La vicenda pareva definitivamente chiusa.
A seguito della sospensiva decisa dal Tribunale amministrativo regionale sulla efficacia del decreto numero 18, datato 20 ottobre 2014 e firmato dall'allora direttore regionale ad interim del Mibact Francesco Scoppola, che apponeva un vincolo paesaggistico su un tratto delle mura medievali, e l'arrivo di un bobcat sul cantiere di ricostruzione del civico 207 di via Roma che lasciava presagire l'inizio dei lavori, l'idea di riscoprire l'antica Porta Barete sembrava destinata a svanire.
Invece, stamane il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, l'architetta Chiara Santoro e l'assessore alle opere pubbliche Maurizio Capri, hanno illustrato un interessante progetto di recupero dell'area, capace di rispondere alle legittime esigenze dei cittadini residenti e all'interesse della collettività che, a gran voce, in questi mesi, ha chiesto che venisse restituita alla città l'antica porta d'accesso. "Si sono scontrati due interessi, legittimi, che hanno scatenato un dibattito importante", ha sottolineato il primo cittadino.
"In silenzio, abbiamo lavorato ad una soluzione che potesse soddisfare le aspirazioni della città con le esigenze dei residenti che stanno subendo un ritardo nella possibilità di tornare a casa. La proposta che mettiamo sul tavolo stamane permetterà di recuperare l'area di Porta Barete, permettendo ai cittadini di restare lì. Abbiamo bisogno della loro collaborazione, però".
L'amministrazione comunale ha trovato l'accordo con i residenti nei cinque palazzi che affacciavano su via Vicentini, al di sopra delle mura di cinta, così che se ne possano ricostruire soltanto tre. In questo modo, si creerebbe lo spazio per dislocare, di una decina di metri, il civico 207, riscoprendo Porta Barete e la chiesa di Santa Croce.
"Siamo pronti a rinnovare la possibilità, per i cittadini che volessero risolvere subito la loro situazione, di usufruire dell'acquisto equivalente", ha assicurato l'assessore alla ricostruzione, Pietro Di Stefano. "Tra l'altro, a condizioni assolutamente agevolate: ai proprietari, infatti, verrebbe riconosciuto un contributo pari a circa 2500 euro a metro quadro. Anche ai proprietari di seconda abitazione, offriamo la possibilità di scambiare l'abitazione con un'altra, già nelle disponibilità del Comune dell'Aquila: ad oggi, abbiamo circa 300 appartamenti, lasciati da cittadini che hanno usufruito dell'abitazione sostitutiva, di varie metrature, in periferia e in centro storico, penso a via Antinori".
Come detto, alcuni cittadini hanno già accettato e, così, si potranno ricostruire soltanto tre palazzi invece dei cinque che affacciavano sulle mura, in via Vicentini. Garantendo metri disponibili per dislocare il condomio al civico 207. "Parliamo di una decina di metri", ha ribadito Cialente. "Ci sono due idee progettuali, sul tavolo: la prima, prevede di spostare il palazzo, ampliando la superficie riducendo, dunque, l'altezza. L'altra, lascerebbe maggior spazio al 'respiro' di Porta Barete, perché si svilupperebbe in altezza".
Dipenderà da quanti cittadini decideranno di restare al civico 207 e da quanti, al contrario, accetteranno la sostituzione edilizia. "A chi deciderà di restare, di non lasciare il palazzo, assicuriamo tempi brevi, una sorta di corsia preferenziale, per non tardare ancora la ricostruzione", ha promesso Di Stefano. "Inoltre, la modifica del progetto già approntato sarà a carico del Comune dell'Aquila. Che ha deciso di investire per restituire l'area alla città. Più di così, non possiamo fare: stiamo mettendo sul tavolo quanto possiamo, ovviamente c'è bisogno che anche i residenti ci vengano incontro".
Un progetto che si inserisce nel più ampio lavoro di recupero delle antiche mura cittadine. Aprire Porta Barete significherebbe, infatti, abbattare il ponte di via Roma, eliminando il terrapieno su viale Corrado IV che diverrebbe area destinata a verde pubblico legando, così, il parco di Piazza d'Armi con Porta Barete, collegandosi da un lato con il parco che correrà intorno alle mura fino alla stazione ferroviaria e, dall'altro, con il verde che costeggerà le mura su viale della Croce Rossa.
Inoltre, verrebbe allargato il manto stradale di via dei Marsi consentendo, dunque, un più agile accesso al centro storico. Non solo. Per dare maggiore respiro a Porta Barete, verrebbe allargato il manto stradale anche tra l'antica porta e palazzo Del Tosto, con l'abbattimento di alcuni manufatti abusivi costruiti sul parcheggio del supermercato.
"Abbiamo una idea di città - ha sottolineato il sindaco Cialente - che considera il recupero delle mura un progetto strategico, su cui abbiamo investito e su cui continueremo a investire. Con il recupero di Porta Barete, e di tutta l'area a ridosso della chiesa di Santa Croce, con la riqualificazione di Porta Leoni dove sogniamo di realizzare un belvedere, con il progetto che cambierà volto a Viale della Croce Rossa, ricostruiremo una città più bella".
E se i cittadini residenti al civico 207 dovessero rifiutare le proposte dell'amministrazione, insistendo perché il palazzo venga ricostruito dov'era e com'era, secondo i dettami del progetto già realizzato? "I tempi si allungherebbero, senza dubbio", sospira Cialente. Si prefigurerebbe, infatti, una battaglia a colpi di ricorsi e contro ricorsi. "Tra l'altro, proprio nelle settimane passate abbiamo ricevuto una lettera firmata dell'architetta Vittorini del Mibact che ci avvertiva - e credo abbia avvertito anche i condomini - che Porta Barete è le mura sono proprietà dello Stato", ha concluso Di Stefano. "Insomma, non c'è alcun intento persecutorio: anche i residenti, però, devono capire che si ritrovano in un contesto di conflitto. L'amministrazione ha fatto quanto in suo potere per soddisfare le esigenze di tutti, ora ci aspettiamo che anche loro vengano incontro alle esigenze della collettività".