"Abbiamo tirato fuori dai cassetti il Piano del Parco, dopo decenni, ed oggi è alle soglie dell'approvazione. L'abbiamo attualizzato, sottoponendolo alla procedura di Valutazione di sviluppo ambientale - come imposto dal Ministero - che si è conclusa nei giorni scorsi: ora, siamo alla fase delle osservazioni. Così, cancelleremo anni di misure di salvaguardia che hanno penalizzato, fortemente, il territorio, e avremo la possibilità di costruire una progettualità integrata".
Ad assicurarlo è il direttore del Parco Nazionale del Gran Sasso - Monti della Laga, Domenico Nicoletti, ospite del dibattito d'apertura del Festival della Montagna. Nicoletti ha risposto anche nel merito delle eccezioni sollevate da Fausto Tatone di Save Gran Sasso che, seduto tra il pubblico, ha chiesto il motivo per cui, dentro la Vas, siano stati calati anche i piani di gestione dei Sic, perché - in altre parole - non si sia proceduto, piuttosto, a declassare le aree della piana di Campo Imperatore, già altamente inquinate, sfruttando una sentenza della Corte di Giustizia Europea che prevede appunto il declassamento delle stesse se si dimostrano situazioni particolari.
"Sottoporre il Piano a Valutazione ci ha permesso d'attualizzarlo", ha detto Nicoletti. "In questo senso, va chiarito che l'Unione Europea ha finanziato per 3 miliardi le aree Sic e Zps, un investimento su cui stiamo lavorando, da tempo, col progetto Praterie. Sfatiamo un po' di miti, però", ha aggiunto. "La storia che i Sic siano vincoli inalienabili, è inventata: se è successo fino ad ora, è perché non c'è mai stata programmazione. In realtà, l'Unione Europea prevede che si possa andare in deroga, in queste aree, per esigenze particolari e interessi pubblici rilevanti, per valori legati alla vita dei cittadini, alla salute e alla sicurezza, per politiche fondamentali, per attività economiche su obiettivi specifici di servizi".
E comunque, ha aggiunto il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, "sono fatti salvi i progetti speciali territoriali, Scindarella e Prati di Tivo per intendersi, che erano già stati acquisiti nel Piano del Parco del 2004 e su cui non si tornerà indietro".
Approvato il Piano del Parco, "daremo un'accellerata al rilancio turistico dell'intero comprensorio - ha ribadito il sindaco Massimo Cialente - da Campotosto e sino alle altre aree del Gran Sasso". Si procederà, poi, con il regolamento del Parco, la vera e propria legge del territorio, che potrà istruirsi solo a strumento approvato.
Intanto, si sta lavorando sugli investimenti attesi. "Stiamo impegnando i 15 milioni di euro già in cassa", ha detto Cialente, "visto che il Governo ci ha detto, chiaramente, che i restanti milioni arriveranno soltanto dimostrando di sapere spendere". Dunque, "sono stati aggiudicati i lavori per il restauro dell'Ostello che dovrebbero concludersi nella primavera 2017. Inoltre, si sta redigendo il progetto dei sottoservizi da Fonte Cerreto a Campo Imperatore con i tempi imposti dalle opere pubbliche, e verranno garantiti 3 milioni per il progetto di restauro dell'Alberto che domina la piana". Con i tempi imposti dalle opere pubbliche, "si procederà ad un intervento straordinario all'Hotel Cristallo, alla ristrutturazione del parcheggio e del tunnel di collegamento tra funivia e albergo, alla realizzazione di uno snow park, di piste down hill e per mountain bike, oltre ad un percorso di gran fondo in quota".
