Mattinata di passione, a L'Aquila.
Con ancora negli occhi lo straordinario successo della maratona jazz, la città si è svegliata stamane con il sit-in inscenato da maestre e genitori alle porte dell'asilo nido Primo Maggio, chiuso come l'altro nido pubblico, Ape Tau. L'unico asilo nido pubblico che ha aperto regolarmente le porte al nuovo anno è il Musp del Viale.
Se ne è discusso in V Commissione consiliare, convocata dal presidente Raffaele Daniele per audire le rappresentanze sindacali, l'assessora Betty Leone e il sindaco Massimo Cialente oltre alla dirigente al ramo, l'avvocata Ilda Coluzzi. In realtà, si sarebbe dovuto discutere del destino di tutti e 56 i precari del Comune dell'Aquila, impiegati a vari livelli: la contingenza della chiusura dei nidi però, e le polemiche che la decisione ha scatenato, hanno finito per monopolizzare la discussione.
La notizia è che l'assessora Leone, e con lei il sindaco Cialente, hanno 'schiuso' la porta alla possibilità di una lettura maggiormente estensiva della discussa circolare firmata dalla ministro Marianna Madia - come sta accadendo in altri Comuni d'Italia - che sembrerebbe offrire l'opportunità di prorogare i contratti delle maestre precarie, aggirando dunque le norme introdotte dal Jobs Act e che accolgono, sostanzialmente, la sentenza della Corte di Giustizia europea del novembre 2014 che ha sancito la necessità di stabilizzazione del personale scolastico che ha superato i 36mesi di servizio, impedendo la proroga dei contratti a tempo determinato. Ma se per gli insegnanti statali, con il Jobs act appunto e la Buona Scuola, si è fatta una deroga, quelli comunali ne sono rimasti fuori.
Dunque, la decisione del Comune dell'Aquila di chiudere due asili nido pubblici su 3, non potendo contare su un numero di maestre sufficiente a tenerli aperti, in attesa del bando per l'esternalizzazione. La soluzione individuata dall'amministrazione Cialente, almeno fino ad oggi.
La circolare Madia, datata 2 settembre scorso, prevede che sia dato il tempo agli enti territoriali di stabilizzare i precari, potendo nel frattempo rinnovare contratti a tempo determinato per "garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo", senza incorrere in sanzioni. Uno spiraglio, in altre parole: se non fosse che la lettura della circolare sta creando parecchi grattacapi. E' possibile estenderne la lettura così da giustificare l'istruzione di un nuovo contratto a tempo determinato per le maestre dei nidi comunali dell'Aquila? Stando alla dirigente preposta, Ilda Coluzzi, l'estensione non sarebbe affatto scontata. "La circolare Madia dice, sostanzialmente, che i Comuni possono avvalersi dell'esclusione dell'articolo 29, comma 2, lettera C, del Jobs Act che riguarda, però, il solo conferimento delle supplenze", ha spiegato stamane in Commissione. "La stessa circolare, nella parte finale, ricorda tuttavia che per gli enti locali è vigente l'articolo 36 della legge 165/2001: prevede che le amministrazioni possano avvalersi di forme contrattuali flessibili per rispondere a esigenze di carattere esclusivamente temporanee ed eccezionali".
"Non è il caso delle maestre dei nidi comunali", ha insomma ribadito Ilda Coluzzi. Perché la circolare fa riferimento alle sole supplenze e perché la programmazione dell'intero anno di attività dei nidi non è esigenze eccezionale o temporanea.
Come detto, però, molti Comuni italiani stanno interpretando estensivamente la circolare e persino la senatrice Stefania Pezzopane ha inteso sottolineare come il comune dell'Aquila possa ora riassumere le educatrici e superare l'impasse. Il sindaco Cialente e l'assessora Leone non ne sono affatto convinti, però. E per questo, hanno chiesto un parere al ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Almeno a parole, l'impegno è perseguire fino in fondo le possibilità di rinnovo dei contratti offerte da una lettura più estensiva della circolare. Qualora non fosse possibile, si dovrebbe procedere con l'istruzione del bando di affidamento della gestione dei nidi ad una cooperativa che avrà l'obbligo di riassumere il personale rimasto a casa. Scelta contestata con forza dalle maestre.
