Stamane, il Consiglio comunale dell'Aquila ha bocciato la mozione sul masterplan per la riqualificazione dell'area dell'ex ospedale San Salvatore presentata dal capogruppo del Partito Democratico Stefano Palumbo: 16 i voti contrari della maggioranza di centrodestra, 11 favorevoli e 2 astenuti (le consigliere di maggioranza Maria Luisa Ianni e Elisabetta De Blasis).
La mozione impegnava il sindaco Pierluigi Biondi e la giunta comunale ad "assumere la delibera d'avvio delle procedure finalizzate alla sottoscrizione dell'accordo di programma" e a "portare all'approvazione del Consiglio comunale la delibera di ratifica preferibilmente entro il mese di ottobre 2017". Si chiedeva, inoltre, di "sottoscrivere preliminarmente, e nell'auspicato spazio di 30 giorni, un protocollo d'intesa tra il Comune, la Regione, l'Università, l'Arta e l'Asl, finalizzato a rendere chiari tutti gli impegni reciproci, i tempi e la necessità di trovare nel più breve tempo possibile una adeguata soluzione per la sede dell'Arta attraverso la ricostruzione in via prioritaria di quest'ultima in altro sedime da individuarsi per motivi d'urgenza in una delle aree già oggetto di valutazione (nell'ex clinica medica di viale Duca degli Abruzzi oppure nell'area dell'ex Psichiatrico di Collemaggio)".
D'altra parte, il sindaco dell'Aquila - partecipando alla presentazione dello studio di fattibilità redatto dall'Università degli Studi dell'Aquila - aveva sottolineato come il progetto toccasse "argomenti importanti, e nell'agenda dell'amministrazione; innanzitutto, il tema della riqualificazione urbana di una porzione di città importante, che non ha avuto, fino ad ora, collegamenti strategici con un disegno più ampio. Inoltre, la disponibilità di spazi secondo esigenze effettive: rischiamo di ritrovarci con tante strutture inutili, e invece manca una sala ampia per ospitare, ad esempio, convegni e congressi di rilievo. E ancora, il tema della fruibilità e della sostenibilità degli spazi stessi, oltre alla mobilità che non va affatto sottovalutata e su cui stiamo già iniziando a ragionare in termini complessivi".
Quello proposto da Univaq - aveva aggiunto Biondi - "è un percorso avviato, che mi auguro possa essere proficuo e che potrà dare risposte alla città: l'approccio è giusto, la collaborazione interisistuzionale sono convinto potrà dare un senso compiuto alla ricostruzione pubblica".
E dunque, come si spiega la bocciatura della mozione presentata da Palumbo? "La mozione è stata respinta - hanno spiegato i capigruppo di maggioranza - perché appaiono superate le problematiche poste alla base del documento". Sin dai primi giorni dopo l’insediamento, hanno aggiunto Roberto Jr Silveri, Giorgio De Matteis, Daniele Ferella, Daniele D'Angelo, Roberto Santangelo e Raffaele Daniele, "si sono svolti incontri e trattative che hanno coinvolto Comune, Asl, Arta e Università per formalizzare una proposta di riqualificazione dell’area di San Basilio. Ci preme ricordare, inoltre, che i tempi per il raggiungimento di un accordo non dipendono dal Comune, che sta svolgendo un ruolo di mediatore tra le parti, ma dai proprietari delle varie aree che, siamo certi, hanno a cuore che la questione si risolva in tempi brevi, onde poter iniziare il recupero di una zona strategica per la città ed il suo futuro".
Delusi e perplessi il capogruppo dem Stefano Palumbo e il consigliere comunale, nonché segretario cittadino dei democratici, Stefano Albano. "Innanzitutto per la città - hanno spiegato - perché si rischia di perdere una grande opportunità per riqualificare un’area del centro storico che potrebbe costituirsi come polo culturale strategico per L’Aquila che verrà, nell'ambito di un intervento su un'area più ampia che comprende il parco di viale della croce rossa (con parcheggio di 400 posti e collegamento meccanizzato fino a San Basilio) e il recupero delle mura urbiche. Bocciando questa mozione oggi di fatto la maggioranza rinuncia a dare consistenza amministrativa, atti e azioni, a un percorso che parte da lontano, e che necessita di un supporto di operatività da parte del Comune per potere accedere ai fondi Cipe".
