Tornano in libertà dai domiciliari cui erano stati ristretti lo scorso 27 luglio, tre dei sei indagati dell'inchiesta condotta dalla Dda dell'Aquila denominata "Redde rationem" su presunte tangenti nei puntellamenti per la messa in sicurezza di alcuni edifici pubblici e privati dopo il terremoto del 6 aprile 2009.
Lo ha disposto stamane il Tribunale del Riesame.
Si tratta, in particolare, degli imprenditori Maurizio Polisini e Andrea Polisini, entrambi di Montorio al Vomano (Teramo) rappresentanti della Edilcostruzioni Group srl; Nicola Santoro, dell'Aquila, ritenuto intermediario e nei cui cui confronti era stato disposto solo l'obbligo di dimora e di firma e dell'ex consigliere comunale di centrodestra Pierluigi Tancredi, ritenuto figura chiave dell'inchiesta.
Per quest'ultimo, il Riesame, presieduto da Ciro Riviezzo, ha tuttavia disposto l'obbligo di firma.
Nella stessa inchiesta, coordinata dal procuratore capo Fausto Cardella e dal sostituto Antonietta Picardi, sono inoltre coinvolti Mauro Pellegrini, di Caporciano (L'Aquila), amministratore e socio della società 'Dipe' e Giancarlo Di Persio, di San Demetrio ne' Vestini, anche lui della Dipe, i quali, anche loro ai domiciliari, non hanno ancora presentato analoga istanza.
Nei giorni scorsi il gip del Tribunale Giuseppe Romano Gargarella aveva rigettato le richieste di attenuazione delle misure custodiali. A piede libero sono coinvolti altri 13 indagati tra cui progettisti accusati pure di truffa, e tecnici comunali, ai quali è stato contestato l'abuso d'ufficio. A condurre le indagini sono stati diversi reparti dei carabinieri, in particolare Ros e Noe, ed anche i vigili del fuoco.
Tancredi, accusato di corruzione ed estorsione - uomo di punta di Forza Italia quando al governo della città c'era il centrodestra - ha ribadito, nella memoria presentata dai suoi legali, di non aver fatto mai nulla che non fosse assolutamente lecito.
Quando era diventato consigliere comunale di opposizione, l'attuale sindaco del Pd Massimo Cialente conferì a Tancredi, per un breve periodo, la nomina a supporto e raccordo al recupero e alla salvaguardia del patrimonio artistico della città.
Tancredi, hanno sostenuto i suoi legali, gli avvocati Milo e Dionisio, non ha avuto niente a che vedere con i lavori di messa in sicurezza che riguardavano il patrimonio edilizio della città e non quello artistico".