Nella primavera del 2015 alcuni studiosi dell'università di Georgetown e di quella dell'Aquila organizzarono nel giovanissimo Dipartimento di Scienze umane un convegno internazionale dal titolo 'Nascere rinascere ricominciare'. Immagini del nuovo inizio nella cultura italiana. Lo scopo era quello di studiare, a sei anni di distanza dal terremoto abruzzese, alcuni simboli di rinascita della nostra tradizione artistica. Oggi che quel convegno diventa un volume pubblicato dall'Una (L'Aquila University Press), l'occasione è venuta, nel decennale del sisma, per riflettere insieme, fuori da una cerchia specialistica, sugli aspetti culturali della ricostruzione aquilana.
La presentazione del libro si terrà giovedì 11 aprile alle ore 10 all'Aula Magna Alessandro Clementi Viale Nizza L'Aquila del Dipartimento di Scienze umane (viale Nizza). L'evento sarà solo l'innesco di una riflessione più ampia su quel che è accaduto, accade e soprattutto dovrebbe accadere per la rinascita culturale della nostra comunità.
A guidarci in questo che è insieme un racconto, un bilancio e un progetto abbiamo chiamato alcune personalità di alto profilo, capaci di collegare il quadro nazionale e internazionale con la storia locale del territorio. Nicola Lagioia, tra i maggiori scrittori italiani di oggi, introdurrà la giornata parlando della sua personale esperienza di lavoro culturale: intellettuale e romanziere, ma anche editore, giornalista e Direttore del Salone internazionale del Libro di Torino.
A seguire l'incontro fra quattro figure diverse per formazione, età e punto di vista, ma emerse tutte nell'Abruzzo di questi anni: la scrittrice Donatella Di Pietrantonio (Premio Campiello 2017 con L'Arminuta), il narratore e giornalista Valerio Valentini (Premio Campiello Opera Prima 2018 con Gli ottanta di Camporammaglia), Eugenio Coccia (Rettore del Gran Sasso Science Institute) e Paola Inverardi (Rettrice dell'Università dell'Aquila).
Immaginata nello spazio dell'accademia, la giornata si rivolge a tutti i docenti, gli studenti e a tutti i cittadini aquilani. Dieci anni dopo, è l'occasione per un confronto non celebrativo ma di approfondimento sul percorso dell'altra ricostruzione: quella della conoscenza, della cultura e del simbolo.