Il Tar Abruzzo ha respinto la richiesta di sospensiva dei condomini del civico 207 di via Roma contro il nuovo vincolo posto lo scorso aprile dalla Soprintendenza unica archeologica dell'Aquila e dei Comuni del cratere sull'area di Porta Barete.
A darne notizia è il quotidiano Il Messaggero.
Anche se il tribunale deve ancora pronunciarsi nel merito, si tratta di un verdetto che fa segnare al Comune un punto a proprio favore in quella che ormai è diventata una vera e propria battaglia combattuta a colpi di ricorsi e carte bollate.
A fronteggiarsi ci sono, da una parte, le esigenze di alcuni cittadini che hanno visto approvare il progetto di ricostruzione delle proprie case distrutte e, dall'altra, gli interessi dell'amministrazione comunale, appoggiata da una fetta importante di città, che vorrebbe riqualificare il tratto di mura medievali a ridosso della vecchia e scomparsa Porta Barete (della quale sono stati portati alla luce solo pochi resti, appartenenti, peraltro, non alla porta vera e propria ma all'antiporta).
Un progetto sicuramente interessante, nell'ottica di una ricostruzione improntata al principio del “dov'era ma non com'era”, criticato perché spuntato fuori praticamente dal nulla e che di fatto ha impedito ad alcuni inquilini di far ritorno nelle proprie case.
Il tribunale amministrativo, secondo l'assessore comunale alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano, ha riconosciuto non solo la legittimità del vincolo ma anche la congruità delle contropartite offerte dal Comune agli inquilini in cambio della rinuncia a ricostruire, ossia indennizzi e acquisti di abitazioni equivalenti.
Il verdetto dei giudici segna dunque un punto importante a favore dell'amministrazione. “Da mercoledì prossimo avremo tutti gli strumenti per le soluzioni” afferma l'assessore Di Stefano nelle dichiarazioni rilasciate al Messaggero “Si va verso una risoluzione definitiva della questione, se ci sarà apertura e dialogo da parte dei condomini”.