È una parte di città che avrebbe l'opportunità di consolidare un ruolo acquisito negli anni, insistono i dem, "grazie anche al lavoro delle associazioni culturali giovanili che ad esempio da anni organizzano eventi in quello spazio nell'ambito della Perdonanza, una vocazione oramai acclarata che grazie a questo progetto potrebbe essere messa a frutto in maniera più strategica, con la coesistenza tra l'altro della nuova Casa dello studente, del Polo archivistico, della Facoltà di Lettere. Si rinuncia a questo?".
Nell’ambito della riqualificazione dell’area inoltre è inscritta la scelta e la questione della sede Arta: "qual è la posizione della maggioranza al riguardo, si vuole continuare a tergiversare oppure si può cominciare a fornire alla città e ai lavoratori una indicazione su quello che saranno le scelte future? Il sospetto, purtroppo, è che si propenda per la prima opzione". Esiste poi una ragione di preoccupazione che deriva dal significato politico del voto negativo di oggi, aggiungono Palumbo e Albano: "Riteniamo che oggi si siano manifestati con evidenza quelli che sono l’orientamento e il metodo di questa maggioranza e di questa Giunta comunale; davanti alla concreta possibilità di mettere in atto la tanto invocata collaborazione istituzionale, e di fronte a una proposta dell’opposizione che rappresenta evidentemente una opportunità per la città, si sceglie la strada della chiusura, una chiusura che è tutta politica, e che nasce evidentemente dal timore che il merito della concretizzazione del percorso di riqualificazione finisca a beneficio dell’opposizione. E’ evidente che di fronte a un atteggiamento e una impostazione di questo tipo, diventa non solo difficile la collaborazione ma persino vano il tentativo di ipotizzarla. Il Consiglio comunale è inteso come il luogo di pura e semplice ratifica delle scelte della Giunta, scelte che appaiono tutta orientate alla costruzione di un consenso immediato, sorretto da atti simbolici e da messaggi costruiti a misura di elettorato di riferimento. La volontà e la capacità di costruire atti amministrativi solidi, dal largo respiro e dagli effetti di lungo periodo, appaiono purtroppo delle chimere. L’Aquila ha bisogno di ben altro".
Lo studio di fattibilità redatto dall'Univaq
L'accordo di programma che il consigliere Stefano Palumbo chiedeva fosse sottoscritto e portato in tempi brevi all'approvazione del Consiglio comunale, attiene allo Studio di fattibilità per il progetto di un Polo Universitario a San Basilio, presentato dall'Università nel luglio scorso; una risposta significativa per un'ulteriore qualificazione del sistema universitario cittadino, con la creazione di un importante polo culturale a servizio dell'intera collettività cittadina e connatata, d'altra parte, da un importante significato simbolico. Se si considera l'ubicazione del complesso edilizio ex San Salvatore infatti, a ridosso del centro storico, è chiaro come l'intervento di riqualificazione possa rappresentare un volano in grado di innescare auspicate processualità virtuose.
Evidentemente, la proposta messa sul tavolo dall'Univaq dovrà trovare le naturali convergenze con il Comune dell'Aquila, con Regione Abruzzo, ed in particolare con Arta e Asl, oltre che con la Soprintendenza: si tratta di un'occasione importante, tuttavia, per immaginare la riqualificazione di un 'pezzo' importante di città. Il voto contrario del Consiglio comunale dell'Aquila ha il sapore di un mezzo passo indietro.
La proposta dello studio di fattibilità si inserisce in un'ipotesi d'intervento più ampio, che viene da lontano, frutto dell'approvazione da parte del Comune dell'Aquila, nel 2003, di un programma di riqualificazione urbana in variante al piano regolatore generale. In sostanza, con tale strumento urbanistico il Comune sanciva la variazione di destinazione d'uso degli edifici in esso ricompresi, da sanitaria a direzionale, universitaria e culturale. In questa cornice, si inquadra l'acquisizione dell'Università dell'ala vecchia dell'ex Ospedale San Salvatore: "l'accordo prevedeva che, terminato il recupero dell'ala che oggi ospita il dipartimento di Scienze Umane, il Cipe avrebbe finanziato l'acquisto dell'ala vecchia", ha spiegato Inverardi presentando il lavoro; dunque, "nel 2012, terminati i lavori, si è proceduto come da accordi; appena nominata Rettrice, abbiamo iniziato ad immaginare come riqualificare l'area: così, si è pensato di realizzare qui un polo bibliotecario che riunisse la Biblioteca Universitaria con la Salvatore Tommasi, delocalizzando anche l'Archivio di Stato per dare vita ad un polo documentale moderno, aperto 24 ore al giorno, una sorta di biblioteca 2.0, un luogo di fruizione pubblica gestito da più Istituzioni".
