Lunedì, 21 Agosto 2017 10:57

'RammendaMenti 2017': le opere di Nannicola accanto ai tappeti della tradizione abruzzese

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In un dialogo fatto di dissonanze e corrispondenze, RammendaMenti 2017 espone le opere dell'artista Sergio Nannicola accanto ai "tappeti" dell'antica tradizione tessile abruzzese: dal 19 agosto al 2 settembre, storie tessute, tramandate e ricucite di un popolo forte e gentile presso il Museo delle Capanne in Pietra di Villa Santa Lucia degli Abruzzi (Aq)

A pochi anni dall'inizio della ricostruzione dei centri storici all'interno del cratere sismico dell'aprile 2009, il senso di questo accostamento risiede nella volontà di rispondere al quesito dell'antropologo Antonello Ciccozzi, che si chiede se la nostra civiltà sia ancora in grado di rimarginare le sue ferite.

Da un lato Sergio Nannicola ci mostra nei Piatti del Cratere la pianta medievale della città. È una denuncia amara della speculazione, un avvertimento per la società civile, la testimonianza della grandezza passata e dell'evento nefasto, ma anche il progetto per la rinascita futura, la tenace volontà di resilienza, il dono genuino per la generazione futura. Dall'altro lato, come il dipinto su una ceramica, come la storia sulla pagina di un libro, i "tappeti" tessuti dalle nostre donne raccontano il mondo e gli umili che lo abitano e che cercano di comprendere la vita. Il loro è un racconto simbolico, da decifrare. Parla di donne che ricevevano in eredità da altre donne la sapienza di un mestiere e con esso un bagaglio di figure simboliche che arrivavano da lontano. Nella perpetuazione del lavoro, a loro volta, tramandavano i saperi ricevuti, con l'umiltà di chi comprende non tanto col pensiero ma col cuore. Quest'arte era il loro patrimonio, il loro posto nella società, il modo di far risuonare la loro voce discreta e saggia.

Questa saggezza appartiene alla terra d'Abruzzo, alle sue montagne che aspre e dure forgiano lo spirito dei suoi abitanti. Molto di questo rapporto ancestrale è stato strappato. RammendaMenti 2017 vuole essere un augurio per ricucire la ferita, ritrovare quel filo che lega gli abitanti allo spirito della loro terra e ripartire seguendo la trama e l'ordito della natura.

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