Sono arrivati in più di 500 da tutto l'Abruzzo, con maggiori presenze in autobus da Lanciano e Pescara, i manifestanti contro il progetto Ombrina Mare e le trivellazioni nell'Adriatico, che da stamane hanno presidiato di fronte l'ingresso del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) in via Molise a Roma.
All'interno del palazzo, era stata convocata la conferenza dei servizi che avrebbe dovuto dare il via definitivo a Ombrina, un programma di trivellazioni a pochi chilometri dalla costa dei trabocchi, contestato dalle comunità della costa stessa. In estate era arrivato il via libera dai ministeri dell'ambiente e dei beni culturali.
Oltre ai comitati contro la realizzazione del progetto Ombrina, presenti anche altre realtà che si oppongono alle trivellazioni in Adriatico, provenienti dalle Marche e da altre regioni costiere. In piazza anche alcuni movimenti romani e napoletani.
Momenti di tensione al passaggio di alcuni dirigenti ministeriali, con gli agenti in assetto antisommossa e qualche tafferuglio all'ingresso del Mise che non ha causato fortunatamente gravi conseguenze. Proteste dei manifestanti e cori sono stati intonati anche perché nessuna delegazione del fronte del no all'opera è stata ammessa all'audizione. Un tecnico comunale di Vasto (Chieti) aveva infatti richiesto di essere ascoltato in conferenza di servizi: è stato preso il suo nominativo ma non è riuscito a entrare, come anche i consulenti di Mario Mazzocca, sottosegretario di D'Alfonso in rappresentanza della Regione Abruzzo, l'unico ammesso alla riunione.
Intorno alle ore 12, la notizia del rinvio della decisione sull'approvazione definitiva di Ombrina da parte dell'organo ministeriale. La conferenza si riunirà nuovamente tra tre settimane.
Il presidio, che ha affollato il centro di Roma tutta la mattinata, è rimasto fino al primo pomeriggio, quando sono ripartiti gli autobus con a bordo i manifestanti giunti nella Capitale.
"La conferenza di oggi è stata rinviata per le pressioni degli abruzzesi sotto il Ministero - ha evidenziato a NewsTown Fabiano Di Berardino, dei comitati No Ombrina - la battaglia contro le trivelle si sta allargando e anche in Abruzzo abbiamo capito che dobbiamo unire le lotte territoriali. Avanti così".