Inoltre, c'è già l'accordo con l'ADSU per localizzare a San Basilio la Casa dello Studente, realizzando, altresì, una mensa con annesso bar, ed un'aula ipogea sotto la piazza da 700-800 posti: "In centro storico, non abbiamo una sala ampia, capace di ospitare grandi eventi: sarebbe utile ai nostri scopi, e come struttura a servizio della città; considerato che già prima del terremoto, all'interno del Monastero di San Basilio, era stato realizzato un centro congressi importante, è chiaro come l'area potrebbe collegare insieme un numero di posti a sedere importante, ed in uno scenario unico per bellezza e pregio storico architettonico".
Ad entrare nel dettaglio dello studio di fattibilità è stato il responsabile scientifico Pierluigi De Berardinis, ingegnere e docente dell'Univaq, coadiuvato nel lavoro dall'architetta Carla Bartolomucci del Cnr, dal professore e ingegnere Francesco Giancola, e da quattro dottorande in ingegneria, Luisa Capannolo, Mariangela De Vita, Eleonora Laurini e Chiara Marchionni.
"In sintesi, lo studio si fonda sulla conoscenza del complesso edilizio esistente e sulla identificazione dei suoi valori, in parte scomparsi e in parte nascosti e obliterati da interventi successivi", ha speigato De Berardinis. "In questo modo, il complesso edilizio, recuperato tramite un progetto contemporaneo che non intende in alcun modo imitare l'antico, né sopprimerlo, potrà essere un luogo emblematico per la città e non soltanto un contenitore di nuove funzioni".
Così, sono stati individuati i valori da salvaguardare ed evidenziare e gli elementi incongrui che, nel tempo, hanno alterato le caratteristiche architettoniche del complesso.
Sfogliando lo studio di fattibilità, si evince che "a tutte le destinazioni previste all'interno dell'ex Ospedale sarà possibile accedere dal fronte principale dell'edificio che affaccia su Piazza Natali; il vuoto che ricalca la presenza dell'antica Chiesa del Guasto assolverà il ruolo di percorso centrale e di snodo dei vari servizi. Nell'ottica di preservare l'esistente senza stravolgerne la spazialità, si inserisce la scelta progettuale di adattare gli ambienti dell'antico nosocomio a funzioni che non richiedono spazi di grandi dimensioni, come le residenze studentesche e il centro di alta formazione destinato alla didattica. Per le funzioni che necessitano, invece, di spazi più ampi (biblioteca e Archivio di Stato) sono state previste nuove volumetrie aggiuntive, sia ipogee che in elevazione. Le prime consentono di mantenere la totale fruibilità degli spazi aperti e delle visuali attualmente ostruite; i volumi in elevazione, invece, sono stati studiati in forma, dimensione e posizione al fine di divenire elementi complementari, fisicamente e funzionalmente, alle strutture esistenti, che rimangono così inalterate nella loro identità e nelle caratteristiche tipologiche".
All'esterno dell'ex San Salvatore, la scelta è stata quella di restituire alla città "la fruibilità di Piazza San Basilio e l'affaccio sulle mura antiche, ripristinandone la presenza, seppure soltanto accennata da una gradonata. Un auditorium - sala conferenze, come detto, sorgerà al posto dell'edificio ex Arta che, da studio di fattibilità, verrebbe abbattuto e ricostruito altrove. La fruizione di questo ampio spazio pedonale all'aperto renderà il nuovo polo universitario completo e vivibile, con una piazza verde affacciata sulle mura che riconnetterà gli spazi delle attuali piazza Natali e piazza San Basilio".
Il progetto, inoltre, ha l'ambizione di riprendere ed evidenziare la traccia della viabilità storica, "introducendo un ingresso pedonale al nuovo polo da viale Duca degli Abruzzi, in corrispondenza dell'interruzione dell'antica via del Guasto; "da qui, viene ritrovata la percezione della piazza San Basilio con una visione diagonale, come avveniva in origine, e, in particolare, viene riproposto ed evidenziato il vuoto tra i due complessi storici, l'ex monastero di Sant'Agnese da un lato, e quello di San Basilio dall'altro", ha aggiunto De Bernardinis.
