"Nel corso di un incontro convocato dal vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, d’intesa col Sindaco dell’Aquila ed alla presenza del nuovo Direttore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Domenico Nicoletti, del capogruppo del PD al Consiglio Comunale Stefano Palumbo e del Presidente della Commissione Territorio del Comune dell’Aquila Enrico Perilli, Lolli ha convenuto con i rappresentanti delle associazioni ecologiste riunite nel cartello “EmergenzAmbiente Abruzzo” sulla necessità di una serie articolata di interventi prioritari, necessari per assicurare al Gran Sasso un deciso rilancio delle attività economiche legate al turismo ed insieme un netto miglioramento della qualità dell’ambiente e del turismo stesso".
Si legge in una nota firmata da Stefano Allavena (LIPU), Mario Marano Viola (Mountain Wilderness), Stefano Orlandini (Salviamo l’Orso), Bruno Petriccione (WWF, Touring Club Italiano) ed Enrico Perilli (Prc), presenti all'incontro. Incontro che ha sancito la 'pace' tra l'amministrazione comunale e le associazioni ecologiste, sotto la regia del vicepresidente della Giunta regionale, sul piano di sviluppo del Gran Sasso.
Tutti i partecipanti all’incontro, infatti, si sono trovati d’accordo su alcuni interventi prioritari, da finanziare con urgenza utilizzando tutte le risorse messe a disposizione dalla Regione, dallo Stato e dall’Unione Europea. Intesa anche sulla seggiovia delle Fontari, la principale tra le questioni discusse, che verrà realizzata sul tracciato preesistente.
Hanno vinto le associazioni ecologiste, insomma.
Accordo raggiunto, inoltre, sul mantenimento degli attuali confini del Parco Nazionale del Gran Sasso e delle relative aree della Rete Natura2000 dell’Unione Europea (Zone di Protezione Speciale e Siti di Interesse Comunitario), sull'ammodernamento delle strutture turistiche esistenti, attraverso il restauro e la loro rimessa in efficienza, sulla realizzazione delle nuove Fontari - come detto - e delle strutture previste a Monte Cristo, tutte sui tracciati preesistenti, sul restauro dell’Albergo e dell’Ostello di Campo Imperatore, sulla sistemazione dei Rifugi del CAI e degli innumerevoli piccoli rifugi pastorali oggi per lo più in stato di degradazione ed abbandono.
E' stato condiviso anche il progetto di realizzazione di un grande percorso per lo sci di fondo e fondo-escursionismo centrato su Campo Imperatore, servito dagli impianti a fune esistenti e da quelli da ripristinare a Monte Cristo, nonché dai punti di ristoro e sosta offerti dai predetti rifugi pastorali (es.: traversata Assergi – Campo Imperatore – Piano di Voltigno). Si lavorerà alla realizzazione, sistemazione e valorizzazione di una moderna ed articolata rete di sentieri per escursioni giornaliere e trekking di lunga durata.
Pieno accordo, infine, su alcuni interventi di rinaturalizzazione del territorio, con relativo aumento della qualità ambientale, del valore dei servizi forniti dall’ecosistema e dell’occupazione locale: verranno smantellati e rinaturalizzati tutti gli impianti sciistici obsoleti o inattivi, con la chiusura al traffico privato della viabilità minore (S.S. n. 17 bis di Campo Imperatore dal bivio per Fonte Vetica all'Albergo di Campo Imperatore, reticolo di strade sterrate su Campo Imperatore, etc.), è stata prevista la rinaturalizzazione dei rimboschimenti a conifere e il recupero ambientale delle aree degradate e denudate (es.: ruderi di Fossa di Paganica, cave).
Comitato promotore referendum sul Parco: "Ci auguriamo di aver capito male"
"Leggendo la nota a firma delle associazioni riunite nel cartello EmergenzAmbiente Abruzzo, ci sembra che il menù del pranzo matrimoniale tra l’Amministrazione comunale e le sigle ecologiste sia già stato fissato per la felicità di tutti i commensali invitati che vedono il Gran Sasso come un santuario della natura". A dichiararlo, in una nota, è il Comitato promotore per il referendum consultivo "Gran Sasso".
"Il tutto alla faccia di chi vive quei luoghi veramente e ne subisce in continuazione le scelte 'partorite' in un comodo salotto. Evitando commenti sulla sostituzione della seggiovia 'Fontari', come sempre il nostro Comitato ha sostenuto non essere il vero problema del Gran Sasso, la nostra attenzione si sofferma sulla stringente direttiva Habitat con la sua sconosciuta, ai più, 'Rete Natura 2000' composta dai Siti di Interesse Comunitario e dalle Zone di Protezione Speciale e, ovviamente, agli ormai anacronistici confini del Parco Nazionale Gran Sasso-Laga. Come abbiamo più volte urlato, la Rete Natura 2000 si estende oltre il dovuto contravvenendo alla stessa normativa che all’art. 2 comma 3 recita testualmente Le misure adottate a norma della presente direttiva tengono conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali".
"L'approvazione del Piano del Parco e l’esistenza del Piano d’Area non esimono il gestore del network Natura 2000 (Ente Parco) dall'applicare la normativa europea rendendo di fatto impossibile la realizzazione di qualsiasi nuova struttura turistica e/o sportiva fruibile sia l’estate che l’inverno. Peraltro, i firmatari della nota non si nascondono e ribadiscono apertamente che gli unici interventi possibili sono la sostituzione dell’esistente e la ristrutturazione dei due alberghi, dando per scontato che non sarà possibile costruire il nuovo impianto di collegamento Scindarella - Monte Cristo e di quello di Caselle – Fontari essendo entrambi “nuove opere” (vedasi il D.M. 17 ottobre 2007 ed in particolare l’art. 5 c. 1 lett. m). A questo punto ci chiediamo se realmente il Vice Presidente Lolli sia d’accordo con quanto affermano le associazioni riunite e se il Sindaco sia a conoscenza di quanto sottoscritto dai sui rappresentanti. Inoltre, a noi risulta che lo stesso Vice Presidente avesse l’intenzione di incontrare il nostro Comitato per condividere le possibili soluzioni e non per ratificare quanto già deciso da altri".
"Ci auguriamo - conclude la nota - di aver capito male quanto letto sugli organi di stampa in questa domenica d’autunno ma se così non fosse, il nostro comitato referendario, costituitosi per la realizzazione di un adeguato e giusto sviluppo turistico e rurale del nostro Gran Sasso, non permetterà di sperperare 50 milioni di euro per un progetto monco e senza futuro. Ci attribuiamo, per queste motivazioni, anche il ruolo di sentinelle del nostro territorio e se i piani non saranno cambiati, lotteremo duro affinché queste risorse finanziarie vadano ad alimentare la ricostruzione delle frazioni pedemontane, dimenticate per troppo tempo".