Battibecco con botta e risposta di comunicati stampa tra educatrici precarie della cooperativa che lavora negli asili nido comunali dell'Aquila e le altre precarie interne al Comune, sempre nell'ambito dell'educazione e dell'infanzia. Due comunicati piuttosto particolari, che dimostrano quanto sia tesa l'aria, in queste settimane, sulla questione degli asili nido e del rinnovo della forza lavoro precaria all'interno degli enti pubblici, anche alla luce di provvedimenti nazionali come il Jobs act.
Una guerra dei poveri che non giova a nessuno, se non alle ormai radicate politiche di austerità e di risparmio della spesa pubblica. (m. fo.)
La nota completa delle educatrici della cooperativa
Ora basta, ci siamo stancate di essere considerate lavoratrici di serie B! Siamo 15 tra ausiliarie ed educatrici e più o meno da 16 anni lavoriamo presso gli asili nido comunali dell'Aquila per conto di una cooperativa.
Anche noi siamo rimaste senza lavoro, ma nessuno ci nomina, siamo anche noi precarie, ma senza diritti! I nostri anni di lavoro non sono stati riconosciuti né nel tanto citato concorso della protezione civile per l'emergenza del terremoto che doveva durare 6 mesi e in cui sono rientrate le educatrici precarie, né nel concorso che il Comune ha indetto circa tre anni fa per assumere personale ausiliario a tempo indeterminato. In quest'ultimo la clausola che riconosceva come punteggio 3 mesi di lavoro, è magicamente scomparsa una settimana prima della chiusura del concorso.
Riteniamo inoltre offensiva la frase detta da qualche educatrice precaria del Comune: "Non vogliamo essere denigrate a socie di una cooperativa", in questo modo offendono la nostra professionalità. Essere della cooperativa non vuol dire avere meno qualifiche o meno titoli. Anche noi vorremmo avere un lavoro a tempo indeterminato negli asili. Ma con un concorso serio che tenga conto dei titoli e degli anni di esperienza! Siamo stanche che ancora oggi esistano lavoratori di serie A e di serie B.
La risposta delle precarie del Comune
Siamo francamente sconcertate dal tono e dai contenuti del comunicato delle precarie delle cooperative apparso oggi sugli organi di stampa.
Non siamo minimamente interessate a scatenare una guerra tra i poveri - obiettivo che ancora oggi sembra essere velatamente perseguito da alcuni ambienti del Comune - bensí esclusivamente a giungere ad una soluzione positiva della vertenza. Non sfuggirà alle amiche della cooperativa che non appena l'amministrazione rinnoverà i nostri contratti, gli asili potranno finalmente riaprire e anche loro riprenderanno il servizio. Riteniamo che si possa procedere tutti insieme, benché si sia in una posizione lavorativa scaturita da percorsi evidentemente diversi. Probabilmente è stato equivocato e frainteso il senso delle nostre proteste e l'obiettivo che stiamo perseguendo con il presidio.
Per questo invitiamo le lavoratrici della cooperativa ad evitare di promuovere una polemica sterile - utile solo ai meschini giochetti di qualche dirigente - e di unirsi al presidio: uniti nella lotta per difendere il diritto al lavoro.