Sabato, 15 Giugno 2019 12:14

"Venerdì in centro", buona (anche) la seconda: in tanti tra le strade e le piazze

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Buona (anche) la seconda. 

Se si sorvola sul nome, ci perdonerete se la chiameremo "venerdì in centro" piuttosto che "venerdì delle famiglie", non si può che riconoscere come l'iniziativa sperimentale voluta dall'amministrazione comunale, e in particolare dal vice sindaco Raffaele Daniele, stia decisamente funzionando. 

Anche ieri sera, il centro storico restituiva un colpo d'occhio magnifico: migliaia di persone hanno attraversato la città, godendo dell'estesa area pedonale, delle attività messe in campo dal basso, di musiche, giochi, parole e danze sullo sfondo delle vetrine dei negozi illuminate e di alcuni meravigliosi cortili lasciati aperti. 

Una iniziativa intelligente. 

Che ha un senso anche "culturale": se l'obiettivo è la pedonalizzazione del centro storico, ebbene i "venerdì in centro" stanno abituando la città all'idea di lasciare finalmente le automobili fuori dalle mura; non è semplice: d'altra parte, l'aquilano - sia detto bonariamente - pretenderebbe di arrivare con il mezzo privato fin sotto l'abitazione o davanti la vetrina del negozio, se interessato a fare acquisti. In una città che vuol definirsi moderna, smart, vocata al turismo e alla cultura non è accettabile che un centro storico così 'ricco' sia soffocato dalle automobili. 

Mancano i parcheggi, direte voi: è vero; anzi, sul punto l'amministrazione comunale è assolutamente indietro e ci vorranno anni per realizzare i parcheggi previsti a servizio del centro storico. Tuttavia, e qui sta un altro aspetto della vicenda, è anche tempo che ci si abitui a prendere i mezzi pubblici: di nuovo, la forza dei "venerdì in centro" sta in questo scatto culturale, assolutamente necessario. Un esperimento che, tuttavia, dovrà essere opportunamente accompagnato dall'amministrazione, con un servizio pubblico che sia finalmente efficiente ed efficace nel collegare la città estesa che ha avuto uno sviluppo urbanistico - meglio, edilizio - assolutamente disordinato. 

E poi, l'aver mobilitato artisti, associazioni, semplici cittadini, oltre che i commercianti, nell'immaginare iniziative dal basso capaci di animare le serate, ha l'ulteriore pregio di far comprendere, finalmente, che il centro storico troverà la sua vocazione non certo con i grandi eventi che, pure, sono stati e saranno ancora una spinta importante, in particolare 'verso l'esterno', ma con la riscoperta della pratica quotidiana della presenza che passa, anche e soprattutto, dall'abitudine a tornare nel cuore della città. Lo diceva lo storico Raffaele Colapietra, nei giorni scorsi: L'Aquila vive ogni giorno, e ha imparato a farlo senza che sia più necessario frequentare il centro storico che potrebbe anche non essere, oramai; il fatto è che c'è, ed anzi ha una straordinaria rilevanza comunitaria, sociale, culturale e persino economica: non possiamo correre il rischio di dimenticarcene, di abituarci all'idea che, in fondo, se ne possa fare a meno per le pratiche quotidiane. Sta lì il senso della comunità, è lì che si ritrova. 

Insomma, la strada tracciata è quella giusta.

Ora, serve che l'amministrazione non faccia dei "venerdì in centro" una furba coperta sotto cui nascondere i problemi ma, anzi, trovi forza nella sperimentazione per avere finalmente il coraggio di mettere in pratica le politiche che iniziative come questa necessariamente sottendono. Intanto, buona (anche) la seconda. 

 

Ultima modifica il Sabato, 15 Giugno 2019 12:57

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