Conferenza stampa questa mattina a Pescara, presso la sede della Lega Navale Italiana, per la presentazione di "10 temi per un Abruzzo capace di futuro", un dossier elaborato dal WWF in occasione delle elezioni regionali del 10 febbraio prossimo.
"Il documento – ha spiegato il vice presidente del WWF Italia Dante Caserta – è stato inviato questa mattina, contestualmente alla presentazione al pubblico attraverso la conferenza stampa, ai quattro candidati presidenti ai quali chiediamo di farne tesoro. Soprattutto sarà utile per chi sarà scelto dai cittadini come nuovo Presidente per confrontarsi sulle scelte ambientali da attuare in regione".
Il testo si apre con una premessa di carattere generale nella quale si chiede ai candidati di riconoscere nei loro programmi la tutela ambientale quale superiore valore trasversale di cui tener conto nell'intera programmazione regionale; di impegnarsi nelle politiche di settore a perseguire i migliori standard ambientali, così come richiesto dalle norme comunitarie; di inserire nella contabilità pubblica indicatori di tipo ambientale che consentano di valutare anche il patrimonio naturale come componente non irrilevante della ricchezza delle comunità locali da non depauperare.
I dieci temi sviluppati nel dettaglio sono invece:
- Biodiversità;
- Aree protette e Rete Natura 2000;
- Tutela della fauna selvatica e attività venatoria;
- Governo del territorio: difesa del suolo e delle acque;
- Mobilità, politiche dei trasporti e delle infrastrutture;
- Valutazioni ambientali (VAS e VIA);
- Lotta ai cambiamenti climatici e piano di adattamento;
- Energia;
- Gestione dei rifiuti;
- Educazione per l'ambiente e per la sostenibilità.
Per ciascuno di essi il documento propone un inquadramento di carattere generale cui seguono le proposte di dettaglio del WWF. Sulla biodiversità, ad esempio, si chiede, tra l'altro, che la Regione si doti di un Piano di azione per la biodiversità e che individui e riconosca formalmente nelle norme e nella pianificazione ordinaria una "rete ecologica regionale", come già è stato fatto in altre Regioni (Umbria e Marche per citare le più vicine), che garantisca la continuità ecosistemica anche al di fuori delle aree protette e tuteli i frammenti naturali residuali anche nei contesti più antropizzati. Degli obiettivi per la conservazione della biodiversità si deve tener conto anche nel piano paesistico e in agricoltura. Nel settore agricolo vanno anzi incrementate tutte le misure che contribuiscono in modo positivo alla conservazione della biodiversità, eliminando o riducendo in modo significativo i sussidi alle misure inutili e dannose.
Nel tema che analizza le aree protette, tra le altre cose, non possono mancare un esplicito riferimento alla approvazione della nuova legge quadro regionale oltre alla necessità di restituire piena governance ai Parchi scegliendo le figure apicali non in base alle vicinanze politiche, ma in base alla competenza specifica sulla materia; al rilancio delle Riserve regionali attraverso una pianificazione gestionale a lungo termine e la certezza nei finanziamenti. Il WWF chiede anche che venga ripreso l'iter istitutivo per il Parco regionale Simbruini-Ernici che sarebbe di grande importanza anche per favorire il collegamento con le aree protette del Lazio e che la Regione prema per l'immediata istituzione del Parco nazionale della Costa Teatina, atteso ormai da due decenni.
Sul tema della difesa del suolo e delle acque, il WWF ricorda che negli anni '80 del secolo scorso la Regione Abruzzo fu insignita del "Premio Attila" proprio per aver distrutto i propri fiumi cementificandoli, deviandoli e distruggendone le sponde. Purtroppo la situazione oggi non è migliorata di molto. Secondo il rapporto ISPRA sul consumo del suolo 2018 l'Abruzzo, "regione verde d'Europa", ha 549 Kmq complessivamente artificializzati (pari al 5,08% del suo territorio) con un incremento annuo del 0,22% (dato nazionale: 0,23%). Nel litorale, dalla linea di costa entro i primi 300 metri, l'Abruzzo col 36,6% si colloca tra le regioni con la massima percentuale di suolo consumato mentre in collina ha addirittura il primato nazionale col 21,7%. Il WWF chiede che si concluda al più presto, ma garantendo partecipazione e confronto, l'approvazione del Piano di tutela delle acque e che insieme venga avviato un piano straordinario di risanamento dei corsi d'acqua che sono lontani dal raggiungere gli obiettivi di qualità fissati dalla normativa italiana e da quella europea. Fiumi, torrenti e fossi devono essere gestiti in quanto ecosistemi, evitando gli interventi di taglio a raso della vegetazione spondale che da un lato aumenta il rischio di piene e esondazioni, dall'altro annulla la capacità autodepurativa. Più che mai da evitare, ovviamente, nuove costruzioni a ridosso dei fiumi, a cominciare da quelle assurdamente già in progetto come gli ampliamenti nella zona di Megalò.
Non poteva ovviamente mancare un riferimento all'acquifero del Gran Sasso che rifornisce oltre la metà degli abruzzesi è a rischio a causa delle gallerie autostradali e dei Laboratori sotterranei di Fisica Nucleare. La Regione deve essere capace di imporre una messa in sicurezza definitiva consentendo anche alla società civile (a partire dall'Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso) di partecipare al processo decisionale.
Sulla Mobilità manca tuttora in Abruzzo il Piano Regionale dei Trasporti. Il WWF chiede che venga redatto basandosi una seria analisi delle domanda di mobilità e sulla necessità di superare lo squilibrio modale in favore della gomma attraverso la creazione di un sistema integrato dei trasporti e delle logistica. Un piano che abbia anche obiettivi ambientali espliciti in termini di: contenimento del consumo del suolo e della tutela del paesaggio, riduzione delle emissioni di CO2, riduzione del rumore. Tutto ciò anche attraverso il dare priorità all'ottimizzazione delle reti e delle opere esistenti a scapito alla realizzazione di nuove grandi opere.
Infine, tra i dieci punti c'è la fondamentale questione dei cambiamenti climatici. Il WWF sottolinea che l'Abruzzo è caratterizzato dalla più alta diversità climatica dell'Italia peninsulare, passando dal clima temperato-caldo della fascia costiera al temperato freddo dei maggiori rilievi appenninici, e che chiede accelerazione per Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PACC). Sinora la Regione ha approvato il Profilo Climatico e le Linee Guida a definizione del PACC (DGR 860/2018). È necessario ora predisporre il Piano nel più breve tempo possibile, rispettando, migliorando e aggiornando quanto già indicato nelle Linee Guida, al fine di evitare sprechi di risorse, pianificazioni insulse, tragedie e disagi. Il Piano per poter ottenere reali effetti positivi dovrà inoltre essere preordinato e condizionante rispetto a ogni programmazione regionale.