Potrebbe chiudere il Convitto Nazionale, un’istituzione importante e qualificante della nostra città come il Convitto Nazionale. Se ne parla da tempo: per il mancato raggiungimento delle iscrizioni previste, infatti, il Convitto Nazionale rischia di non essere autorizzato a proseguire le attività.
Ad esprimere preoccupazione è la FLC Cgil che, nella piena consapevolezza dell’importanza per la città di ospitare un Convitto Nazionale, la cui storia risale agli inizi del ‘800, si dice indignata per il fatto che siano ancora una volta "numeri non più adeguati alla storia recente del nostro territorio, a decidere le sorti di un’istituzione della conoscenza".
"Ci indigna che questo avvenga nel più assoluto silenzio dei nostri amministratori che non comprendono la portata di quanto si sta perdendo tra mancata ricostruzione dell’edilizia scolastica, parametri numerici inadeguati e spopolamento", aggiunge il sindacato.
Il Convitto Nazionale, che insieme al Liceo Classico Cotugno è l’istituzione statale più antica della nostra città, fu tristemente coinvolto nei lutti del 6 aprile 2009 ed è attualmente dislocato in un musp, posto in una zona periferica distante e poco attrattiva della città.
"La perdita di iscritti verosimilmente risente di questa dislocazione non ottimale, in una periferia non ben servita dai trasporti pubblici e, in generale, assimilabile ad un dormitorio. Ma la perdita di iscritti risente anche della crisi profonda che investe il nostro territorio in termini di programmazione e di progettualità sociale e culturale. Un’istituzione scolastica come il Convitto Nazionale, mai come in questo momento, potrebbe svolgere un ruolo fondamentale e rappresentare una risposta significativa e qualitativamente alta alla necessità di benessere sociale, culturale e professionale del territorio".
Tra l'altro, presso il Convitto Nazionale Cotugno lavorano, con compiti ben precisi, integrati e orientati all’accoglienza e al benessere dei convittori, educatori, collaboratori scolastici, cuochi, infermieri, guardarobieri. La FLC CGIL guarda con preoccupazione alla perdita di posti in organico che un’eventuale chiusura del Convitto Nazionale inevitabilmente significherebbe. "Si tratterebbe di un ulteriore impoverimento dell’organico, soprattutto quello del personale ATA ampiamente coinvolto, che avverrebbe in assoluta controtendenza con la piattaforma nazionale della FLC CGIL che chiede l’attribuzione di più organico al fine di recuperare i posti di lavoro persi negli ultimi anni e di valorizzare il lavoro di figure professionali strategiche, investite sempre più da nuove complessità per le quali i parametri non sono più adeguati. Ricordiamo, inoltre, che il personale educativo è già da tempo in esubero provinciale e, se si perdessero anche i posti del Convitto Nazionale, aumenterebbe il numero di figure professionali a cui non si riesce a trovare una opportuna collocazione dal momento che in provincia dell’Aquila, oltre al Convitto Nazionale, l’unica altra istituzione scolastica in cui questa figura professionale agisce è l’istituto omnicomprensivo Panfilis-Di Rocco di Roccaraso che è stato appena sottodimensionato".
Il sindacato ha invitato dunque ad un impegno concreto e fattivo "affinché i parametri numerici che tanto incidono sulla stabilità delle istituzioni scolastiche siano rapportati alle reali esigenze culturali, sociali e lavorative del territorio e, in questo caso particolare, invitiamo a rivalutare la presenza del Convitto Nazionale Cotugno e della grande risorsa in termini di storia, di cultura, di lavoro, di memoria e di futuro che rappresenta".