è da dicembre che non ci viene versato e in questi tre mesi mi sono dovuta pagare l'affitto da sola. I requisiti per avere un alloggio Case o un map li avrei ma non so ancora quando e dove mi trasferiranno. Sarei anche disponibile a andare al progetto Case ma ho esigenze che richiedono che io viva in città e non posso finire a Camarda o a Assergi perché non ho la macchina".