Giovedì, 24 Settembre 2015 12:16

Accord Phoenix, botta e risposta tra Cialente e il senatore Di Biagio

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Si infiamma il clima politico, a seguito dell'interrogazione parlamentare presentata da undici senatori, alcuni del Partito Democratico, in relazione alla legittimità del contributo di poco meno di 11 milioni deciso da Invitalia nel luglio scorso come incentivo pubblico all'insediamento di Accord Phoenix.

Cialente - in una nota - ha chiaramente lasciato intentere che, dietro l'interrogazione, si nascondano gli interessi di alcune lobby, in particolare "di alcune aziende o meglio associazioni consortili che in Italia, in un regime di monopolio (cosa ne pensa l'Europa?) gestiscono i RAAE, vale a dire i rifiuti elettronici. Un regime consortile monopolistico, senza libero mercato - ha attaccato il primo cittadino - che passa poi ad aziende la lavorazione. Su questa vicenda, ho fatto un po' di ricerche, e mi risulta che alcune aziende sono state oggetto e sono oggetto di indagini della Guardia di Finanza. Insomma di questi RAAE non sempre si conosce la fine che fanno (andrebbero anche all'estero). E' davvero un bell'affare!".

Il sindaco dell'Aquila ricorda che le tonnellate di RAEE stimate in Italia sarebbero circa 12 kg ad abitante, prudenzialmente si parla di 2,5 milioni di tonnellate. "Cosa dice l'interrogazione?", si domanda. "Scusate. Ma stiamo tanto bene così. In Italia ci lavorano 100 persone. Perché cambiare? Perché far si che queste forme consortili che fanno solo da tramite devono smettere di fare affari? Perché aprire il mercato? Perché lavorare meglio questi rifiuti, con una società italiana, recuperando tutti i materiali? Perché aprire il mercato?".

Su questo risponderà il governo, evidentemente. Ma la riflessione di Cialente è ben più ampia: "Questa interrogazione è targata tutta NCD-Scelta civica (anche il primo firmatario, oggi PD, viene da quelle fila)", sottolinea. Domandandosi poi il motivo della firma della senatrice Chiavaroli, "fino a prova contraria senatrice abruzzese", su una interrogazione che solleva dubbi su "un insediamento nella propria regione che porta il più grande investimento in numero di addetti degli ultimi due anni in Abruzzo. Si preoccupa di lavoratori (giustamente) del resto d'Italia. Ed i nostri? Eppure c'è un mercato che ne potrebbe occupare 500, 1000 di lavoratori! Qualcosa non mi torna".

Dunque, Cialente arriva al punto: "Tutti sappiamo che Giorgio De Matteis si sta avvicinando, nel suo girovagare fra i partiti italiani, a NCD. Gli chiedo ufficialmente di smentire che egli sia coinvolto in questa vicenda. Ultima cosa, seria. Chiedo alla Senatrice Stefania Pezzopane, di farsi carico di presentare lei un'interrogazione per fare chiarezza sul mondo dei RAEE in Italia, meglio ancora chiedere una Commissione d'Indagine della Commissione Ambiente e Territorio. Renderebbe un buon servizio all'Italia, più che ai lavoratori aquilani".

Insomma, il sindaco dell'Aquila paventa l'intervento di lobby economiche che avrebbero fatto pressioni sui parlamentari avvalendosi, anche, di politici locali. De Matteis, per intenderci, che non ha mancato di replicare al primo cittadino: "Apprendo con stupore, dagli organi di informazione, che il sindaco Cialente, in una ulteriore fase di delirio, ritiene che vengano orditi complotti su complotti. Appare singolare, dopo le vane promesse di Cialente e compagnia riguardo ad assunzioni mai avvenute, che il sindaco non si ponga problemi ben più seri riguardo a questa vicenda. In particolare sul fatto che siano stati ottemperati tutti gli adempimenti prescritti da Invitalia, come noi sottolineammo mesi fa, e circa la natura di questa società, che continua ad essere poco chiara. Queste e altre sono le cose che avrebbero dovuto attivare i campanelli di allarme", ha sottolineato il consigliere comunale. 

La durissima presa di posizione di Cialente ha scatenato reazioni e polemiche anche a Roma. "Lascia senza parole che un sindaco di una città come L'Aquila, che ha vissuto stagioni particolarmente critiche e che dunque meriterebbe di essere gestita con adeguata chiarezza, si abbassi al peggior gossip politico accusando ben undici senatori della Repubblica, molti del suo stesso partito, di piegarsi a pseudo-lobby territoriali e commerciali e nel contempo, bypassi grossolanamente gli elementi delicati delle questioni affrontate nell'atto incriminato, permettendosi di inquadrarlo come frutto della dettatura 'di alcune aziende o meglio associazione consortili che in Italia, in un regime di monopolio gestiscono i RAAE, vale a dire i rifiuti elettronici" citando le sue stesse parole'".

A dichiararlo, in una nota, è stato il senatore di Area Popolare Aldo Di Biagio, tra i firmatari dell'atto depositato nei giorni scorsi al Senato. "Il Sindaco Cialente - ha sottolineato Di Biagio - che tanto si è battuto per la realizzazione di questo progetto, piuttosto che trovare forzati calcoli simil politici alla base dell'atto parlamentare, avrebbe il dovere di dare risposte alle molteplici anomalie che condizionano un progetto profumatamente finanziato dallo Stato, dalle opacità dell'assetto societario dell'azienda capofila fino all'assoluta discutibilità della mole dell'investimento complessivo per un impianto che dovrebbe valere molto meno".

Poi, Di Biagio non ha mancato un ultimo affondo al primo cittadino: "Condivido l'auspicio di costituire una Commissione d'Indagine della Commissione Ambiente e Territorio - ha replicato il senatore - che verrà chiaramente richiesta in un atto di sindacato ispettivo che depositeremo a breve, anche perché, vorrei ricordare al Sindaco che il 'croato', cioè il sottoscritto, è anche Vice presidente di quella Commissione Ambiente di cui lui auspica l'intervento".

De Matteis: "Delirio di Cialente"

Apprendo con stupore, dagli organi di informazione, che il sindaco Cialente, in una ulteriore fase di delirio, ritiene che vengano orditi complotti su complotti.

Mi riferisco alle dichiarazioni sull'interrogazione parlamentare, a firma di senatori del Pd e dell'Ncd, su Accord Phoenix.
Appare singolare, dopo le vane promesse di Cialente e compagnia riguardo ad assunzioni mai avvenute, che il sindaco non si ponga problemi ben più seri riguardo a questa vicenda.

In particolare sul fatto che siano stati ottemperati tutti gli adempimenti prescritti da Invitalia, come noi sottolineammo mesi fa, e circa la natura di questa società, che continua ad essere poco chiara.

Queste e altre sono le cose che avrebbero dovuto attivare i campanelli di allarme. Invece oggi il sindaco Cialente, in pieno delirio persecutorio, cerca di trovare altrove le risposte alle sue responsabilità. Cialente stia sereno, come disse Renzi e Letta... (tanto tutti sanno come andò a finire).

Ultima modifica il Venerdì, 25 Settembre 2015 02:46

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