Domenica, 13 Settembre 2015 18:45

Centrale Snam a Sulmona: stamane, incontro a Roma. Riunione aggiornata al 24 settembre

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Aggiornamento ore 16: La riunione convocata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri si è conclusa con un rinvio a giovedì 24 settembre, per consentire alle parti l'approfondimento di alcuni aspetti della vicenda. Per la Regione sono intervenuti il presidente Luciano D'Alfonso, l'assessore Andrea Gerosolimo, il sottosegretario - seppure la nomina non è stata ancora formalizzata - Mario Mazzocca e la dirigente del Servizio politica energetica Iris Flacco. Erano presenti anche il presidente della Provincia di L'Aquila Antonio De Crescentiis e il sindaco di Sulmona Giuseppe Ranalli. 

La vicenda

"Ci rimettiamo al lavoro con forte determinazione, straordinaria ambizione, contro tutte le criticità che vive la Regione. A cominciare dal problema che affronteremo lunedì, riguardante la rete Snam Gas, per la quale stiamo trovando una soluzione".

Parola del governatore Luciano D'Alfonso, a margine della conferenza stampa convocata sabato, a Pescara, per annunciare il discusso rimpasto di Giunta. I rappresentanti di Regione, Provincia dell'Aquila e Comune di Sulmona, stamane saranno a Roma, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, proprio per discutere della costruzione della centrale di compressione Snam a Case Pente di Sulmona.

E il timore è che il Governo Renzi comunichi la decisione di autorizzare l'opera.

Il 20 luglio scorso, il governatore ha partecipato ad un'altra riunione, convocata sempre presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Da allora, e prima dell'appuntamento di stamane, avrebbero dovuto avere luogo altri due incontri, tra Regione Abruzzo e Snam, per individuare una eventuale localizzazione alternativa della centrale. Il condizionale è d'obbligo però, come sottolineano i comitati di cittadini che, da anni, si battono avverso la realizzazione del progetto. "Non sappiamo né se gli incontri ci sono stati e cosa ne sia scaturito, né se la Regione ha avanzato qualche proposta", hanno spiegato.

"I cittadini sono stati tenuti all'oscuro di tutto e nessuna delle condizioni da noi evidenziate risulta realizzata, come la condivisione con il territorio della proposta alternativa, la riunificazione dei procedimenti autorizzativi di centrale e metanodotto, l'individuazione della soluzione alternativa al di fuori della dorsale appenninica, l’istituzione di un tavolo tecnico che possa lavorare sul problema per almeno 6 mesi. Nulla".

Cosa si nasconde dietro il silenzio dei rappresentanti politici ed istituzionali? "Forse la riservatezza", incalza il Comitato, "per una soluzione che, come un coniglio dal cilindro, il giocoliere D'Alfonso tirerà fuori lunedì 14 oppure, come noi purtroppo temiamo, questo silenzio imbarazzante copre l'assoluto vuoto di iniziative esprimendo l'evidente inadeguatezza ed incapacità della 'nostra' classe politica".

Come detto, il governatore ha lasciato intendere che una soluzione ci sarebbe. Intanto, l'unica certezza è che la Giunta regionale, nella seduta del 27 agosto scorso, ha deciso di non costituirsi in giudizio contro l'eccezione di incostituzionalità avanzata dall'esecutivo Renzi all'articolo 1 della L.R. 13/2015, finalizzata proprio a contrastare la costruzione del metanodotto Sulmona - Foligno.

Opera che il Governo ha dichiarato strategica. Perché è considerata tanto importante?

Nei progetti dell'esecutivo, il gasdotto 'Rete Adriatica' che correrà da Brindisi a Minerbio per quasi 700km, tagliando l'Abruzzo a metà, e in zona altamente sismica, dovrebbe allacciarsi al TAP, l'opera che connetterà Italia e Grecia attraverso l'Albania per portare in Europa gas naturale dalla zona del Caucaso, del Mar Caspio e, chissà, del Medio Oriente.

E il tratto Sulmona - Foligno, in questo quadro, assume importanza centrale. Come lascia intendere la scelta del nome (Rete Adriatica), i corridoi di passaggio del gasdotto erano stati individuati lungo la costa. Oggi, il progetto prevede - al contrario - soltanto un tratto di lungomare. Da Biccari (Foggia) in poi, le difficoltà geologiche e un elevato grado di urbanizzazione della costa hanno imposto la scelta di un tracciato più interno. Appunto, sulle montagne molisane fino ad arrivare in Abruzzo e, di qui, su per Foligno fino in provincia di Bologna.

E i motivi sono anche, e soprattutto, economici: tra Campochiaro (in provincia di Campobasso) e Sulmona esiste già un tratto del gasdotto Transmed che ha suggerito di sfruttarne il corridoio. Un gasdotto costa circa 2 milioni di euro per ogni chilometro, sfruttare il tunnel abruzzo-molisano vorrebbe dire risparmiare almeno 50 milioni. Ecco perché, per Snam, è cruciale l'Abruzzo interno. Ecco perché la società intende localizzare la centrale di compressione proprio a Sulmona. Nonostante si tratti di una zona a forte rischio sismico e di grande pregio ambientale. Il metanodotto, infatti, taglierebbe 3 parchi nazionali, un parco regionale e oltre 20 siti di rilevanza comunitaria.

Le pressioni sono fortissime. Il Governo ha come priorità assoluta la realizzazione della infrastruttura energetica in tempi brevi. In altre parole: il progetto si farà, e passerà in Abruzzo. La speranza è che si riesca almeno a rivederne il tracciato. "La nostra posizione - ha spiegato in più di una occasione Luciano D'Alfonso - non è un 'no' a qualsiasi infrastruttura energetica. La Regione dice no a questa attuale allocazione, ma siamo pronti ad entrare nel merito, con il governo e con la Snam, per cercare di trovare soluzioni alternative che rispettino i beni irripetibili del nostro ambiente e del nostro territorio".

Il silenzio che avvolge, oramai da qualche mese, l'intera vicenda, non lascia affatto tranquilli. A meno che D'Alfonso, come ha lasciato intendere, non tiri fuori davvero il coniglio dal cilindro. Tra qualche ora, ne sapremo qualcosa di più.

Ultima modifica il Lunedì, 14 Settembre 2015 16:29

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