La prefettura dell'Aquila ha disposto 37 interdittive a carico di altrettanti imprenditori da "tenere sotto controllo" per i loro legami con le mafie. A darne notizia è Il Centro, citando fonti ministeriali e un'inchiesta del settimanale dello stesso gruppo, L'Espresso.
Delle 37 persone "attenzionate" dalla prefettura del capoluogo abruzzese, 28 risulterebbero impegnate nella ricostruzione pubblica, e le restanti in quella privata. Inoltre, 11 imprese hanno sede nel Nord Italia, 19 al Centro - di cui 12 all'Aquila - e le restanti al Sud.
Essendo annoverata tra le grandi opere del Paese - al pari di Expo, Mose e Tav - la ricostruzione dell'Aquila e del cratere sismico abruzzese sarebbe dunque un grande affare per le mafie, per far circolare soldi puliti e fare cassa.
La scorsa settimana è stato arrestato l'imprenditore campano Raffaele Cilindro, impegnato nella ricostruzione post-sisma, ritenuto dagli inquirenti vicino al boss casalese Michele Zagaria e all'imprenditore aquilano d'adozione Alfonso Di Tella, arrestato lo scorso anno all'Aquila nell'ambito dell'inchiesta Dirty job. (m. fo.)