Il condizionale è d'obbligo, però. Infatti, stamane il sindaco e l'assessora Leone hanno accennato ad una 'terza via' possibile: "Per mantenere gli asili sotto la nostra gestione e, contemporaneamente, tutelare la continuità didattica, riconoscendo il prezioso lavoro svolto fino ad ora dalle maestre, abbiamo pensato all'affidamento esterno", ha sottolineato Cialente. "C'è un'alternativa, sulla quale possiamo lavorare - ha aggiunto tuttavia il primo cittadino -. Dato che ci chiedono la discontinuità, come regola, potremmo istruire rapidamente un bando di selezione: significherebbe, però, non poter garantire a tutte le insegnanti la certezza del posto di lavoro, dato che statisticamente non tutte vincerebbero il concorso".
"E' una scelta", ha incalzato Cialente. Come a rivolgersi alle maestre che, terminato il sit-in, hanno raggiunto Villa Gioia per assistere ai lavori della Commissione.
Un atteggiamento ben diverso, insomma, rispetto a quello mostrato in conferenza stampa qualche giorno fa, quando l'esternalizzazione era stata presentata come l'unica alternativa possibile. Un atteggiamento che ha svelato tutte le difficoltà che vive l'amministrazione. Non possono sfuggire le contraddizioni che stanno caratterizzando l'agire politico della Giunta. Prima, viene convocata una conferenza stampa all'indomani della pubblicazione della circolare Madia che, in un qualche modo, sembra chiudere a qualsiasi lettura estensiva salva-maestre, con l'annuncio - tra l'altro - dell'affidamento esterno. Poi, sull'onda delle proteste, il mezzo passo indietro: si sta lavorando per capire se la circolare possa estendersi anche alle maestre dei nidi. Intanto, si persegue la via dell'esternalizzazione anche se si potrebbe lavorare anche alla 'terza via': il bando di selezione. Se non fosse che - sul tavolo - c'è anche l'opzione Di Giovambattista che, a qualche ora dalla Commissione convocata per stamane, ha rilasciato un'intervista al quotidiano 'Il Centro'. "Diamo la parola al Consiglio comunale", ha detto Di Giovambattista, tentando la mediazione tra le parole della senatrice Pezzopane e la posizione dell'amministrazione.
Tentativo di mediazione superato, considerata l'apertura mostrata stamane da Cialente e Leone. Ma come è possibile che sindaco e assessori non dialoghino tra di loro? Qual è la reale posizione dell'amministrazione? "Il problema che si sta ponendo in questi giorni era noto almeno dal mese di marzo", ha attaccato il consigliere Ettore Di Cesare che per primo ha svelato la circolare Madia, scatenando le polemiche di queste ore. "La faccenda è diventata pubblica soltanto il 28 agosto, però: in altre parole, l'amministrazione non ha inteso fare una battaglia pubblica con il Governo, battaglia che sarebbe stata appoggiata da tutto il Consiglio e da tutta la città. Quando ci sono delle priorità, le battaglie pubbliche con il Governo sono state fatte: evidentemente, gli asili nido non sono una priorità per questa amministrazione. Ci si è affidati a rappresentanti locali che siedono in Parlamento e che hanno dato rassicurazioni evidentemente non rispettate".
Dunque, l'affondo: "Accogliamo con piacere l'apertura dell'assessora Leone che ha spiegato voler esplorare le possibilità offerte dalla circolare Madia. Se la volontà politica dell'amministrazione è di mantenere gli asili nidi pubblici, non facciamo finta di esplorarle sperando ci venga risposto che i contratti non potranno essere prorogati".
La volontà di mantere gli asili pubblici è stata confermata dall'amministrazione. Non resta che attendere decisioni conseguenti all'orientamento politico.