Sabato, 22 Giugno 2013 18:13

La crisi dell'aeroporto di Pescara e l'oscuro decollo dello scalo di Preturo

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Qualche settimana fa, all’inizio del mese di giugno, ci eravamo occupati dell’Aeroporto dei parchi di Preturo. La società che ha ottenuto in gestione lo scalo, la IxPress, ha infatti lanciato una importante campagna marketing che, annunciando l’inaugurazione dello scalo a luglio 2013, invitava i cittadini a scegliere la meta preferita di viaggio, in Italia e all’estero.

Ci eravamo chiesti, allora, e ci chiediamo ancora oggi come sia possibile non conoscere ancora le tratte che lo scalo sarà in grado di servire e le compagnie che voleranno su Preturo. Inoltre, c’è una questione ancor più importante: manca la certificazione dell’Enac. L’Aeroporto della città può accogliere aerei fino a 12 metri di lunghezza, con capienza da 20 a 42 posti. Non è stata ancora concessa, però, l’autorizzazione ai voli commerciali. Fino a quando non arriverà il via libera dell’Ente nazionale aviazione civile, non sarà possibile inaugurare alcuna tratta. E siamo quasi a luglio. Paiono assai lontani dall’essere completati, per di più, i lavori di riqualificazione dello scalo, iniziati a settembre 2012 e che dovevano essere già conclusi.

Non è questo che preoccupa, però. O almeno non solo questo. Nel gennaio 2013, l’allora ministro delle Infrastrutture Corrado Passera ha emanato un atto di indirizzo per la definizione del “Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale” ponendo così le basi per un riordino organico degli scali italiani. Nel documento, si legge che gli aeroporti non considerati di interesse nazionale dovranno essere trasferiti alle Regioni competenti, che ne valuteranno la diversa destinazione d'uso e la possibilità di chiusura.

Tra gli aeroporti di interesse nazionale, su cui lo Stato continuerà ad investire sostenendo la maggior parte dei costi, c’è anche lo scalo di Pescara. L’aeroporto dell’Aquila, naturalmente, non è neanche considerato. Anche perché nel documento si legge chiaramente che il futuro dei piccoli aeroporti è la chiusura. Gli scali che hanno un traffico inferiore al milione di passeggeri l’anno hanno un avvenire difficoltoso.

Lo scalo aquilano non ha mai avuto né i numeri né i mezzi per poter ambire a diventare commerciale. Ha potuto vantare, però, ingenti finanziamenti in occasione del G8.I lavori di adeguamento, allora, costarono quasi due milioni di euro. La Regione, poi, aggiunse 500mila euro per il completamento della pista. Per questo, si è pensato di farne qualcosa di più di un semplice scalo di elisoccorso, affidando la gestione alla IxPress, società con a capo Giuseppe Musarella, che percepisce dal Comune 200mila euro l’anno, per tre anni, per far decollare l’aeroporto. La domanda è semplice: come mai a L’Aquila si decide di puntare forte su un aeroporto che avrebbe un bacino di utenza assolutamente marginale? Si è tenuto in considerazione che l’aeroporto d’Abruzzo, con i suoi 500mila passeggeri l’anno e nonostante il contributo dello stato, è in forte difficoltà?

Nei giorni scorsi, il Consigliere comunale di Pescara, Giovanni Di Iacovo, ha presentato una mozione sulla negativa situazione dell’Aeroporto e sull'impegno che l’amministrazione cittadina dovrebbe avere nella vicenda. “In soli 18 mesi”, ha denunciato il consigliere di Sel, “sono stati cancellati voli per Toronto, Bucarest, Torino, Verona, Eindhoven, Creta e Spalato oltre che numerosi altri charter e voli merci. Sono decimate anche le compagnie aeree, ne rimangono solo tre: Alitalia e Belleair che fanno una sola tratta (rispettivamente Linate e Tirana) e poi Ryanair che, nonostante varie riduzioni (come ad esempio la tratta di Oslo) rimane il cuore del traffico aeroportuale abruzzese. I voli diminuiscono e i passeggeri di conseguenza. L’eliminazione dei numerosi collegamenti ha portato a un rapido declino dell’utilizzo del nostro aeroporto, basti pensare che il dato dei passeggeri dal +32% di Gennaio 2012 (+43% per i voli internazionali) si è trasformato nei mesi a seguire nel -6% di Luglio 2012 e a Gennaio di quest’anno si registra un ulteriore -3% rispetto all’anno precedente, senza contare la perdita dei charter austriaci che garantivano all’aeroporto circa 10.000 transiti annui. Il settore merci è praticamente scomparso a favore di aeroporti limitrofi, penalizzando le attività commerciali con nuove e gravi chiusure di attività”. Insomma, la situazione dello scalo di Pescara è assai critica. Il cuore del traffico aereo restano le compagnie low cost, escluse per scelta dall’Aeroporto dei parchi. Almeno, così pare.

Che senso avrebbe, in una situazione del genere, inaugurare un ulteriore scalo ad un centinaio di km di distanza, considerando che ci sono anche i tre aeroporti di Roma, l’aeroporto di Ancona e quello di Perugia? Come si immagina di poter raggiungere un traffico annuale capace di rendere sostenibile lo scalo di Preturo se è vero che non ce la fanno neanche aeroporti considerati di interesse nazionale e, dunque, sostenuti economicamente dallo Stato? Non si potrebbero spendere i soldi stanziati per lo far decollare lo scalo di Preturo, 600 mila euro, per rinforzare i collegamenti terrestri della città capoluogo? In fondo, raggiungere l’aeroporto di Ciampino da L'Aquila potrebbe non essere molto più dispendioso che raggiungerlo dal centro di Roma. 

Le domande restano inevase. E, intanto, il sito dell’Aeroporto dei Parchi continua ad annunciare l’imminente inaugurazione, a luglio. Mancano 8 giorni. Staremo a vedere. 

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