Dopo il successo nazionale ed europeo, Gomorra - la serie, sbarca negli Stati Uniti, più precisamente sulla piattaforma Sundance Tv. Data d'esordio il 24 agosto, ma la critica d'Oltre Oceano già la promuove, paragonandola ora a The Wire ora ai Sopranos.
La "crime story" è stata ideata, come noto, da Roberto Saviano e prodotta da Sky, Cattleya e Fandango con la collaborazione di La7 e Beta Film.
Nonostante dal libro sia già stato tratto un film e uno spettacolo teatrale, "Gomorrah" - come verrà chiamata negli States, ha trovato la sua massima espressione e popolarità (anche tra gli italiani) tramite il linguaggio della serie: ben girata (tra i registi degli episodi Sollima e Comencini) e sopratutto simile per meccanismi e tonalità alle serie Usa.
Gomorrah is dark, scrive "the Hollywood reporter", e infatti in Gomorra non non c'è la classica contrapposizione tra bene e male, ma è presente solo il male, senza il romanticismo classico italiano.
Gomorra - la serie è un caso piuttosto unico di produzione italiana. Vuoi per la libertà lasciata dalla grande produzione della Pay Tv di Sky o per l'influenza oramai metabolizzata proprio delle serie Tv americane. Fatto sta che forse mai, un prodotto così rude, aveva conquistato un pubblico così grande in Italia (e poi all'estero) con tanto di annesse polemiche.
Con Gomorrah, l'Italia, esporta quel lato criminale del meridione di cui, da tempo, tenta di combattere il substrato culturale in cui nasce e cresce, ma per cui allo stesso tempo finisce - tramite il linguaggio filmico - per immedesimarsi e chissà, in parte certo, riconoscersi.
Così l'elettore Cinque stelle che grida "onestà" nelle piazze, gode sul divano nella fruizione del testo-Gomorra che, come accade per ogni narrazione, fa identificare gli spettatori nei personaggi.
La contraddizione è ancor più forte se si pensa che il "crime", forse, è proprio uno dei generi in cui l'Italia riesce meglio a fare. Tralasciando il noir poliziesco storico degli anni 70', è da notare che , forse, la prima serie italiana moderna bella è stata Romanzo Criminale, in cui si raccontavano le vicende della Banda della Magliana nella Roma degli anni 70'.
E chissà se all'epoca di Mafia Capitale, qualche altro giornalista-scrittore non decida di intraprendere la stessa strada di Saviano.