E’ stata scritta una nuova, terribile, pagina nel racconto razzista ed ignorante iniziato dal vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, storico esponente della Lega Nord che sabato, a Treviglio, ha paragonato Cecile Kyenge ad un orango. Purtroppo, la pagina è stata scritta a Pescara.
La ministra per l’Integrazione, arrivata in Abruzzo per partecipare ad un dibattito su immigrazione e cittadinanza, è stata accolta da cappi simbolici alle cui estremità sono stati posti dei manifestini “contro l’immigrazione” e contro “qualsiasi forma di Ius Soli”, firmati da Forza Nuova. Li hanno affissi nella notte, nel perimetro esterno della Provincia di Pescara, militanti della formazione di estrema destra.
Un'azione vergognosa e violenta. "Dobbiamo far passare dei messaggi che non istigano ad odio e violenza", ha detto Cecile Kyenge. "Sicuramente non è mio compito rispondere alla violenza con la violenza. Il mio compito è quello di dare una guida ai nostri giovani, all'Italia, perché l'Italia non è razzista e chi vuole soffocare questa parte dell'Italia non razzista farà fatica a farlo".
Parole di grande equilibrio: la Ministra, in queste ore, ha evitato di alimentare le polemiche. Che, però, si sono fatte di ora in ora più furenti. "Quello che sta succedendo è un'altra pagina vergognosa nel nostro paese su questi temi”, ha sottolineato il premier Enrico Letta, “l'Italia oggi è presente sulla stampa estera per questa vicenda: è una vergogna".
"Faccio appello a Maroni - ha aggiunto - perché chiuda questa pagina rapidissimamente altrimenti si entra in una logica di scontro totale che non serve a lui, non serve a nessuno, non serve al Paese. È una pagina veramente insostenibile, a Maroni un appello sincero privo di strumentalizzazioni».
Con una nota, il Partito democratico ha chiesto formalmente le dimissioni di Calderoli: "Adesso basta. Non si può lasciare spazio al razzismo, all'insulto, all'istigazione dei peggiori istinti. Non si tratta di chiedere scusa o di smentire battute. Non si può tergiversare o minimizzare". Le parole del leghista, infatti, "sono una manifestazione di irresponsabilità. Non si può lasciare che resti al proprio posto di rappresentante delle istituzioni chi usa le parole come clave per fomentare il razzismo e dileggiare una donna e un ministro", si legge nella nota.
La Lega, però, non sembra avere intenzione di fare passi indietro: gli ascoltatori di Radio Padania si sono dichiarati infastiditi dalle polemiche, il consigliere provinciale di Monza Paola Gregato ha ironizzato parlando di offesa per l’orango, addirittura Matteo Salvini si è scagliato contro il Presidente della Repubblica che si era espresso molto duramente sulla vicenda: “Napolitano si indigna per una battuta di Calderoli. Ma Napolitano si indignò quando la Fornero, col voto di Pd e Pdl, rovinò milioni di pensionati e lavoratori?”, ha scritto l'esponente leghista su Facebook. «Io mi indigno con chi si indigna. Napolitano, taci che è meglio!” C’è poi chi se la prende, di nuovo, con Cecile Kyenge: “Mi dà fastidio che sia ministro di quel Ministero, semplicemente perché lei è entrata nel nostro Paese come clandestino, e non credo che una persona che entra così nel nostro Paese possa poi fare il Ministro dell'integrazione”, ha detto il segretario della Lega Nord dell'Emilia Romagna, Fabio Rainieri.
Parole che non fanno altro che alimentare odio e violenza, come quella espressa a Pescara dagli attivisti di Forza Nuova. Una deriva davvero pericolosa.
Le reazioni.
"Riaffermo tutta la mia solidarietà e vicinanza al ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge, dopo il triste e inaccettabile episodio verificatosi a Pescara, per mano di alcuni militanti di Forza Nuova". Lo ha dichiarato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, che ha aggiunto: "Ogni rigurgito di intolleranza e di razzismo va condannato con fermezza".
