Venerdì, 20 Settembre 2019 15:10

Riflessione sul decennale: il milione e 600 mila euro stanziato, gli eventi finanziati, i 700 mila euro che rischiamo di perdere col Festival degli Incontri. Cosa resta sul territorio?

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E’ il 20 settembre; oramai, mancano tre mesi alla fine dell’anno, tre mesi alla fine dell’anno del decennale.

Un anno che avrebbe dovuto raccontare la città e il territorio, dieci anni dopo; un anno per fare il punto sullo stato della ricostruzione, fisica certo, ma anche sociale ed economica, per tirare le somme, stilare un bilancio, interrogarsi su cosa non ha funzionato promuovendo e valorizzando, al contrario, le buone pratiche maturate sul territorio, per rafforzare l’idea dell’Aquila come città della conoscenza e della memoria.

Per farlo, erano disponibili 1 milione e 600 mila euro: una cifra importantissima, spalmata, di fatto, su 9 mesi, se è vero che si è previsto le celebrazioni prendessero il via il 6 aprile per concludersi il 31 dicembre prossimo; stiamo parlando di poco meno di 200 mila euro al mese, per intenderci.

Ebbene, a che punto siamo?

Un passo indietro.

Il 17 gennaio scorso, il Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Comune dell'Aquila hanno sottoscritto l'accordo per l'attuazione del programma di iniziative ed eventi culturali per il decennale; a firmare il documento sono stati l’allora Sottosegretario ai beni culturali Gianluca Vacca, che deteneva la delega alla ricostruzione e alla tutela del patrimonio culturale e paesaggistico colpito dagli eventi sismici, e il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi.

In quel documento è stata definita anche la copertura economica: un milione assicurato dal Mibac con l'ultima legge di Bilancio, circa 400mila euro di quota residua dei fondi ReStart assegnati al comune dell'Aquila e altri 170mila euro appostati dall'amministrazione del capoluogo abruzzese.

Per la realizzazione del programma del decennale è stato istituito un Comitato operativo, con funzione operativa e di indirizzo tecnico-scientifico, diretto dal dottor Giampiero Marchesi, ex responsabile della Struttura tecnica di missione presso Palazzo Chigi.

Del milione stanziato del Mibac, Vacca e Biondi hanno stabilito di destinare 300 mila al polo museale d’Abruzzo per la realizzazione del progetto “L’Aquila città d’arte”, presentato alla stampa il 26 marzo scorso; in sostanza, con i fondi assegnati il polo museale ha selezionato sedici giovani laureati cui è stata offerta un’esperienza lavorativa della durata di 6 mesi nell’ambito di programmi di accoglienza turistica; inoltre, è stata realizzata una mappa della città, disponibile dall’inizio di luglio al Munda e negli info point della città oltre che nelle strutture ricettive che ne hanno fatto richiesta, che fornisce l’esatta dimensione dell’Aquila a dieci anni dal sisma, indicando i monumenti principali, chiese, palazzi, fontane e musei. Infine, è stato realizzato un plastico della città, esposto al Munda, dal diametro di circa 2 metri, che riproduce l’assetto urbanistico intra moenia, morfologico e paesaggistico, riportando in scala i principali monumenti religiosi e civili in 3D.

Gli altri 700 mila euro, invece, sono stati destinati – di nuovo, per intesa tra Vacca e il sindaco dell’Aquila – al Festival Internazionale degli incontri, rassegna di respiro nazionale della durata di 4 giorni che avrebbe dovuto animare la città tra il 10 e il 13 ottobre prossimi. Per i motivi noti, il condizionale oramai è d’obbligo: anzi, c’è il serio rischio che i fondi vadano perduti.

Ma sul Festival torneremo più avanti: intanto, sia chiaro che, a gennaio 2019, l’allora Sottosegretario e il sindaco dell’Aquila si accordarono per realizzare un festival di 4 giorni con uno stanziamento di 700mila euro.

E i restanti 570mila euro? Il Comune dell’Aquila ha pubblicato un bando, “L’Aquila città della memoria e della conoscenza”, finanziato con 416 mila euro, stimolando così proposte culturali che avrebbero dato corpo al cartellone degli eventi. La graduatoria è stata resa pubblica il 3 aprile scorso: in realtà, la Commissione incaricata delle valutazioni – formata dalla segretaria generale del Comune Alessandra Macrí, da Giampiero Marchesi, Daniele Placidi del gabinetto del sindaco, Massimiliano d'Innocenzo indicato da Univaq e Roberta Antolini dei Laboratori nazionali del Gran Sasso - ha approvato progetti per 330 mila euro. In totale, i progetti ammessi a contributo sono stati 24 su un totale di 89 presentati.

