Brutte notizie per il sindaco Massimo Cialente, l'assessore Fabio Pelini, la dirigente Patrizia Del Principe e l'ex assessore Alfredo Moroni.
La Procura regionale della Corte dei Conti, infatti, rappresentata dai magistrati Maurizio Stanco, Procuratore regionale, e Roberto Leoni, vice Procuratore generale, ha presentato appello avverso la condanna 'al ribasso' formulata dalla Sezione giurisdizionale sul danno erariale contestato per la mancata istanza di sfratto nei confronti dei morosi affittuari degli alloggi del Progetto Case e Map. La richiesta è che gli amministratori vengano condannati "per la misura comunque non inferiore a un terzo del complessivo danno richiesto dalla Procura regionale", 12 milioni di euro circa. Dunque, almeno per 4milioni.
A scriverlo è Marcello Ianni, su 'Il Messaggero' stamane in edicola.
Ricorderete che la Procura regionale della Corte dei Conti aveva citato in giudizio Cialente, Pelini, Moroni e Del Principe con l'accusa di aver provocato al Comune dell'Aquila un danno erariale da quasi 12 milioni di euro, appunto, per non aver dato esecuzione a due delibere, la 171 e la 172 del 2011, votate dal Consiglio comunale per fissare i paletti dei pagamenti dei cosiddetti canoni di compartecipazione spettanti agli assegnatari degli appartamenti Case, Map, Fondo Immobiliare e affitto concordato. Quelle delibere, tra le altre cose, prevedevano l'obbligo, da parte del Comune, di sfrattare i morosi e gli insolventi e di riassegnare gli alloggi tolti a questi ultimi ai percettori del contributo di autonoma sistemazione. Cosa che, però, il Comune - nelle persone, appunto, di Cialente, Pelini, Moroni e della Del Principe - non ha fatto.
Dunque, la richiesta di condanna per quasi 12 milioni. E la sentenza della Procura regionale che, nel mese di giugno, ha sì condannato gli amministratori del Comune dell'Aquila riducendo, però, sensibilmente, la pena: Cialente, Pelini e Moroni sono stati condannati al risarcimento di 30mila euro ciascuno, la dirigente Del Principe, invece, a 60mila euro.
Ora, la doccia fredda: l'appello avverso la condanna presentato da Stanco e Leoni. Come detto, i magistrati hanno impugnato la sentenza di condanna sotto il profilo della quantificazione del danno applicato in sentenza che risulta "contraddittoria, illogica e carente" sotto il profilo argomentativo. Stando al ricorso, infatti, "non può negarsi che la riduzione del danno operata in via equitativa (1,3% del danno) rispetto alla domanda risarcitoria ha tenuto conto esclusivamente delle ragioni che secondo la Sezione avrebbero potuto seppur astrattamente attenuare l'effettività del pregiudizio finanziario sofferto dal Comune non di quelle pur ampiamente esplicitate in parte motiva, utili a evidenziare la gravità e la pregnanza delle omissioni rispetto alla corretta gestione finanziaria dell'Ente. Questo disequilibrio – si legge – ha indotto la Giudicante a pervenire a una stima talmente minima da risultare immotivata, proprio perchè gli elementi svolti nel senso di uno scomputo del danno effettivo, avrebbero potuto condurre a una ponderata riduzione ma non certo così tale. L’eccesso nell'uso del potere discrezionale messo in atto dalla Giudicante ha finito per produrre quasi un condono a fontre di pesanti omissioni".
Stanco e Leoni - nel ricorso - ricordano anche le parole durissime usate dall'Assessore al Bilancio dell'Ente, Lelio De Santis, che, delegato da Cialene ad occuparsi della vicenda, ha parlato di "dilettantismo", "superficialità", e "inefficacia" delle azioni amministrative volte a fronteggiare il fenomeno dei mancati pagamenti.