Dopo l'ennesimo incidente mortale nel quartiere San Francesco, a L'Aquila il dibattito su viabilità e servizi alla cittadinanza in genere si è giustamente intensificato.
Una delle critiche più ricorrenti tra i cittadini è che non ci sono sufficienti marciapiedi degni di questo nome. Basta dare un'occhiata in giro per verificarlo.
L'impressione è che, chi governa la città, pensi quasi esclusivamente alle autovetture e allo scorrimento veloce e molto meno ai pedoni. Figuriamoci i ciclisti.
E' quasi un miracolo, per esempio, che fino ad oggi non sia successo ancora niente di grave in via Ugo Piccinini, dove si vedono quotidianamente pedoni (molte anziane e anziani) schivare le macchine appena fuori dal nuovo mercato di Piazza D'Armi. Eppure, dopo aver scelto di collocare lì il mercato, sarebbe stato opportuno pensare subito ad un percorso pedonale decente per arrivarci e tornare a casa con la busta della spesa. Esiste, infatti, anche chi la macchina non ce l'ha.
E' vero che L'Aquila in questo momento è una lunga serie di lavori in corso che prende il nome di ricostruzione, e che dove ci sono lavori ci sono disagi. Tuttavia questo non può certo far prescindere dall' avere nella città, hic et nunc, percorsi pedonali, magari ciclabili, e altri servizi per la cittadinanza. Perché in definitiva è questo che dà la dignità ad un ammasso di case (agibili ed inagibili), esercizi commerciali, lavori in corso e strade, di essere chiamato "città".
La forte presenza di veicoli pesanti e cantieri aperti, dovrebbe altresì aumentare l'attenzione da parte dell'amministrazione per individuare percorsi pedonali sicuri e magari piacevoli.
Ad oggi, invece, L'Aquila sembra una delle città meno a misura d'uomo (e donna) d'Italia. Più che di smart cities, si dovrebbe iniziare a parlare di conferire un premio nobel alla cittadinanza, che, nonostante tutto, ha scelto di rimanere cittadina su questo territorio insostenibile.
"La sostenibilità non è un concetto che si introita così, dal nulla" afferma il consigliere d'opposizione Ettore Di Cesare. Di Cesare aveva sollecitato col suo gruppo di Appello per L'Aquila in sede di Commissione, la realizzazione di una pista ciclabile nel pianeggiante viale Corrado IV, senza essere ascoltato. "La sostenibilità è un concetto su cui basare tutte le scelte sulla ricostruzione ma a quest'ammministrazione, al di là delle belle parole, manca la cultura del servizio alla cittadinanza per farlo. Il fatto che viale Corrado IV si stia realizzando senza pista ciclabile è la dimostrazione di un pensiero autocentrico difficile da estirpare".
Effettivamente, l'opera più evidente che il Comune sta realizzando, sembra una specie di highway a quattro corsie con pochissimo spazio per i pedoni, proprio sul viale dove sembra essersi ricollocato il nuovo, temporaneo, centro della città.
E il pericolo non è solo per i pedoni. Per gli stessi automobilisti sarebbe opportuno, infatti, anche con i lavori ancora in corso, fare sulla carreggiata delle strisce gialle che delimitino le corsie in tutto l'anello di viale Corrado IV - via Beato Cesidio - via Ugo Piccini.
Non va meglio per quanto riguarda i mezzi pubblici: "Nelle altre città si scaricano facilmente applicazioni per smartphone per conoscere tragitti e orari dei bus o, tramite Gps collocati sui mezzi, alle fermate è possibile sapere dopo quanti minuti arriverà l'autobus", fa notare il consigliere Di Cesare. "Non dico di fare questo subito qui all'Aquila, ma sarebbe il caso di porre in modo chiaro sulle pensiline almeno quali linee passano e gli orari, come si faceva negli anni '50".