Ad avere il finanziamento più consistente - 48 mila euro - è stata la gara podistica ‘L’Aquila città del mondo’ che si correrà il prossimo 27 ottobre; 22 mila euro sono andati all’Ordine degli Architetti per il progetto ‘Gli architetti illuminano la città’, altri 32 mila euro all’Ance per un convegno su ‘Fragilità e ricostruzione’, 10 mila e 500 euro all’associazione Aquila Eventi per il ‘Premio città dell’Aquila’, poco più di 16 mila euro al Centro studi celestiniani per il progetto ‘Sui passi di Celestino’, oltre 16 mila euro alla Fondazione Magna Carta del senatore Gaetano Quagliariello per il progetto ‘L’Aquila 10 anni dopo e oltre’, più di 31 mila euro alla associazione Onna onlus per il progetto ‘Onna 10 anni dopo’, 36 mila euro al Conservatorio per il progetto ‘La Memoria’ e così via, fino agli 800 euro riconosciuti al Centro sociale anziani di Torrione/San Francesco.

Ora, detto che è parso almeno inopportuno il finanziamento all’Ance e all’Ordine degli Architetti, considerato che parliamo di categorie ampiamente beneficiate dai proventi della ricostruzione, verrebbe da chiedersi che ricaduta ha avuto sul territorio l’organizzazione di un convegno di costruttori con la realizzazione di una pubblicazione in 420 copie. E vale così per gli altri progetti finanziati: in che modo hanno permesso e permetteranno alla città di fare memoria, di stimolare la vocazione alla conoscenza, di incoraggiare la riflessione sull’efficacia delle azioni intraprese e come opportunità per promuovere lo sviluppo socioeconomico del territorio, che erano gli obiettivi prefissati? In che modo gli eventi, finanziati con fondi pubblici, hanno coinvolto la cittadinanza in un processo di elaborazione condivisa di ciò che si è fatto e di ciò che si dovrà fare? Che filo rosso ha sotteso alla programmazione?

Ce lo chiediamo non volendo affatto ulteriori polemiche: tuttavia, fa storcere un poco il naso che il progetto che ha ottenuto il finanziamento più consistente sia una corsa podistica che, di certo, sarà partecipata e restituirà visibilità alla città ma che ci pare francamente lontana dagli obiettivi che le Istituzioni si erano poste nell’anno del decennale. D’altra parte, stiamo parlando di eventi che non lasceranno nulla sul territorio in termini di progettualità, di sviluppo futuro di dinamiche positive a livello economico, sociale e culturale. Eventi, appunto, di uno o più giorni, che resteranno fini a sé stessi.

Tra l’altro, agli 86 mila euro residui si sono aggiunte ulteriori economie – fino a 124 mila euro - che hanno permesso di ‘scorrere’ la graduatoria finanziando altri tre progetti presentati da Comuni dell’area del cratere – in particolare Acciano, Rocca di Cambio e Navelli - che, pur essendo stati valutati positivamente dalla Commissione, non erano stati finanziati, parzialmente o integralmente, per carenza di risorse.

Torniamo alla fetta di torta più consistente, i 700 mila euro assegnati al Festival Internazionale degli Incontri che, ne abbiamo scritto diffusamente su NewsTown, è finito al centro di una violenta polemica mediatica tra il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, la direttrice artistica Silvia Barbagallo e l’ideatrice Annalisa De Simone, presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo. In sostanza, mancano meno di tre settimane all’evento e, di fatto, il Festival può considerarsi saltato, stante il muro contro muro tra l’amministrazione e gli organizzatori. Tant’è vero che il primo cittadino ha inviato una lettera al neo ministro dei Beni culturali Dario Franceschini chiedendo che le risorse vengano rimodulate e gestite direttamente dal Comune dell’Aquila.

Lo ripetiamo: stiamo parlando di 700 mila euro sul milione e 600 mila stanziato per il decennale.

Ora, è davvero difficile a credersi che si possa addivenire a più miti consigli; d’altra parte, il sindaco dell’Aquila ha annunciato una interrogazione parlamentare che verrà depositata nei prossimi giorni da Fratelli d’Italia, “per fare chiarezza” le sue parole; dunque, il Festival Internazionale degli Incontri potrebbe davvero restare un progetto su carta; tuttavia, è impensabile che il Comune, in meno di tre mesi, possa mettere su un cartellone di eventi da 700 mila euro. A meno di non volerli sprecare, e sarebbe peccato mortale.

C’è da domandarsi, però, come si sia potuti arrivare a questo punto e chi assumerà su di sé la responsabilità di aver fatto perdere alla città 700 mila euro.

