Giovedì, 19 Ottobre 2017 23:18

'Redde rationem', 27 mesi dopo: prosciolti imprenditori Polisini e Di Prospero

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Sono stati prosciolti dall'accusa di corruzione e abuso d'ufficio gli imprenditori teramani Maurizio e Andrea Polisini che, nel luglio 2015, erano finiti agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta 'Redde Rationem' [leggi qui], sviluppo investigativo del procedimento denominato 'Do ut des' che aveva coinvolto l'allora vice sindaco del comune dell'Aquila Roberto Riga, una delle indagini più importanti condotte dalla Procura dell'Aquila nel post terremoto su un presunto giro di tangenti legato ai puntellamenti. Archiviata anche la posizione dell'assicuratore aquilano Umberto Di Prospero.

Gli imprenditori originari di Montorio al Vomano, rappresentanti della Edilcostruzioni Group srl, erano finiti ai domiciliari con Pierluigi Tancredi, già coinvolto nell'inchiesta 'Do ut des', ex assessore comunale nella giunta di centrodestra guidata da Biagio Tempesta e, per un brevissimo periodo, "consigliere delegato a supporto e raccordo nell’ambito delle azioni tese al recupero e salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della Città dell’Aquila", incarico affidatogli all'indomani del sisma dall'allora sindaco Massimo Cialente e poi revocato per la vibrante protesta di parte della cittadinanza; oltre a loro, erano stati arrestati Mauro Pellegrini e Giancarlo Di Persio dell'impresa Dipe Costruzioni. Ordine di obbligo di dimora, invece, per il faccendiere Nicola Santoro.

Erano stati venti, in totale, gli indagati a piede libero.

In un primo momento, la posizione dei Polisini era stata stralciata in quanto i termini processuali per entrambi erano sospesi per via della loro residenza nel teramano, 'cratere' del terremoto 2016; due anni e tre mesi dopo l'arresto, il pubblico ministero Roberta D'Avolio ha chiesto il non luogo procedere per l’accusa di abuso d’ufficio e il rinvio a giudizio per la corruzione; a seguito di due ore e mezza di Camera di Consiglio però, il gup Adolfo Di Zenzo li ha prosciolti per entrambi i capi d'imputazione.

Altri 9 indagati, invece, sono stati rinviati a giudizio nel maggio scorso: oltre a Tancredi, Pellegrini e Di Persio, i progettisti Roberto Scimia, Roberto Arduini e Michele Giuliani, Concetta Toscanelli, moglie di Tancredi, l’imprenditrice Daniela Sibilla e Nicola Santoro. Compariranno in udienza il 25 gennaio prossimo. Prosciolti da ogni accusa, invece, i tecnici comunali Mario Di Gregorio, Carlo Cafaggi e Giuseppe Galassi, la professionista Simonetta D’Amico e Antonio Lupisella, imprenditore, la così detta 'gola profonda' che ha fatto partire l'inchiesta.

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