“Il problema degli asili nido comunali è legato alla proroga dei contratti del personale precario. Ci serve una deroga del Governo al Jobs Act, in caso contrario dovremo fare un bando per un affidamento esterno. Il che vuol dire che saremo costretti a sistemare temporaneamente i bambini iscritti a due dei nostri asili nido (Ape Tau e Primo Maggio, ndr) in altre strutture”.
L'assessore alle Politiche sociali, Emanuela Di Giovambattista, smentisce - o, meglio, puntualizza facendo alcune precisazioni - la notizia della chiusura di due dei tre asili nido comunali – Primo Maggio e Ape Tau. Notizia che, in questi giorni, sta correndo soprattutto sul filo del passaparola tra i genitori dei bambini e sui social network, ad esempio sulla seguitissima pagina Facebook Mamme aquilane.
A pochi giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico, la situazione è quantomai incerta.
“Dopo il terremoto” spiega l'assessore “i nidi comunali si sono retti grazie soprattutto alla presenza di operatori con contratti a tempo determinato, assunti tramite i vari concorsini o le opcm. Questo è successo perché molte educatrici sono andate in pensione e, causa blocco del turn over nella pubblica amministrazione, non è stato possibile fare nuovi concorsi. Parliamo di un numero non esiguo di educatrici con contratti a tempo determinato, circa 21”.
“In questi anni” continua la Di Giovambattista “siamo sempre riusciti a prorogare i contratti del personale precario ma con il Jobs Act, che vieta proroghe oltre i 36 mesi, è sorto un problema, che peraltro non riguarda solo le educatrici degli asili nido ma tutti i precari del Comune. Abbiamo chiesto al Governo di concederci una deroga al Jobs Act. Oggi sono state pubblicate le graduatorie, abbiamo ricevuto circa 150 domande. Il nostro obiettivo è quello di aprire tutte e tre le strutture comunali”.
Nel caso in cui la deroga chiesta al Governo non dovesse essere concesse, il piano B del Comune è di fare un bando lampo per un affidamento esterno del servizio degli asili Primo Maggio e Ape Tau.
L'operazione richiederebbe alcuni mesi, lasso di tempo durante il quale i bambini saranno temporaneamente trasferiti in parte all'asilo nido comunale del Viale e in parte in alcune delle strutture private convenzionate.
Si tratterebbe, in pratica, di un'apertura differita. Una soluzione che certo non risparmierà problemi e disagi alle famiglie ma che il Comune considera il male minore.
Il metodo che si userà per gli “smistamenti”, precisa la Di Giovambattista, sarà il seguente: i bambini che hanno già iniziato a frequentare il nido saranno trasferiti all'asilo del Viale mentre i nuovi iscritti saranno “appoggiati”, sempre in via temporanea, presso le strutture private convenzionate.
Per quanto riguarda la presentazione delle domande, la comunicazione dell'Isee e i paventati aumenti delle rette, la Di Giovambattista precisa: “Per l'Isee c'è tempo fino al 10 settembre mentre i termini per la presentazione delle domande sono state prorogati fino al 28 agosto. Ci rendiamo conto delle difficoltà che le persone hanno avuto nel presentare l'Isee in questo periodo, per questo non chiuderemo le porte degli uffici in faccia a chi presenterà l'Isee con qualche giorno di ritardo. I dati parziali che abbiamo, comunque, confermano le previsioni: le persone che si posizionano su fasce di reddito alte sono poche per cui gli aumenti saranno inesistenti o limitati. Aspettiamo comunque la presentazione di tutte le domande per avere un quadro più chiaro”.
La nota dell'associazione "Mamme per L'Aquila"
A seguito delle decisioni contenute nella delibera del comune circa la variazione dei parametri per servizi scolastici e asili nido, i genitori sono seriamente impegnati su questo fronte di esigenza assoluta. Per la sana prosecuzione di una possibile vita che non debba mettere in gioco la serenità delle famiglie impoverite dalle quote previste per la frequenza e soprattutto per le mense scolastiche sulla cui qualità e ulteriori aspetti non secondari esige il massimo livello di attenzione e responsabilità.
Corre l'obbligo di rammentare, per chiarezza, che la posizione di Mamme per L'Aquila è equidistante da ogni raggruppamento politico ovunque rappresentato e super partes rispetto ai contatti frequenti con i rappresentanti istituzionali che si apprezzano o meno solo dal punto di vista dell'impegno che ciascuno di essi rivolge alla città e alle nostre esigenze reali e sentite!
Vogliamo essere certe e che in un incontro da concordare urgentemente, arriveremo ad una possibile ipotesi di revisione concordate sotto il profilo economico e qualitativo.
Non è da trasacurare ma da osservare attentamente la precarietà delle sedi adibite a istituto scolastico, sedi provvisorie di cartapesta dove viene messa ancora di nuovo in discussione la sicurezza dei bambini. E sottolineiamo con fermezza l'assurdità di far consumare i pasti nelle medesime sedi dove avviene l'attività scolastica e ludica. Bisogna convergere su una possibile alternativa di destinare un'apposito spazio igienicamente e opportunamente predisposto per la consumazione del pasto dei bambini.
Inoltre porgiamo particolare attenzione sulla qualità del pasto, che spesso non viene consumato dai bambini rimanendo digiuni.
Sempre più convinte che non ci troviamo in una situazione normale ma tutt'ora di reale emergenza chiediamo venga rivisto l'emendamento del "caro scuola" e la cooperazione con direzioni scolastiche e comuni limitrofi
per apportare soluzioni a quanto i cittadini vi chiedono.
Alla luce di tutto ciò abbiamo pensato di istituire due tavoli uno con comuni limitrofi, per ovviare alla soluzione dei non residenti e l'altro per collaborare con direzioni scolastiche, per trovare soluzioni per il cibo spesso non gradito dai bambini e altre peculiarità che potremmo portare all'attenzione delle stesse.
Inoltre richiamiamo all'attenzione il comune ad apportare un'agevolazione di almeno del 50% sul secondo e terzo figlio.
Considerando che i valori di riferimento Isee sono stati attuati senza eseguire nessuna indagine sui valori attuali del costo della vita e gli indici aggiornati Istat relativi ai livelli di reddito, chiediamo la revisione delle fasce, che non compete a noi stabilire.
Sperando l'accoglimento delle nostre proposte e non contestazioni.