Lunedì, 16 Settembre 2019 00:00

Abruzzo, 173.096 studenti tornano sui banchi: il saluto augurale di Marsilio

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Sono 173.096 gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado che stamane, 16 settembre 2019, data ufficiale stabilita dal calendario regionale, torneranno in aula. In realtà, diverse Istituzioni scolastiche del territorio regionale, in base all’autonomia, hanno stabilito di anticipare di qualche giorno la ripresa delle lezioni.

Sono 51.544 gli studenti della provincia di Chieti, 45.154 nella provincia di Pescara, 39.854 nella provincia di Teramo e 36.544 gli studenti della provincia aquilana. Rispetto al precedente anno scolastico è stata rilevata una contrazione di 1.639 alunni da cui è scaturita la riduzione di sole 7 classi.

A Chieti è stata registrata una diminuzione di 710 studenti, 319 all’Aquila, 312 a Pescara e 298 a Teramo. 

Alle studentesse e agli studenti è arrivato il saluto augurale del presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio.

"Ci siamo, lunedì mattina tornerà a suonare la campanella e vi troverà sui banchi di scuola", le sue parole. "Certo, ci sarà un pizzico di comprensibile malinconia per le vacanze ormai finite, ma anche l'eccitazione nel rivedere i compagni, quei compagni che per molti di noi rimarranno gli amici di una vita. Sarete più di 173mila, di ogni ordine e grado. Ad accogliervi ci saranno i dirigenti scolastici, il personale ausiliario e gli insegnanti, che un po' 'temete', ma la cui importanza nella vostra formazione di donne e uomini vi sarà ben chiara tra qualche lustro".

Alcuni di voi - aggiunge Marsilio - "avranno il privilegio di ospitare, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la cui presenza è motivo di orgoglio per tutti noi, un importante riconoscimento al modello di scuola resiliente che ha caratterizzato L'Aquila e che testimonia il rinnovato e concreto impegno di tutte le istituzioni, a dieci anni dal sisma che ha devastato il capoluogo di Regione, ad accelerare il processo di ricostruzione. Dieci anni di ordinaria precarietà che non vi hanno impedito di fare il vostro dovere, sottraendo qualcosa, semmai, al diritto di studiare in condizioni adeguate. Perché studiare è anche un diritto, difendetelo, rivendicatelo. Non fatelo (solo) per conseguire il titolo di studio, fatelo per voi stessi, per diventare persone migliori".

Lo studio richiede sacrificio perché la vita, là fuori, è sempre più difficile. "Allenate il vostro coraggio e qui mi rivolgo a chi ne ha più bisogno: a chi varca per la prima volta il portone e a chi si appresta a percorrere l'ultimo tratto che lo separa dalla vita reale. Se studierete con il giusto impegno e la necessaria costanza sarete preparati ad affrontare le avversità, le sfide e i cambiamenti. L'Italia ha bisogno di voi, ne ha bisogno più che mai". 

Ultima modifica il Lunedì, 16 Settembre 2019 00:00

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