Non sarà il Tribunale di Pescara ad occuparsi del procedimento riguardante presunti rimborsi facili alla Regione Abruzzo a carico degli ex assessori regionali di centrodestra Mauro Di Dalmazio, Angelo Di Paolo e Gianfranco Giuliante.
Il gup Gianluca Sarandrea, su richiesta del pm Gennaro Varone, ha infatti dichiarato l'incompetenza territoriale del Tribunale del capoluogo adriatico: i fatti contestati a Di Dalmazio e Di Paolo sono di competenza del Tribunale di Roma, quelli contestati a Giuliante del foro di Livorno.
Nello specifico, i tre sono accusati di peculato: Di Dalmazio, inoltre, deve rispondere anche di truffa. All'ex assessore, vengono contestate una trentina di missioni e l'utilizzo reputato improprio della carta di credito della Regione, come a Giuliante e Di Paolo.
L'inchiesta di Pescara aveva suscitato un terremoto politico, a qualche mese dalle elezioni regionali che avrebbero, di lì a poco, incoronato governatore Luciano D'Alfonso. Con il passare dei mesi, va pian piano sgonfiandosi: sono state infatti già archiviate le posizioni degli ex assessori e consiglieri Lanfranco Venturoni, Carlo Costantini, Federica Carpineta, Giorgio De Matteis, Cesare D’Alessandro, Riccardo Chiavaroli, Franco Caramanico, Nicola Argirò, Emilio Nasuti, Alessandra Petri, Antonio Prospero, Lorenzo Sospiri, Giuseppe Tagliente, Luciano Terra e Nicoletta Verì.
Stralciate anche le posizioni dell'ex presidente Gianni Chiodi, di Nazario Pagano, oltre che di Alfredo Castiglione, Paolo Gatti, Mauro Febbo e Carlo Masci per competenza territoriale: le loro posizioni saranno giudicate dalle procure di Roma, Verona e Rimini. De Fanis, invece, giudicato per competenza a Roma, è stato assolto dal giudice per l'udienza preliminare Alessandro Arturi.