Lunedì, 05 Ottobre 2015 16:23

Stabilizzò precari e ridusse lo stipendio al direttore, Petrilli rischia il carcere

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Un giudizio inaspettato. E' quello della Corte d'appello che ha confermato gli otto mesi di carcere (senza condizionale!) a Giulio Petrilli per abuso d'ufficio, in quanto avrebbe stabilizzato cinque precari all'ARET (l'Agenzia regionale per l'edilizia), di cui è stato Presidente del Consiglio d'amministrazione fino al 2008, e avrebbe ridotto pesantemente lo stipendio del direttore.

Una condanna paradossale se si pensa che l'Ente al tempo non aveva neanche un lavoratore stabile. E infatti Perilli attacca: "Ho ridotto i costi facendo in modo che non ci fossero più consulenze esterne. Sono innocente, certo di aver fatto una cosa giusta in linea con quanto dice la costituzione sul diritto al lavoro!".

Perilli in gioventù ha affrontato già sei anni di ingiusta detenzione per un reato "banda armata", da cui poi è stato assolto.

I giudici del primo grado e la Corte d'Appello ora non gli hanno concesso neanche la condizionale, chissà forse proprio in virtù di altri piccoli reati politici commessi in gioventù: "Va a finire che con tutto quello che succede a L'Aquila nel dopo terremoto, in carcere ci vado io per aver stabilizzato dei precari. Vogliono tapparmi la bocca - attacca PEtrilli - per le battaglia che ho sempre fatto contro l'ingiusta detenzione, il carcere duro e le nefandezze denunciate nel dopo sisma".

"Speriamo - conclude Petrilli - che il giudizio possa ribaltarsi in sede di Cassazione".

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