Il collettivo Fuori Genere protesta contro la presenza al festival della comunicazione Controsenso, in programma questa settimana a Tagliacozzo (AQ), del senatore leghista Simone Pillon. Pillon, fervente cattolico, è autore di una contestata proposta di legge di riforma del diritto di famiglia.
La nota di Fuori Genere
Apprendiamo con sdegno dell'ennesimo episodio volto a riscrivere e manipolare l'informazione pubblica su argomenti che riguardano tutte e tutti ma in particolar modo le donne: leggiamo stupite il titolo con cui il Festival "Contro Senso", giunto alla sua VII edizione, presenta a Tagliacozzo il 6 giugno alle ore 12:15 l'ospite leghista dalle ormai note posizioni oltranziste e medievali.
Il titolo cita: "Il diritto alla libertà di pensiero e di parola: il caso Pillon".
A voler pensare male vediamo questo incontro come uno strumento, neanche tanto velato, con cui si cerca di ribaltare la situazione reale e si consegna ad una platea attenta di giovani giornaliste e giornalisti un dibattito fallace e fallato in partenza.
A voler pensar bene, invece, rimaniamo sfornite di argomenti validi che possano giustificare un taglio così limitante riguardante Pillon, il cui caso non è certo quello di essere un inerme cittadino al quale viene sistematicamente tolta la libertà di espressione, di parola e di pensiero.
Si parla, al contrario, di un senatore che ha contribuito a scrivere un disegno di legge scandaloso sotto tantissimi punti di vista e che ha beneficiato di tempi, spazi e sedi ufficiali per presentarlo e discuterlo.
Un disegno di legge che ha scatenato la rabbia e l'indignazione di tutte noi in quanto ad una lettura attenta e meticolosa esprime tutto il conservatorismo e le posizioni più estreme e lesive dell'autodeterminazione delle donne.
Allora ci chiediamo: qual è il nesso tra la libertà di pensiero e parola e le azioni contro la vita e il corpo delle donne di cui Pillon e la sua comitiva di ultraconservatori si sono fatti portatori? Noi facciamo fatica a capirlo.
Riteniamo questo incontro un'occasione sprecata: un dibattito non fazioso sulla libertà di espressione sarebbe, infatti, assolutamente necessario in un momento in cui quest'ultima viene strumentalizzata ed utilizzata per legittimare posizioni lesive dei diritti fondamentali...ma date le premesse, crediamo proprio che quello del Festival Contro Senso non lo sarà.