Venerdì, 12 Giugno 2015 09:53

Calcioscommesse, ancora guai per il Teramo: spunta un'altra partita sospetta

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Trema il Teramo Calcio

Mentre il Gip e il capo della mobile di Catanzaro confermano la gravità del quadro indiziario, sulla società abruzzese del presidente Luciano Campitelli, si addensano altri sospetti.

Oltre al match del 2 maggio contro il Savona, infatti, la magistratura sta indagando su un'altra gara sospetta, quella contro la Carrarese dell'8 marzo, finita 5 a 1 per il Teramo, che vinse in trasferta dopo essere passato in svantaggio.

Due giorni dopo la partita, la società toscana e il portiere Alex Calderoni, ingaggiato solo due mesi prima, a gennaio, rescissero il contratto. Circostanza che gli inquirenti giudicano alquanto singolare.

Se le accuse fossero confermate, se, cioè, venisse accertato che ci furono delle combine, il Teramo potrebbe non cavarsela con una semplice penalizzazione. Per la società scatterebbe, inevitabile, la retrocessione in serie D.

Uno scenario suffragato anche da un precedente: quello del Genoa.

A ipotizzarlo è l'avvocato del Foro di Pescara Tommaso Marchese, esperto di diritto dello sport. In un'intervista al Messaggero, Marchese afferma: “L'articolo 18 del codice di giustizia sportiva prevede diverse sanzioni. Anche quella della semplice penalizzazione, pur rimanendo nella categoria conquistata. In questo caso però” spiega Marchese “la giurisprudenza dice altro. La gara del 2 maggio era rilevante. Se il Teramo avesse pareggiato, l'Ascoli avrebbe avuto ancora delle chances. In questi casi non si sceglie la penalizzazione e c'è un precedente, quello del Genoa. Il presidente Preziosi fu squalificato per cinque anni perché fu accertata la combine con il Venezia. Gli inquirenti avevano in mnao delle intercettazioni e la società fu retrocessa all'ultimo posto nel campionato di competenza”.

In caso di colpevolezza degli indagati il Teramo finirebbe in D. Con un'inibiazione minima di tre anni per i dirigenti coinvolti” dice Marchese. Non c'è differenza tra le posizioni del presidente e del direttore sportivo. Sono entrambi soggetti che hanno la rappresentanza societaria. Patteggiare? Non cambierebbe nulla".

Il presidente Campitelli: "La verità verrà fuori"

"Non è accaduto alcunché di quanto mi viene addebitato. La verità verrà fuori nei modi e nei tempi opportuni e non ho il benché minimo timore di essere smentito".

E' quanto si legge in una lettera aperta firmata dal presidente del Teramo Calcio, Luciano Campitelli, indagato, con il direttore sportivo Marcello Di Giuseppe, nell'inchiesta Dirty Soccer coordinata dalla Dda di Catanzaro.

"Mia cara Teramo - scrive il presidente - sono giorni particolari per tutti coloro che hanno a cuore le vicende calcistiche cittadine e con questa lettera aperta, pero', voglio rassicurare i tifosi biancorossi e ribadire con fermezza il fatto" che riusciremo a dimostrare la nostra estraneità ai fatti contestati".

"Da questa mattina, dopo due giorni di profondo turbamento - fa sapere Campitelli - ho ripreso a lavorare con il mio staff con maggior vigore, al fine di costruire un Teramo ancora più forte di quello che volessi creare. Siamo una piccola realtà che si immette in un palcoscenico di rilevanza nazionale, ma posso affermare che ci terremo stretti questo titolo vinto con indubbio merito sul campo, lottando su tutti i fronti, perché ci appartiene. Dico, inoltre, ai miei tifosi, di tornare ad avere una mentalità positiva e pensare esclusivamente alla nostra Serie B".

"Non mollerò dopo quanto accaduto - afferma il presidente - ma ho bisogno anche di voi per lottare con più ardore verso quel traguardo storico che abbiamo conquistato, insieme, con tanti sacrifici".

Intanto, mentre la lettera del presidente si conclude con "Forza Teramo!", dalla società sportiva arriva una sorta di ammonimento ai giornalisti. Il sodalizio, infatti "invita gli organi di stampa, tutti - è scritto in una nota - a mantenere un comportamento deontologicamente corretto e rispettoso nei confronti della società biancorossa. Nel pieno diritto di cronaca a voi riconosciuto e nella diversità dei ruoli svolti, non intendiamo tuttavia subire passivamente illazioni e falsità che vadano a gettare discredito verso il nostro club. Informiamo, pertanto, che monitoreremo la situazione con ancora più attenzione e, nel caso, daremo mandato ai nostri legali di procedere con ogni azione a tutela dell'immagine e degli interessi nostri e di una città intera", conclude la nota.

Ultima modifica il Venerdì, 12 Giugno 2015 14:53

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