Sono oltre 1000 le firme raccolte dall'associazione culturale 'Progetto Montagna' - che fa capo al gruppo 'SaveGranSasso' - nelle tre giornate di 'banchetti' che hanno visto più di 30 volontari alternarsi ai tavoli allestiti il 24 settembre scorso al Mercato di Piazza d'Armi, il 30 settembre su Corso Vittorio Emanuele in occasione della Notte europea dei Ricercatori e, ieri, al Centro commerciale 'Aquilone'.
Più di 60 schede, ognuna con 40 firme, sono state controllate e vidimate dai Consiglieri comunali volontari che hanno svolto funzione di autenticatori. "Ogni giornata di raccolta firme è durata circa 8 ore, 24 in totale per 1440 minuti", ha spiegato Fausto Tatone sul sito SaveGranSasso. "Dunque, abbiamo raccolto una media di quasi 2 firme al minuto, considerando il tempo necessario per trascrivere i dati del domucumento di riconoscimento".
"Non abbiamo mai dovuto illustrare le nostre motivazioni, se non in qualche raro caso - ha aggiunto Tatone - e questo significa che i cittadini sono molto informati".
Come mai si stanno raccogliendo le firme, per chi non lo sapesse? 'Progetto Montagna' ha indetto due petizioni, ai sensi dello Statuto del Comune dell'Aquila, che sostituiscono, almeno momentamente, l'azione referendaria del 'Comitato promotore il Referendum Consultivo Gran Sasso', di cui NewsTown ha scritto ampiamente [leggi qui]. E in effetti, il contenuto delle due petizioni ricalca, per grandi linee, i temi portanti dei due quesiti referendari che chiedevano la rimodulazione e la rivisitazione dei confini del Parco e di alcuni zone del Sito di Interesse Comunitario (SIC).
Si è deciso di procedere con le petizioni per i ritardi dovuti alla nomina del Comitato dei Garanti [ne abbiamo parlato qui] che dovrebbe esaminare l'ammissibilità dei quesiti stessi. Un ritardo che, nella migliore delle ipotesi, non permetterebbe di fissare il referendum prima dell'autunno 2018. Dunque, la raccolta firme che, come detto, sta procedendo con grande successo.
Cosa prevedono le due petizioni? Ecco i quesiti, per come sono stati presentati dai promotori
La prima, si concentra sui Confini del Parco e sulle Zps.
Quasi il 50% del territorio del Comune dell’Aquila (linea verde) è interessato da un vincolo ambientale: a Nord con il Parco del Gran Sasso ML (linea rossa) e a sud con il Parco Velino Sirente (linea blu), come da immagine a sinistra.
A seguito del sisma del 2009 e al conseguente allargamento delle zone periferiche della città, detti vincoli si trovano, ormai, all’interno del territorio metropolitano.
Con la petizione n° 1 si chiede, dunque, di spostare la linea rossa, contraddistinta dalla frecce azzurre, verso Nord [immagine a destra] individuando come confine certo e, quindi, di maggiore garanzia la Strada Provinciale n° 86 c.d. del Vasto. Questo permetterebbe ai territori delle frazioni di Arischia, Collebrincioni, Aragno, Camarda, Assergi, Filetto e Paganica di rimanere “porte d’ingresso al Parco” e di tornare a svolgere con più libertà le attività rurali che da sempre le caratterizzano ovvero agricoltura e allevamento, oltre a poter manutenere correttamente la Natura che li caratterizza, oggi di esclusivo compito dell’Ente Parco. Un situazione odierna che ha portato all’abbandono totale di molte aree rendendole inaccessibili.
Il quesito numero 2, invece, riguarda i confini Sic e Zps.
Oltre i vincoli dettati dalla Legge sulle Aree Protette (394/91) , su una vasta zona (linea blu) sono state inserite delle ulteriori ristrettezze in base a due Direttive Europee (Habitat e Uccelli).
Dopo i soliti inciampi dovuti al recepimento delle normative europee da parte dello Stato Italiano, soltanto a partire dal 2007 l’iter si è concluso del tutto.
La tanto sospirata approvazione del Piano del Parco, che avverrà entro la fine del 2016 dopo 20 anni di attesa, renderà, a tutti gli effetti, tale vastissima area praticamente iperprotetta e con seri limiti anche alla semplice presenza dell’uomo. Il trekking, i percorsi di mountain bike, l’arrampicata sportiva, l’ippovia, lo sci di discesa e di fondo rischiano di essere drasticamente limitati se non vietati del tutto.
Con la petizione n° 2 si chiede, per questo, di rivedere la riperimetrazione della area denominata S.I.C. (sito di interesse comunitario) Gran Sasso, tenendo conto delle esigenze delle popolazioni locali, come la direttiva europea prevede all’articolo 2 comma 3, ma di cui, invece, non ci si è affatto preoccupati durante la stesura iniziale. In particolare nelle zone di interesse turistico evidenziate dai 2 cerchi (Chiarino e Fossa di Paganica).
Una situazione molto confusa che ha portato il Comune di L’Aquila e l’attuale amministrazione a studiare un progetto di rilancio delle attività turistico ricreative della montagna (P.S.T., area azzurra e rossa), ignorando totalmente che in area Sic sia impossibile realizzarlo, anche se ecocompatibile.