“Ritengo che l’accusa di inefficienza e disattenzione alle realtà culturali attive sul territorio, mossa contro l’assessorato da me diretto, sia del tutto immeritata”. A dichiararlo a NewsTown è l’assessora alla cultura Betty Leone, a seguito della diffusione del comunicato con cui l’associazione culturale Arti e Spettacolo ha denunciato il taglio del finanziamento ministeriale e, contestualmente, del contributo ordinario da parte del Comune. Sostegni indispensabili il cui venir meno si è tradotto nell’impossibilità di portare avanti tutte le attività dell’Associazione.
“Per la prima volta dopo ben nove edizioni – si legge nella nota a firma dell’associazione Arti e Spettacolo - non avrà luogo la rassegna teatrale Strade. Non avendo più a disposizione il finanziamento da parte del Ministero, Arti e Spettacolo è stata costretta a scegliere tra l'offerta di spettacoli e il lavoro laboratoriale quotidiano che da anni porta avanti nei territori periferici dell'aquilano, propendendo per quest'ultimo tipo di attività, perché necessaria”.
A finire nel mirino delle critiche di Giancarlo Gentilucci, presidente dell’associazione e direttore artistico di Strade, sono le scelte politiche culturali portate avanti dal Comune, e, nello specifico, dall’assessorato alla Cultura, in seguito alla redazione del nuovo regolamento in fatto di attribuzione dei contributi e dei patrocini alle attività culturali.
“Da quest'anno, con il nuovo regolamento dell'assessorato alla Cultura – continua la nota - verranno sostenute solo le realtà già finanziate dal Ministero. E' paradossale che un ente locale scelga di sostenere solo soggetti finanziati dallo Stato, isolando le realtà più territoriali”. Quindi l’affondo: “Il Comune dell'Aquila continua a distinguersi per la sua inefficienza. Il ministero finanzia le realtà di respiro nazionale, come è giusto che sia, demandando agli enti locali il sostegno a chi lavora sul territorio. In tutta Italia i progetti territoriali vengono finanziati da Regioni e Comuni, tranne che in Abruzzo”.
“Falsità” per l’assessora Leone. Il regolamento cui si fa riferimento, approvato con delibera consiliare il 30 aprile 2015, ha modificato, rispetto al precedente, i parametri di erogazione dei contributi ordinari, quelli, cioè, destinati al sostegno delle attività annuali di Enti, lstituzioni e Associazìoni che svolgano con regolarità attività rilevanti nel territorio.
Nell’attribuzione di tali fondi, il Comune, come da regolamento, stipula con i soggetti che accedono già ai fondi ministeriali – fus - e che abbiano fatto richiesta di contributo ordinario, una convenzione pluriennale di finanziamento della durata di tre anni, approvata con specifica deliberazione di giunta. Inoltre, il Comune destina annualmente, al di fuori della convenzione pluriennale e del finanziamento ministeriale fus, una parte dei fondi a disposizione a un massimo di cinque Enti, Associazioni o Istituzioni sulla base della presentazione, da parte degli stessi, di un progetto valutato da una Commissione esterna, con il vincolo che i soggetti che concorrono un anno devono poi aspettare due anni per concorrere di nuovo.
“La scelta di rinnovare la selezione delle richieste del contributo senza convenzione ogni due anni mediante Deliberazione di giunta – spiega Leone - è un modo per promuovere le tante realtà nuove e meritevoli che stanno sorgendo sul territorio. In questo modo si permette a tutte le associazioni di concorrere”.
Non solo. Per l’assessora l’accusa di subordinare le scelte politiche in fatto di cultura alle direttive ministeriali è del tutto infondata, dato che “il ministero non demanda agli enti locali il sostegno a chi lavora sul territorio, finanziando direttamente solo realtà di respiro nazionale, ma chiede agli stessi di cofinanziare. Per fare un esempio, per alcune istituzioni, come l’Istituzione Sinfonica o il Tsa, il contributo ministeriale è vincolato all’erogazione di un contributo da parte degli enti locali pari al 40% . Per gli altri non c’è un tetto ma c’è questo vincolo, cioè devono essere enti sostenuti dagli enti locali per poter accedere ai finanziamenti ministeriali”.
Certo è che per quelle associazioni che non hanno il riconoscimento da parte del Ministero, o per le quali tale certificazione che garantisce l’accesso al Fus, a causa dei continui tagli verticali alla cultura, è venuta meno, come nel caso dell’associazione Arti e Spettacolo (ma per altri soggetti o eventi noti, come Officina musicale o Blues sotto le stelle), la situazione resta difficilissima. E se l’unica ipotesi di soluzione è quella di poter contare su finanziamenti da parte degli enti locali, quando questi vengono meno, le possibilità per gli enti culturali più piccoli di portare avanti attività sul territorio, si riducono notevolmente.
“Capisco che la situazione delle associazioni oggi è difficilissima così come quella degli enti locali – conclude l’assessora - quindi è vero che non diamo grandissimi contributi. Penso, però, che l’accusa che non ci occupiamo delle associazioni territoriali sia del tutto immeritata, anche alla luce del nuovo regolamento”.