Facendo di conto, lo Studio prevede un polo bibliotecario di oltre 7mila metri quadri, per la Biblioteca universitaria riunita, la Biblioteca ex provinciale Salvatore Tommasi e l'Archivio di Stato; una Casa dello Studente da 100 posti letto, oltre alle strutture connesse, come la palestra; una mensa/bar da 250 posti a sedere e un auditorium di 700-800 posti.
Un progetto assolutamente ambizioso ma, come ha ribadito Inverardi, "è adesso il tempo per immaginare la riqualificazione dell'area, non ci saranno altre occasioni, in futuro". Il direttore generale dell'Università, Pietro Di Benedetto, ha aggiunto che, si dovesse trovare oppure no l'accordo con le altre Istituzioni coinvolte, comunque è già stata avanzata richiesta alla Struttura Tecnica di Missione del finanziamento prioritario del restauro dell'ex Ospedale, per un fabbisogno stimato di 40 milioni di euro, più 10, che rappresentano circa la metà dei fondi necessari all'Università per restaurare gli edifici di proprietà non ancora cantierizzati.
E' necessario, insomma, un concorso di volontà tra Istituzioni per rendere progetto lo Studio di fattibilità presentato stamane, ed una volontà politica chiara di Regione Abruzzo e del Comune dell'Aquila. "Abbiamo parlato con tutti - ha chiarito Inverardi - ora, con lo Studio realizzato, è il tempo di sederci intorno ad un tavolo con gli attori coinvolti e di ricucire l'area con la città in ricostruzione".
De Sanits (Idv-Cambiare insieme): "Troppe criticità su fondi e tempi di realizzazione"
"Un progetto complesso per la realizzazione di un Polo Universitario nella zona dell'ex Ospedale San Salvatore, a San Basilio, prevede di inglobare anche l'area su cui insiste oggi l'Agenzia regionale per la tutela ambientale, che verrebbe trasferita nella zona di Collemaggio. Si tratta di un intervento importante e strategico, dell'importo di circa 50 milioni di euro, promosso dall'Università, che prevede il coinvolgimento di Comune, Ateneo, Arta ed Asl e che muove le sue origini nel 2003, ma che finora si è incagliato nelle pastoie burocratiche e nelle incertezze finanziarie".
A dirlo è il consigliere comunale dell'Italia dei Valori, Lelio De Santis. "Questo masterplan è certamente utile alla città, ma presenta criticità significative ed incertezze su fondi e tempi di realizzazione, come è chiaramente emerso nella discussione odierna in Consiglio comunale sulla relativa mozione, presentata dal collega Stefano Palumbo. L'unica cosa certa è che l'Arta, che ha visto il progetto, con i relativi fondi, approvato per ricostruire la sede lì dov'era, dovrebbe,non si sa quando, trasferirsi nell'area di Collemaggio. E' vero che ci sarebbe stato anche l'assenso del direttore dell'Azienda, maturato però in questo quadro tutto indefinito".
De Santis sottolinea come sia "decisamente inopportuno impedire che l'Arta ricostruisca in breve tempo la sua sede, anche per non pregiudicare l'attuazione del Masterplan. In un momento in cui i commercianti sono allo stremo e tutti, compresi i sindaci Cialente prima e Biondi oggi, si dicono disponibili ad azioni per rivitalizzare il centro storico, non si capirebbe una posizione che va in tutt'altra direzione, impedendo che una struttura regionale, con diverse unità lavorative, possa riprendere le sue attività nel centro dell'Aquila. Nel frattempo si continua a pagare, dopo otto anni, un fitto di 83mila euro l'anno, come peraltro si pagano fitti per le sedi comunali di oltre un milione all'anno, con, oltretutto, il rischio di un accorpamento delle sede Arta dell'Aquila con quella di Teramo".
Il problema è antico ed i ritardi non sono certo imputabili all'attuale sindaco, riconosce il consigliere, "ma ritengo che ci sia il modo per rimediare e per impedire il trasferimento di una struttura pubblica dal centro storico. D'altra parte, questa città e, soprattutto, il suo centro hanno bisogno di risposte e di fatti concreti oggi. Domani potrebbe essere troppo tardi".