Respinta la richiesta di sospensione del progetto Ombrina Mare.
Il Ministero dello Sviluppo economico non ha tenuto conto della legge regionale che ha introdotto il divieto per le attività petrolifere entro le 12 miglia e neppure della legge regionale sul parco marino dei trabocchi, la numero 29/2015, approvata lo scorso giovedì in Consiglio. La speranza che venga cancellato il progetto, oramai, è appesa ad un filo molto sottile. A questo punto, non resta altra strada se non il ricorso al Tar.
Si è chiusa così la Conferenza dei servizi convocata stamane a Roma. "Non ci saranno altre conferenze, loro aspettano le contestazioni di merito. Poi ci sarà una decisione", ha spiegato il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli. "Faremo ricorso e non solo al Tar, in sede civile e in sede penale. Qui si sta operando contro le leggi - ha aggiunto Lolli - non si può andare avanti con un procedimento che è illegittimo. Siamo di fronte ad un'arroganza inaccettabile, che porta ad uno scontro istituzionale. Fino a quando siamo vivi la battaglia continua".
Durissimo anche il sottosegretario Mario Mazzocca. "Fatto grave e inaudito: agli enti locali è stato di fatto impedito di portare le loro conclusioni, sono stati defraudati del diritto di poter esprimere il diritto di determinare del loro destino. Diciamo che c'è stato come dire un atteggiamento autoritario: e mi pare che sia la prima volta che lo sento in una conferenza dei servizi".
Mazzocca ha confermato l'intenzione dell'Ente regionale di fare ricorso al Tar: "Avevamo chiesto la sospensione del procedimento, mentre la soluzione trovata oggi di fatto, pur senza decidere, apre la porta formalmente al decreto del Governo. Per noi c'è anche un profilo procedurale non legittimo: potrebbero essere state infrante alcune leggi, quindi ci sono profili di altra natura. La cosa positiva è il fronte compatto degli anti locali: a brevissimo riuniremo tutti per decidere come fare".
Le associazioni ambientaliste, in particolare Greenpeace, WWF, Legambiente, Marevivo, Touring Club, Pro Natura, FAI e Italia Nostra, avevano scritto al Ministero per chiedere che prendesse atto, "oltre che delle ragioni del territorio, proprio della sussistenza della l.r. 29/2015", e la rispettasse dunque, "annullando la conferenza di servizi o, quantomeno, sospendendola nell’ipotesi di contestazione di tale norma, per le vie previste dalla legislazione vigente".
Al contrario, non solo la riunione si è regolarmente tenuta, ma il Ministero ha respinto la richiesta di sospensione, avanzata dalla Regione e dalle amministrazioni comunali nell'attesa dei giudizi di costituzionalità.
Sulla base di considerazioni giuridiche articolate, le associazioni hanno tentato invano di spiegare "che nel nostro ordinamento non è dato a nessuno – tranne che alla Corte costituzionale (art. 134 Cost.) – pronunciarsi sulla legittimità delle leggi". Fino a quando la Corte costituzionale, se sarà chiamata a farlo, non si pronuncerà in senso negativo sulla legittimità della legge che ha istituito il Parco marino, insomma, questa dovrebbe trovare piena applicazione.
Non solo. Verrebbe da chiedersi come sia possibile ignorare le istanze provenienti da gran parte del territorio e dai suoi rappresentanti istituzionali, tese a sostenere una forma di sviluppo economico sulla quale Regione Abruzzo ha largamente investito anche con fondi europei, e del tutto diversa da quella legata ai combustibili fossili. "I combustibili fossili - scrivono le associazioni - rappresentano un deterrente e un ostacolo per una economia locale che ha retto all’urto della crisi economica, dalla quale si sta appena cominciando faticosamente a uscire, unicamente nei settori dell’agroalimentare e del turismo, nei quali, a differenza del comparto industriale, non si sono verificate in Abruzzo disastrose perdite occupazionali".
Una diffida era stata inviata anche ieri sera, indirizzata a tutti i funzionari del dicastero, per informare dell'approvazione di una legge che non consente l'autorizzazione a Ombrina. L'ha raccontato Alessandro Lanci, del Coordinamento No Ombrina. "C'è una legge che blocca Ombrina - ha ribadito - ed è quella della costituzione di un parco marino regionale, secondo cui dal 6 novembre non si possono più fare attività petrolifere. Noi - continua Lanci, portavoce anche per Nuovo Senso Civico, Comitato No Petrolio Ortona e Associazione Zona 22 - siamo qui per sostenere Regione e Comuni".
