Giovedì, 18 Luglio 2013 10:38

San Salvatore, chiude medicina. Silveri: “E’una presa in giro”

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Sono giorni di attesa e di speranza, quelli che sta vivendo il reparto di medicina interna ospedaliera del San Salvatore dell’Aquila. Da un lato, si aspetta che il 27 luglio, ad un mese dall’atto aziendale che riorganizza l'ospedale, si concretizzi la soppressione dello storico reparto aquilano. Dall’altro, c’è la speranza del personale medico e sanitario che ciò non avvenga. Sembra, infatti, che in ospedale si stiano raccogliendo le firme per fermare l’inevitabile decisione presa dalla Asl n.1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila.

Lo conferma lo stesso Direttore generale della Asl, Giancarlo Silveri, che ai nostri microfoni ha commentato quello che sta accadendo al San Salvatore. “So che stanno raccogliendo delle firme - ha detto - ma la sanità non si può fare per referendum, se prima non si spiega bene il piano complessivo e che cosa si sta tentando di fare. La gente sente che chiude medicina e pensa che non ha più assistenza. E’ una presa in giro.”

Come avevamo già scritto, raccontando dell'imminente chiusura del reparto, la decisione dell'Azienda sanitaria ha scatenato le proteste dei medici che hanno denunciato il venir meno di una realtà importante per la sanità pubblica locale. “Il rammarico delle persone non riesco a comprenderlo - ha commentato Silveri - non ne conosco la motivazione e non la capisco. I tanti ricoveri continueranno ad essere assicurati”, ha chiarito. “E’ un’operazione che invece di accorpare due reparti uguali (medicina universitaria e medicina ospedaliera, ndr) crea una specialistica di approfondimento alla medicina. Il problema è che, evidentemente, il personale aspirava ad avere la direzione dell’Unità Operativa Complessa”.

Non la pensa così il Sindaco dell’Aquila, nonché medico del San Salvatore, Massimo Cialente, il quale ricorda che durante la convocazione del comitato ristretto dei sindaci “con il primo cittadino di Avezzano chiedemmo che le medicine ospedaliere rimanessero dei reparti complessi, per un'impostazione anzitutto concettuale. Ritengo, infatti, che la medicina sia il punto di arrivo del paziente, le specializzazioni vengono dopo.”

Il Sindaco, insomma, si schiera dalla parte di chi vuole salvare il reparto: “ritengo che la medicina vada mantenuta almeno come nucleo – ha affermato - poi vedremo cosa fare nei prossimi anni. Per questo ho chiesto che non venga fusa con quella universitaria.”

Le decisioni tuttavia sono già state prese in un atto aziendale che, come spiegato, giustifica la sostituzione di Medicina ospedaliera con il nuovo reparto di “Immunologia e malattie del connettivo” come risultato di un’inevitabile razionalizzazione di risorse economiche e strutturali. A sentire Silveri, come in gran parte delle Asl italiane, anche all’Aquila i tagli sono dovuti al fatto che “negli anni passati abbiamo fatto un po’ troppo quello che volevamo e non quello che ci potevamo permettere e quindi è ora necessaria un’azione di revisione dell’esistente.”

Non si tratterebbe quindi, secondo il manager della Asl, di un’operazione di respiro locale. “Al di là di quelle che sono le scelte nostre - ha spiegato - ci sono stati una serie di provvedimenti nazionali che standardizzano le strutture ospedaliere. Nel nostro caso, sono previste un massimo di 23 Unità Operative Complesse (U.O.C.) e 30 Unità Operative Semplici (U.O.S.)”.

Ma come viene stabilito quali sono unità semplici e quali complesse? Il sindaco Massimo Cialente ha le idee chiare e spiega che il problema è, ancora una volta, politico. “Credo che il problema sia non aver stabilito dei criteri a monte, anche da parte della Regione, su quali dovessero essere le unità operative complesse e quali quelle semplici. Se non si mettono dei paletti come abbiamo fatto noi con i dirigenti – sulla complessità, sul ruolo che svolge la mobilità attiva o passiva – è naturale poi che vengano fuori delle anomalie. E continua: “Ad Avezzano il reparto di oculistica è un'unità complessa mentre all'Aquila è un'unità semplice. Perché? Perché nella Marsica c'è un consigliere regionale che strilla e all'Aquila no? La verità è che ci vorrebbe una Regione un po' più sveglia. L'operazione di individuare prima in base a quali criteri hai unità operative semplici o complesse non è stata fatta perché chiaramente manca una guida a livello regionale. Per fortuna il nuovo sub commissario sta cercando di rimettere un po' di ordine nella latitanza completa di Gianni Chiodi”.

La scelta impopolare della soppressione di Medicina interna non è solo l’ennesima conseguenza della spending review, ma il primo passo verso l’ospedale del futuro. Il nuovo abito che la sanità italiana indosserà, come ha spiegato Silveri, sarà fatto da ospedali privi di reparti, gli assetti organizzativi tradizionali, e basati invece su sezioni più ampie in cui i pazienti verranno curati in base all’intensità più o meno grave della malattia. In questo senso, il Direttore generale apre ad una probabile ridistribuzione dei 20 posti letto assicurati al nuovo reparto di Immunologia, un numero evidentemente eccessivo per un reparto specialistico: “è probabile verranno aumentati i posto letto della medicina generale. Per il paziente non cambierà nulla: dal momento che i due reparti fanno parte dello stesso dipartimento medico, c’è interscambiabilità di posti”.

Scelte che non piacciono al sindaco dell’Aquila che non ha mancato di rivendicare l’importanza del suo ruolo istituzionale nel determinare le sorti della sanità pubblica locale: “Mi spiace che i medici del Consiglio dei sanitari e i sindacati dicano che i sindaci non debbano avere voce in capitolo sulla sanità”, ha detto Cialente. "Credo sia meglio che a parlare della sanità siano i sindaci, che hanno una visione disinteressata, piuttosto che i medici che, non c'è niente da fare, sono oggettivamente interessati alle proprie carriere”. Peccato che il sindaco dell'Aquila sia anche un medico. Ma questo è un altro discorso.

Ultima modifica il Sabato, 27 Luglio 2013 14:14

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