Torna a puntare il dito sulla ricostruzione privata post-sisma il procuratore dell'Aquila Fausto Cardella.
Il problema era stato sollevato dallo stesso Cardella già qualche settimana fa, a margine della cerimonia del Premio Borsellino.
Il procuratore antimafia si era chiesto, in quell'occasione, che fine avesse fatto la proposta di legge Legnini, presentata dall’attuale vicepresidente del Csm per introdurre anche nella ricostruzione privata regole rigide come quelle in uso negli appalti pubblici.
Se non è una bocciatura del decreto Enti locali convertito in legge ad agosto, poco ci manca. Quel provvedimento conteneva sì alcune norme sui cantieri privati ma era privo di quelle misure invocate più volte per arginare lo strapotere di amministratori di condominio, tecnici e ditte e introdurre, tramite il sistema delle mini gare, un minimo di trasparenza nell'affidamento dei lavori, che oggi avviene, com'è noto, con procedura diretta.
Occorrerebbero, insomma, misure draconiane mentre quelle introdotte dai decreto Enti locali sono pannicelli caldi.
Cardella ha parlato di nuovo della necessità di norme più stringenti in occasione della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ancora oggi, a margine del saluto al comandante provinciale dei carabinieri, Giuseppe Donnarumma, in partenza dall'Aquila.
In particolare, ha affermato il magistrato, la legge dovrebbe andare a regolamentare il sistema dei subappalti: "Non è una mia richiesta, sono cose di cui abbiamo parlato più volte e sempre pubblicamente".
Regole certe, insomma, per evitare che sia la magistratura a dover sopperire ai vuoti normativi, com'è successo, ad esempio, per gli amministratori di condominio. L'equiparazione di questi ultimi a pubblici ufficiali, prima ancora di essere introdotta dal decreto Enti locali, fu anticipata dai giudici mediante un'interpretazione giudiziale.