Giovedì, 23 Febbraio 2017 14:42

Rifondazione comunista, appello alla 'sinistra': "L'Aquila sia città ribelle"

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Un appello alle forze di sinistra, a partiti e a movimenti civici affinché, dal basso, si possa costruire un'alternativa di governo credibile al Partito Democratico. E un messaggio ai democrat: in città, se il Pd "dovesse uscire dal Pd" - dovesse, cioé, assumere un volto diverso dal livello nazionale, dal partito di Renzi per intenderci - con l'accordo su alcuni programmatici, non verrebbe chiusa la porta ad una possibile alleanza.

L'hanno inviati stamane, in conferenza stampa, il capogruppo di Rifondazione comunista in Consiglio comunale Enrico Perilli e il segretario regionale Marco Fars; accanto a loro, Mauro Colaianni e Dario D'Alessandro, della segreteria cittadina e provinciale, oltre a Walter Rapattoni e Giovanni Pelini dei livelli regionali.

"In tutta Italia - ha spiegato Fars - stiamo portanto avanti il progetto di ricostruzione di un'alternativa al Pd e a qualsiasi ipotesi di governo neoliberista; applicando paradigmi della Prima Repubblica, potremmo dire che il partito di Renzi rappresenta, oggi, la destra liberale italiana".

Rifondazione comunista è dentro il percorso delle 'Città in Comune', un cammino fatto di movimenti civici e liste della sinistra alternativa, "con l'ispirazione delle Città Ribelli, come Napoli e Barcellona, dove la sinistra radicale sta governando, e sta governando in antitesi ai modelli imposti dal neoliberismo sfrenato. Vorremmo che anche L'Aquila diventasse una 'città ribelle' e siamo stupefatti dal tentennare dei compagni di Sinistra Italiana, ex Sel, che vivono tra l'altro una scissione dentro lo stesso tema, così come dei civici, e penso ad Appello per L'Aquila", sottolinea Fars. Che aggiunge: "Soltanto un percorso di costruzione dal basso può regalare un altro respiro alla città".

Non è questione di geometrie politiche, piuttosto di contenuti: "Le politiche del Pd stanno strangolando gli Enti locali, fare politica con loro significa abdicare alla centralità dell'Europa e delle politiche neoliberiste".

Certo, "se il Partito Democratico aquilano uscisse dal Pd" ironizza Fars, si potrebbe dialogare anche con loro.

E il capogruppo in Consiglio comunale Enrico Perilli, in realtà, riconosce - e sottolinea - la peculiarità del Partito Democratico aquilano; "anche in città, però, abbiamo assistito ad una degenerazione renziana: penso alla senatrice Stefania Pezzopane - per anni, interlocutrice delle forze di sinistra - che ha votato il Jobs Act, il primo dei peccati mortali, e la Riforma Costituzionale. In questi anni, siamo stati 'dentro' la coalizione di centrosinistra - aggiunge Perilli - ma nel frattempo, ai livelli nazionali, l'ascesa di Renzi ha modificato antropologicamente il Pd che, oramai, non può considerarsi più un partito classicamente di sinistra. Per fortuna, c'è stata la scissione".

Con quel partito, "è impensabile stringere alleanze" ribadisce il capogruppo di Rifondazione. Per farlo, per stringerla l'alleanza, servirebbe che - a livello locale - mostrasse un altro volto, "e il Pd avrebbe anche argomenti per farlo sul territorio", come a non chiudere la porta, appunto. E' chiaro che dipenderà, molto, anche dal candidato sindaco che uscirà dalle primarie di centrosinistra.

Ci sono alcuni punti programmatici, tuttavia, che Prc considera imprescindibili, oltre al 'rifiuto' di qualsiasi contributo economico possa provenire da imprenditori i gruppi di interesse; "il primo - spiega Perilli - la tutela dell'ambiente, che non è un capriccio bensì un valore profondo: va cambiato l'approccio che considera sviluppo lo sfruttamento delle risorse naturali. Sì al turismo, ovviamente, ma che sia sostenibile, come accaduto a Pescasseroli, con la valorizzazione e la conservazione della natura. In questo senso, la riperimetrazione dei Parchi - del Parco Gran Sasso e del Sirente Velino - è un altro peccato mortale", l'affondo di Perilli.

Poi, le infrastrutture: "I soldi per le opere inutili contemplate nel Masterplan, e penso al Ponte della Mausonia, devono essere investite per la messa in sicurezza del territorio, la vera priorità. Per questo, chiediamo le dimissioni di Antonio Marasco, capo dipartimento Anas in Abruzzo, che ha gestito milioni di euro favorendo la realizzazione di opere inutili, che hanno arricchito pochi a scapito di molti".

Altra questione dirimente è la ricostruzione delle frazioni: "Dobbiamo chiedere scusa, è innegabile che - anche per colpe non imputabili soltanto all'amministrazione - c'è un ritardo insopportabile che va sanato". E ancora l'Università: "C'è stato un calo impressionante di iscritti: certo, non possiamo essere un Ateneo da 40mila studenti, ma neanche dobbiamo accontentarci di meno di 15mila iscritti; il paradigma diffuso, può esserci qualità solo rinunciando alla quantità, va ribaltato".

La questione morale, infine: "Dentro il Comune, ci siamo battuti per la rotazione degli incarichi, in particolare dei dirigente; qualcosa è stato fatto, molto resta da fare". Sul punto, una mano è arrivata dal vice sindaco Nicola Trifuoggi: "E' stato un alleato importante, in questa battaglia; non è ancora chiaro il percorso politico che ha deciso di intraprendere, ma sarebbe importante avere anche lui come interlocutore", sottolinea Perilli.

Ultima modifica il Giovedì, 23 Febbraio 2017 14:55

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