E il Centro turistico Gran Sasso, intanto, "si sta finalmente avvicinando ad un sostanziale pareggio di esercizio", ha proseguito il primo cittadino. "Se riusciremo a liquidare il mutuo contratto per la Scindarella, e stiamo cercando un accordo con la Banca, potremo riuscirci in tempi brevi". Ancora un anno fa, d'altra parte, la situazione economica del Ctgs era molto compromessa, ha ricordato l'amministratore unico Fulvio Giuliani. "In questi mesi, abbiamo avviato iniziative che hanno trovato una certa concretezza: l'apertura dell'osservatorio, le biciclette, il giardino alpino sono soltanto alcune delle attività che, rispetto all'anno passato, hanno permesso di raddoppiare, o quasi, gli incassi e le presenze".
"Stiamo facendo quanto promesso negli anni scorsi", ha quindi aggiunto Giovanni Lolli. "Forzature sulle procedure, non ne faremo più: con le Fontari, ci siamo rotti il grugno", ha riconosciuto. "Si doveva istruire il Piano del Parco, ci hanno costretto a sottoporlo a Vas e l'abbiamo fatto: così, procederemo in futuro, rispettando puntalmente le norme imposte per quel che riguarda la realizzazione degli impianti".
Gli impianti sono soltanto un problema, tra gli altri. "Primo, stiamo risolvendo il problema di accesso al Gran Sasso: per dire, a Prati di Tivo non ci si arrivava, ed ora la strada è riaperta. Abbiamo depositato in Provincia le risorse per il tratto Capitignano - Passo delle Capannelle. Inoltre, avevo assunto l'impegno di acquistare una turbina per consentire la pulizia invernale della strada che da Castel del Monte sale verso Campo Imperatore e, sul versante pescarese, che da Farindola arriva in quota: procederemo con una prossima delibera Cipe. Poi, abbiamo lavorato all'infrastrutturazione dei sentieri e, seguendo le norme, siamo stati costretti a chiedere autorizzazione provvisoria a 60 comuni e agli Usi civici, ad ottenere il nulla osta da Mibact e Soprintendenza, ad acquisire autorizzazione ambientale nel cratere e fuori cratere, persino un vincolo idrogeologico. Ora, abbiamo provveduto alla strutturazione dei sentieri di media e bassa quota: con la prossima programmazione, ci occuperemo di quelli d'altura. Inoltre, verranno destinati 5 milioni di euro ai rifugi, e altri 5 andranno a finanziare la pista ciclabile, cui abbiamo già destinato 1.5 milioni. Per non dire del bando turismo, con i 12 milioni destinati alle attività imprenditoriali: abbiamo ricevuto 253 domande per la prima linea di finanziamento e 100 per la seconda. A breve, istruiremo un altro bando, destinato, stavolta, anche alla città dell'Aquila".
Come a dire che gli impegni assunti si stanno, seppure a fatica, rispettando. C'è anche il capitolo della promozione della nostra montagna: "In primavera, arriveranno a L'Aquila 250 tour operator tedeschi e, per la prima volta, entreremo nei loro cataloghi. Inoltre, avremo un incontro a gennaio con il tour operator cinese Citrip, la più grande piattaforma digitale per la prenotazione di vacanze del Paese".
Progetti, promesse che si scontrano, tuttavia, con lo stato della nostra montagna che presenta ancora importanti criticità, nient'affatto risolte, che attengono piuttosto alla gestione quotidiana della montagna, più che ai grandi investimenti. "In tre anni, è cambiato poco o nulla", l'affondo di Roberto Parisse, dell'associazione Gran Sasso Anno Zero. "I sentieri sono ancora in stato d'abbandono, gli impianti versano in stato pietoso, e si può dire lo stesso delle strutture: inoltre, non vengono garantiti i pur minimi servizi richiesti dai turisti, dai bagni alla segnaletica stradale".
A dire che il problema, ancora, è la difficoltà di far correre insieme il difficile rilancio della nostra montagna, con i ritardi, gli intoppi burocratici e politici connessi, e l'attività dei piccoli imprenditori, degli operatori in quota che cercano di lavorare, ogni giorno, per garantire un futuro economico al territorio. Un nodo tutt'ancora da sciogliere.