Mercoledì, 21 Ottobre 2015 10:45

Thales Alenia, l'allarme dei sindacati: "Stabilimento a rischio chiusura"

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I sindacati lanciano un allarme rosso sul rischio chiusura dello stabilimento Thales Alenia e di altri importati stabilimenti industriali situati nella provincia dell'Aquila.

Secondo Cisl, Uil e Ugl, come riporta Il Centro, "la riorganizzazione in atto all’interno di Finmeccanica, che entro l’anno passerà da società per azioni in linee di business, rischia di far saltare l’insediamento Thales Alenia e di lasciare il settore aerospaziale italiano nelle mani dei francesi. Un disimpegno che, per la provincia dell’Aquila, si traduce nella perdita di circa 700 posti di lavoro, tra indotto e aziende che ruotano intorno al comparto dello spazio e delle telecomunicazioni".

A sollevare il problema sono stati Giovanni Di Sero, segretario regionale Fim-Cisl; Michele Paliani, segretario provinciale Uilm-Uil; e Domenico Amiconi, Ugl metalmeccanici.

"Il pacchetto azionario della Thales Alenia" hanno spiegato Cisl, Uil e Ugl "è, al momento, per il 67 per cento nelle mani dei francesi. I patti parasociali scadranno a dicembre; in assenza di una rinegoziazione, che possa prevedere anche un riequilibrio delle quote, con il 50% a carico di Finmeccanica, rischiamo di perdere il settore spazio in Italia. Una situazione analoga la stia vivendo il settore militare con lo stabilimento Selex e il centro di ricerca e sviluppo dell’Aquila".

In pericolo ci sarebbe anche un altro grande stabilimento industriale provincia dell'Aquila, la Magneti Marelli di Sulmona.

"Attualmente" ha affermato Michele Paliani "i 636 dipendenti lavorano in regime di contratto di solidarietà, ma l’azienda ha un problema organizzativo sulla qualità e sulla turnazione, che non è uguale per tutti i lavoratori. C’è poi un evidente scollamento tra direzione del personale e maestranze. C'è un clima che non favorisce le relazioni sindacali e sulla necessità di evitare il ricorso allo straordinario, riequilibrando i turni e le ore lavorative per non creare disparità di trattamento tra i lavoratori dello stabilimento".

I sindacati, riferisce sempre Il Centro, hanno chiesto un incontro urgente con l’azienda, dopo lo sciopero che è stato attuato venerdì scorso, ma non da tutte le sigle sindacali, nelle due ultime ore lavorative di ogni turno. Sciopero che ha ottenuto un’altissima adesione da parte dei lavoratori: 65 per cento nel primo turno, 70 % nel secondo e cento per cento, infine, nel terzo turno.

Quella paventata da parte dei sindacati - che si sono detti preoccupati anche per la situazione dell'ex Otefal ("dovevano essere riassorbiti 50 lavoratori, ne sono stati assunti 20") e per lo stop che ha subito il finanziamento dell'Accord Phoenix in seguito alle interrogazioni parlamentari, presentate dallo stesso Pd, è insomma una vera e propria desertificazione del settore industriale in tutta la provincia dell'Aquila.

Non si allinea a Cisl, Uil e Ugl la Fiom-Cgil, sindacato maggioritario in Thales, che invece sottolinea con una nota la "seria contrazione delle attività" di Hi-Tech Srl, azienda che trova la sua sede in località Boschetto di Pile, che fa parte dell'indotto ex Siemens e che si occupa di produzione di componenti elettronici per satelliti.

Fiom-Cgil L'Aquila: "Chiediamo a Regione confronto immediato su situazione Hi-tech"

Hi-tech è una realtà importante dell'indotto legato al settore dello spazio e non solo. Da alcuni mesi, a causa delle difficoltà che l'intero comparto sta vivendo, questa azienda ha subito una seria contrazione delle attività con il conseguente aumento della cassa integrazione.

In occasione dell'ultimo incontro svoltosi in Prefettura il 13 ottobre sul tema dei nuovi ammortizzatori sociali, la Fiom-Cgil della provincia dell'Aquila ha posto, tra gli altri, anche il problema di questa realtà aquilana e le conseguenze preoccupanti che l'applicazione dei nuovi ammortizzatori sociali avrà sui lavoratori.
 
La Fiom-Cgil della Provincia di L'Aquila ritiene che le elevate professionalità presenti all'interno di Hi-tech rischino di essere penalizzate e che di conseguenza il nostro territorio sia seriamente esposto a una grave perdita di know-how. Oggi più che mai c'è bisogno di una risposta immediata per una realtà dell'aquilano così importante.
 
Per questi motivi la Fiom-Cgil ha chiesto alla Regione Abruzzo un tavolo di confronto immediato.

Ultima modifica il Mercoledì, 21 Ottobre 2015 13:28

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