Sabato, 13 Febbraio 2016 14:38

Musica: dalla psichedelia a The Wall, la leggenda dei Pink Floyd rivive grazie agli Ouragan

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Martedì 16 febbraio, a L'Aquila, presso l'Auditorium del Parco, alle 21, si svolgerà l'evento Pink Floyd History, un concerto-tributo ai Pink Floyd.

A esibirsi sul palco saranno gli Ouragan, cover band dei Floyd attiva dal 2004.

Lo spettacolo, un omaggio alla musica e all'arte del gruppo inglese, tra i più amati e influenti della storia del rock, vuole essere una sorta di macchina del tempo a bordo della quale il pubblico potrà viaggiare dalle atmosfere psichedeliche dei primi dischi registrati da Roger Waters e compagni alla fine degli anni Sessanta - quelli dell'era post Syd Barret, come A saucerful of secrets e Meddle - ai capolavori della maturità dei Settanta come The dark side of the moon, Wish you were here, Animals, The Wall.

Un'operazione mai tentata prima dagli Ouragan, diventati, ormai, una delle migliori tribute-band italiane dei Pink Floyd.

Il gruppo, passato di recente attraverso alcuni cambi di formazione, si è assestato intorno alla line-up composta da Marco Rotilio (chitarra ritmica, voce); Alessandro Iannucci (chitarra solista); Alessandro Pezzopane (basso); Pierluigi Felix (synth, cori); Lorenzo Lorenzetti (batteria). A loro, per la serata del 16, si aggiungeranno il sassofonista Christian Rantucci e due voci femminili, Virginia Rossi e Federica Di Stefano.

L'ingresso al concerto è a pagamento (biglietto unico 5 euro). Le prevendite sono disponibili presso la libreria Polarville (via Castello, L'Aquila) e il bar La rosa nel deserto (via Strinella 31).

Lo spettacolo è inserito nel cartellone della stagione annuale della Barattelli.

Per l'occasione, abbiamo rivolto alcune domande a Pierluigi Felix e Marco Rotilio.



Come si articolerà lo show?

P. Partiremo dal 1968, dall'album A saucerful of secrets con il brano Set the controls for the heart of the sun, arricchita anche da un intervento di sassofono, per poi passare al 1971 e al disco Meddle, un album ancora psichedelico dove si iniziano a intravedere, però, le prime sonorità che poi caratterizzeranno Dark side. I pezzi che abbiamo scelto sono One of these days, con la sua micidiale linea di basso, e la suite Echoes. Dopodiché sarà la volta di The dark side of the moon: per motivi di tempo salteremo i primi tre brani e inizieremo con The great gig in the sky, dove canterà Federica Di Stefano, per poi proseguire con Time, Money, Us and them, Brain Damage fino al gran finale di Eclipse. Quindi sarà la volta di Wish you were here, dal quale eseguiremo Shine on you crazy diamond e Welcome to the machine. Il viaggio proseguirà con la suite Dogs tratta da Animals, un album a lungo sottovalutato dal pubblico ma elogiato dalla critica. Chiuderemo con The Wall, del quale sarà ripresa la prima parte del primo disco - In the flesh, The thin ice, Another brick in the wall parte 1 e 2, The happiest days of my life - e poi Comfortably numb e Run like hell.

Qual è la particolarità di questo concerto?

P. Il criterio cronologico con cui abbiamo scelto di affrontare il repertorio dei Pink Floyd, una cosa che non avevamo mai fatto prima. In questo modo gli ascoltatori potranno sentire il passaggio e l'evoluzione musicale dalle sonorità psichedeliche a quelle watersiane dell'ultimo periodo. A livello tecnico, poi, è uno spettacolo molto difficile, perché i set up da un pezzo all'altro sono rapidissimi, ma anche molto stimolante.

M. Un'altra peculiarità è il lavoro fatto sulla fedeltà ai suoni originali, per restituire le ambientazioni musicali di ciascun brano. E' un progetto ambizioso, fatto da persone alle quali va di mettersi ingioco, tanto bello quanto rischioso. Non nascondiamo che ci piacerebbe esportare questo progetto anche fuori, perché ormai possiamo dire che non si trovano tanto facilmente cover band dei Pink Floyd che pongano tanta attenzione ai dettagli. Proprio perché vorremmo farci conoscere anche fuori dell'Aquila, registeremo il live sia in formato audio che video. Dalla serata, insomma, sarà tratta una demo.

Il vostro disco dei Floyd da isola deserta?

P. E' una domanda alla quale è molto difficile rispondere. Pur amandone diversi, secondo me il loro disco più rappresentativo è Dark side of the moon. Perché è un disco inclassificabile, una perla unica nella storia della musica moderna.

M. Sono d'accordo ma vorrei dare una menzione speciale a Animals, un album interessante non solo per le musiche ma anche per i contenuti e i risvolti socio-politici e di critica sociale.

 

Ultima modifica il Lunedì, 15 Febbraio 2016 15:06

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