E' stata liberata ieri mattina la strada per Ofena (L'Aquila) ma nel borgo ai piedi del Gran Sasso aquilano Villa Santa Lucia degli Abruzzi (L'Aquila) la situazione è ancora disperata.
Nonostante il paese non sia più completamente isolato, la slavina causata dal terremoto su Monte Cappucciata, che incombe sulla parte alta del paese (borgata Randino), la nebbia fitta da giorni e i due metri di neve stanno sfiancando gli abitanti, poco più di un centinaio, di cui la stragrande maggioranza ultraottantenni.
Nei giorni scorsi il sindaco Paride Ciotti ha ordinato l'evacuazione degli abitazioni della parte alta del paese, mentre almeno fino al 10 febbraio gli uffici comunali, l'ufficio postale, l'ambulatorio medico e le attività aggregative dello Sporting Villa (la squadra del paese) sono state trasferite a Ofena. La slavina inoltre minaccia il bocciodromo comunale, dove dal 2009 si svolge anche la messa domenicale, a causa dei danni del terremoto di allora alla chiesa del paese.
Senza i servizi essenziali il paese di fatto sta morendo. Inoltre, considerando l'assenza di un alimentari a Ofena e la strada chiusa verso Castel del Monte (L'Aquila), per comprare viveri è necessario arrivare a Capestrano, a circa 20 chilometri.
Infine, come abbiamo raccontato ieri [leggi], ancora non è possibile quantificare gli eventuali danni causati dal terremoto alle abitazioni, ma già si registra la perdita di 14 mule, travolte dalla slavina su Monte Cappucciata, da parte di un allevatore della zona. Nell'area, ad ora, non sono arrivati soccorsi della Protezione Civile.