Non è servito. Come detto, la riunione - cui hanno partecipato Regione Abruzzo con il sottosegretario all'Ambiente Mario Mazzocca, le Province di Chieti e Pescara, 35 comuni tra cui Pescara, Francavilla, Ortona, Lanciano, Fossacesia, oltre alle direzioni competenti del ministero, non ha dato l'esito sperato dalle centinaia di manifestanti giunti a Roma per far sentire la loro voce.
La battaglia, insomma, continua, anche se la strada è sempre più in salita.
Ieri si è tenuta una riunione dei coordinamenti No Triv, a Roma, per l’avvio della campagna referendaria contro alcuni articoli dello Sblocca-Italia. E la parlamentare Pd Susanna Cenni ha presentato un'interpellanza urgente, insieme a una trentina di deputati democratici, in cui si chiede la revisione dell’articolo 38 dello ‘Sblocca Italia’, che accentra dai territori a Roma il potere di rilasciare le autorizzazioni per le nuove attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi. "Contro le trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa e sul territorio, si sono già espresse 10 Regioni - ha spiegato la parlamentare - e in attesa del referendum il consiglio regionale abruzzese ha approvato una legge che estende ai progetti già avviati il limite delle 12 miglia introdotto nel 2012, entro il quale le attività di ricerca sono vietate. L’augurio è che il Governo decida di rispondere all’interpellanza urgente, fermando le trivellazioni e ascoltando le ragioni già espresse da Regioni, associazioni e cittadini".
Coordinamento 'No Ombrina': "Giorno nero per l'Abruzzo e l'Adriatico"
"E’ un giorno nero per l’Abruzzo e l’Adriatico, ovviamente non ci arrendiamo perchè pensiamo sia un vero e proprio sopruso, con l’impegno di tutti i cittadini vedremo di ribaltare il risultato presentando esposti e ricorsi in tutte le sedi, dalla Giustizia penale a quella amministrativa passando per la Commissione Europea".
Così il Coordinamento No Ombrina sull’esito della Conferenza dei Servizi. "Da quanto abbiamo appreso è stata una riunione resa difficile dalle varie norme regionali approvate in queste settimane e dalle numerose incongruenze fatte emergere dai vari rappresentanti degli enti abruzzesi presenti. Solo un colpo di mano deciso dal dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico pare abbia sbloccato la conferenza a favore dei petrolieri, con una situazione che evidentemente diventava ogni ora sempre più insostenibile e che quindi andava risolta in fretta il prima possibile. Sarà interessante leggere il verbale per scoprire chi e con quali argomenti ha superato le innumerevoli criticità del procedimento e le norme di salvaguardia vigenti del parco marino. Ovviamente metteremo sotto la lente di ingrandimento il comportamento dei singoli funzionari che hanno partecipato all’iter".
Con i ricorsi e con la continua azione dei cittadini vedremo di affondare Ombrina prima che compaia all’orizzonte del nostro mare, hanno aggiunto i manifestanti. "Resta il problema di un Governo tutto votato alla causa dei petrolieri, con un’azione che stride sempre di più con gli allarmi che gli scienziati da tutto il mondo stanno lanciando sull’uso dei combustibili fossili. Proprio oggi l’Associazione Mondiale di Meteorologia ha lanciato un vero e proprio monito. Se non si tagliano le emissioni di gas climalteranti provenienti da carbone, petrolio e gas il nostro pianeta sarà reso, testualmente, 'più pericoloso e inospitale per le future generazioni'. Consigliamo caldamente di leggere il comunicato ufficiale per rendersi conto dell’urgenza di bloccare ogni altro progetto petrolifero (https://www.wmo.int/media/). Lo stesso Obama ha bocciato pochi giorni fa l’oleodotto Keystone perché una volta costruito avrebbe vincolato le politiche di taglio delle emissioni per troppi anni. Invece - stando al Ministero del cosiddetto “Sviluppo Economico” - l’Abruzzo dovrà ospitare Ombrina per i prossimi decenni affossando l’economia turistica della bellissima costa dei trabocchi e quella dell’agricoltura di qualità".
WWF: "Totale scollamento tra il Governo nazionale e una intera Regione"
L'approvazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico della piattaforma petrolifera con annessa nave di prima raffinazione 'Ombrina Mare 2', a poche miglia dalla costa teatina in Abruzzo, per il WWF è il segno del totale scollamento tra il Governo nazionale e il territorio.