"Auspichiamo finalmente che la Repubblica, con le sue leggi che esistono, si difenda e prenda provvedimenti adeguati per chi si pone, per l'ennesima volta, fuori dalla Costituzione e dalla democrazia". E' quanto afferma il comitato provinciale dell'Anpi di Pescara "Ettore Troilo" dopo il gesto messo in atto da Forza Nuova in occasione della visita del ministro Kyenge. Per l'Associazione nazionale partigiani d'Italia è anche un "dovere di risposta da parte delle istituzioni repubblicane. Bisogna dire che Forza Nuova abruzzese e il suo prode presidente - afferma l'Anpi - non perdono occasione per dimostrare la loro profonda ignoranza, per chiamarsi fuori da ogni legalità costituzionale e per evocare i peggiori fantasmi della nostra storia recente".
"Sconcerto e delusione" per le offese al ministro Cecile Kyenge vengono espressio in una nota dalla consigliera regionale del Pd, Marinella Sclocco. "Ero presente stamane in Provincia all'incontro con il ministro Kyenge. Ho avuto modo di apprezzare personalmente il suo spessore d'animo, la forza e la convizione nella missione che compie ogni giorno a favore dell'integrazione. Vorrei esprimere in mio disappunto e la mia solidarietà - afferma Sclocco - per gli spiacevoli atti offensivi nei confronti della sua persona e di comunicarle il mio impegno per l'integrazione. Chiaramente, lei non si lascia intimidire da simili orrende e disdicevoli cadute di stile. In questo il mio sostegno, in particolar modo quando determinati atti sono a sigla di Forza Nuova che ancora una volta usa la violenza il vilipendio per esprimersi. Un atto vigliacco e consapevole di reato - conclude la consigliera regionale - visto che perpetrato di notte".
Anche il segretario Pd Stefano Casciano condanna la protesta di Forza Nuova contro il ministro Kyenge. "Si è trattato - afferma - di un atto vile e meschino, non certo degno di una città come Pescara e che non rappresenta affatto il pensiero della maggioranza dei pescaresi. Condanno con forza l'atto offensivo e razzista e esprimo tutta la mia solidarietà, e quella del partito democratico, al ministro Kyenge, a cui auguro di proseguire con serenità e tenecia, le stesse che ha dimostrato fino ad oggi, il suo lavoro, ricordandole che l'Italia e Pescara sono con lei".
"Esprimo a nome mio personale e dell'intera città di Pescara, oltre che della nostra amministrazione comunale, la ferma condanna per il gravissimo episodio messo in atto quest'oggi da un movimento politico nei confronti di un Ministro della Repubblica, un rappresentante dello Stato, ed esprimo nei confronti del Ministro per l'Integrazione Kyenge la massima solidarietà e vicinanza. Pescara non e' una città razzista, anzi è la città dell'accoglienza, della solidarietà e della prossimità, e non tolleriamo simili comportamenti che superano i limiti del decoro e del legittimo scontro politico. E' evidente che tale episodio non è una ragazzata, né puo' essere considerata una bravata e sono certo che dagli Organi Inquirenti sarà fatta piena luce e verrà garantito il rispetto della persona". Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia commentando quanto avvenuto oggi, ossia la collocazione di cappi all'ingresso della Provincia di Pescara dove in mattinata era atteso il Ministro Kyenge. "E' purtroppo sempre più evidente che tali episodi siano figli di un clima politico avvelenato, a livello locale così come a livello nazionale - ha sottolineato il sindaco - in cui si fa sempre più fatica a distinguere la polemica politica dall'attacco personale che, in questo caso, ha generato un grave atto di intolleranza nei confronti di un Ministro della Repubblica, un rappresentante dello Stato, dimostrando peraltro anche assenza di rispetto per la persona e per i principi della Costituzione".
"Condanniamo con formezza questi gesti inqualificabili che denotano solamente un alto grado di inciviltà soprattutto su un argomento importante e delicato come quello affrontato oggi nel convegno a Pescara. A nome mio personale e quello del Pdl abruzzese esprimo la solidarietà al ministro Kyenge". Così in una nota il coordinatore regionale del PdL Filippo Piccone, in merito al gesto che alcuni militanti di Forza Nuova hanno avuto in occasione di un convegno sull'immigrazione a Pescara dove ha preso parte il Ministro per l'integrazione Cecile Kyenge.