Lunedì, 14 Dicembre 2015 16:14

Solisti Aquilani, il 16 dicembre torna il Concerto di Natale

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Torna il tradizionale appuntamento con il Concerto di Natale dei Solisti Aquilani, l'omaggio che ogni anno l'Associazione dedica alla città dell'Aquila, e che si terrà il 16 dicembre alle 18 presso la Basilica di San Bernardino.

Di grande suggestione il programma della serata che propone brani di Vivaldi e Corelli. In apertura il Concerto in la maggiore per archi e basso continuo. La vitalità melodica dei vari episodi, le varianti a cui questi vengono sottoposti nelle diverse riesposizioni, le imitazioni fra le parti e l'esuberanza delle progressioni assicurano agilità ed interesse all'intera opera vivaldiana.

A seguire il Concerto Grosso fatto per la notte di Natale in sol minore, ottavo dei dodici concerti grossi composti da Arcangelo Corelli e pubblicati postumi, nel 1714. Lo stile è quello dei concerti grossi da chiesa ed è strutturato in sei movimenti, concludendosi nell'ultimo movimento con la caratteristica pastorale ad libitum. I temi fondamentali sono quelli barocchi come "stupire e commuovere". Questo concerto, e in genere tutta la produzione di Corelli, influenzerà tutta la musica europea del Settecento e soprattutto Antonio Vivaldi e Georg Friedrich Händel che a loro volta saranno punti di riferimento per tutti i compositori classici e per le scuole italiane, francesi e tedesche a seguire.

La serata si conclude sulle note delle Quattro Stagioni di Vivaldi. Solista il primo violino di spalla dei Solisti Aquilani Daniele Orlando.

"Tra questi pochi e deboli Concerti troverà le Quattro Stagioni". Forse Antonio Vivaldi non immaginava, al momento di scrivere queste parole nella lettera dedicatoria al conte boemo Wenzel von Morzin in occasione della prima pubblicazione dell'op. VIII , quale fama imperitura gli avrebbero reso quei "deboli" Concerti. Nell'edizione - che esce suddivisa in parti separate come era consuetudine per una immediata pratica esecutiva - la musica è accompagnata da quattro "sonnetti dimostrativi" in chiara funzione didascalica (sottolineata dallo stesso Vivaldi nella prefazione: "essendo queste accresciute, oltre li Sonetti con una distintissima dichiaratione di tutte le cose, che in esse si spiegano") . Si trattò evidentemente di una intuizione geniale, che a posteriori potremmo giudicare come una riuscitissima operazione di "marketing" musicale.

Così Uto Ughi: "Ci troviamo di fronte ad un grande affresco che rimanda alla pittura veneziana di Tintoretto e dei suoi contemporanei, primo esempio di musica figurativa. Ispirate a fatti precisi, Le quattro stagioni sono accompagnate da Sonetti che descrivono i vari momenti rievocati, attinti direttamente da quel bagaglio di emozioni e sensazioni sorte in Vivaldi durante una passeggiata immersa nella natura nei dintorni di Mantova. L’opera, emblematicamente, può simboleggiare anche la vita dell’uomo, ovvero la sua infanzia come Primavera, la maturità nei termini di Estate,
l’Autunno come declino ed infine l’Inverno, l’arrivo della vecchiaia. La musica descrittiva si è poi sviluppata successivamente, con Beethoven e la sua Pastorale".

Ultima modifica il Lunedì, 14 Dicembre 2015 17:10

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