"Il Governo nazionale, e in particolare il Ministero dello Sviluppo Economico, ha colpevolmente ignorato la volontà di una intera regione – ha dichiarato Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia - Ha considerato carta straccia gli atti ufficiali della Regione Abruzzo che ha approvato due leggi tese a vietare la realizzazione dell'opera, non ha tenuto conto della volontà di Enti locali e Associazioni imprenditoriali del turismo, pesca e produzioni agroalimentari che da sempre si sono opposti a quest'opera. Si vuole mettere a tacere la voce di migliaia e migliaia di cittadini che, attraverso le Associazioni ambientaliste e in prima persona, da anni manifestano il proprio dissenso contro un'opera deleteria per l'ambiente e la salute. Oggi il Ministero dello Sviluppo Economico non ha certo assicurato lo 'sviluppo economico' di chi vive in Abruzzo e sulle coste del Mare Adriatico, ma esclusivamente quello della lobby dei petrolieri: davvero un pessimo segnale a meno di tre settimane dall'avvio della COP 21 di Parigi sul clima".
Nonostante questo atteggiamento di chiusura, la battaglia contro Ombrina Mare 2 non è certamente finita: "la procedura e le modalità seguite dalla Conferenza di servizi convocata dal Ministero offrono ulteriori motivi di ricorso davanti alla giustizia italiana ed europea. Il WWF ha già impugnato il decreto di autorizzazione sulla Valutazione di Impatto Ambientale e non lascerà nulla di intentato per fermare questo vero scempio ai danni del Mare Adriatico e del rispetto della volontà dei cittadini".
Castaldi (M5S): "I Piddini abruzzesi piangono (per finta), i Piddini in Parlamento ci fottono (davvero)"
"M5S è uno, uno soltanto. Fra quello che diciamo a livello locale e quello che diciamo a livello nazionale non c'è differenza. Il Pd invece finge di soffrire personalità multiple. In Abruzzo, sindaci, consiglieri regionali e presidente di Regione del Pd fanno la sceneggiata e raccontano di aver fatto di tutto per fermare Ombrina. Nel frattempo, i loro colleghi di partito a Roma danno il via libera alle trivellazioni petrolifere nel nostro amato mare Adriatico".
Si legge in una nota del senatore pentastellato Gianluca Castaldi. "Se M5S fosse al governo questo non sarebbe mai successo. La legge di iniziativa regionale alle camere, presentata dal M5S, è pronta: basterebbe calendarizzarla e votarla per neutralizzare quanto previsto dal Decreto Sviluppo.
Ma a D'Alfonso di tutto questo cosa importa? Quello che conta per lui è che Renzi abbia salvato la sua parte anatomica incollata alla poltrona e il suo bilancio con il decreto 'Salva Regioni', rendendo legale quello che legale non era. Fra mostri ecologici e mostri legislativi, il Pd sta trasformando l'Abruzzo in un museo degli orrori. Queste recite, che alle loro primarie costano pure due euro senza neanche i popcorn inclusi nel prezzo, non devono più essere sopportate".
Sulpizio (assessore al Comune di Pescara): "La mobilitazione resta"
"Il Ministero è andato dritto per la sua strada, senza tenere conto delle proteste, delle richieste e dell'istituzione del Parco Marino che è, a tutti gli effetti ormai, legge regionale". A dirlo, l'assessore Adelchi Sulpizio, delegato dal sindaco di Pescara a seguire la conferenza per l'Amministrazione comunale. "Abbiamo cercato di far passare il fatto che questo elemento ha modificato lo stato di diritto della costa in cui la piattaforma dovrebbe operare, diventando un legittimo ostacolo al progetto, ma l'orientamento ministeriale è stato quello di non tenere conto nella procedura di tali novità legislative intervenute. La mobilitazione resta", dice Sulpizio che poi aggiunge: "Per i Comuni non è una sconfitta: venerdì, sindaci e rappresentanti del fronte contrario a Ombrina si rivedranno in Regione per affinare una linea d'azione che sia di tutela ambientale contro il progetto e anche amministrativa, perché si tenga conto della situazione nei fatti mutata con l'istituzione del Parco. In tale riunione si valuteranno tutte le eventuali azioni legali, anche contro i lavori dell'odierna conferenza di servizi e il Comune di Pescara in tal senso farà la sua parte".