Che cosa sappiamo, ad oggi?

Come detto, a sottoscrivere l’accordo che destinava 700 mila euro ad un festival di 4 giorni sono stati il sottosegretario Gianluca Vacca e il sindaco Pierluigi Biondi. La firma è arrivata a gennaio, con i tempi lunghi della politica: d’altra parte, i fondi sono stati stanziati con Legge di Stabilità approvata alla fine del 2018. E qui, va chiarito che un festival nazionale dovrebbe avere una gestazione di almeno un anno e, più in generale, il Governo e le Istituzioni locali avrebbero dovuto muoversi per tempo così da assicurare un programma e le risorse per realizzarlo in tempi utili alle celebrazioni del decennale.

Tra l’altro, la direttrice artistica del Festival, Silvia Barbagallo, è stata nominata ad inizio di aprile: la presidente dell’associazione Minimondi, nota per aver ricoperto, tra le altre cose, l’incarico di capo del coordinamento esecutivo del festival della piccola e media editoria ‘Più libri più liberi’, ha risposto ad un bando pubblico istruito dal Ministero ed è stata scelta da una giuria composta da Daniele Perchiazzi (rappresentante Mibac), Enrico Storelli, Tullio Buzzelli, Ettore Pellegrino (presidente) e Giorgio Paravano. Ha avuto la meglio su altri 17 candidati, tra i quali c’erano anche nomi molto quotati come quelli di Federico Fiorenza (ex direttore artistico del Tsa), Michelangelo Lupone (compositore, ex docente del Conservatorio Casella dell’Aquila ora al Santa Cecilia) e il manager teatrale Aldo Allegrini.

Il suo compenso da 45 mila euro lordi è stato stabilito dal Ministero e, di fatto, è in linea con le prestazioni professionali di questo genere.

Sulla scelta di Barbagallo, e sul compenso previsto, nessuno ha avuto alcunché da eccepire.

Stante il progetto ideato da Annalisa De Simone, la direttrice artistica è stata dunque chiamata a ‘costruire’ un festival nazionale in sei mesi. A dire il vero, Barbagallo ha potuto iniziare a lavorare a pieno regime all’inizio di luglio; a dirlo è stato il sindaco Biondi, a margine della conferenza stampa in cui ha chiarito la sua posizione sul festival, spiegando che – sono parole sue – aveva “esplicitato chiaramente, per i noti problemi derivanti dalla mancata erogazione dei fondi per le minori entrate e le maggiori spese, che prima del 30 giugno, dell’approvazione cioè del bilancio di previsione del Comune dell’Aquila, non avremmo potuto iscrivere i 700mila euro in bilancio”. E ha aggiunto: “l’avvio delle attività e della programmazione dovevano essere subordinate all’iscrizione in bilancio delle somme”.

Non solo. Il primo cittadino ha ribadito che il Comitato operativo, diretto da Giampiero Marchesi, e così l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, soggetto attuatore del Festival, “si sono riuniti più volte facendo presente a Barbagallo di procedere celermente con la programmazione”.

Ora, sappiamo che il 31 luglio il Comitato operativo – in seno all’organismo c’è un delegato del sindaco, Daniele Placidi – ha approvato la bozza di programma e di bilancio preventivo; stante le difficoltà di organizzare un festival nazionale in poche settimane, ci pare di poter dire che la direttrice artistica abbia lavorato persino celermente. Lo ribadiamo: un festival da 700 mila euro, in realtà, meriterebbe almeno un anno di lavoro.

Detto questo: come mai il Comitato operativo non ha sollevato obiezioni al programma e al bilancio? E il delegato del sindaco, ha reso nota la bozza di programma al primo cittadino? Evidentemente no. Eppure, Biondi ha tenuto a chiarire come l’accordo sottoscritto con Vacca, all’articolo 2, prevedesse esplicitamente che le funzioni di indirizzo politico e strategico fossero esercitate dal Ministero e dal Comune dell’Aquila, e proprio attraverso il Comitato d’indirizzo. Se la bozza di programma non era in linea con gli indirizzi dati dall’amministrazione, come mai non si è intervenuti per tempo, al momento dell’approvazione?

E poi, è evidente che una bozza di programma debba essere approvata in via definitiva; ci chiediamo: il Comitato operativo e, per le sue competenze, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, soggetto attuatore, come mai non si sono mossi per accelerare sulla definizione del programma, attività necessaria per sbloccare i fondi che sono nelle casse comunali? Dal 31 luglio all’11 settembre scorso è trascorso un mese e mezzo: in che modo Comitato e Isa hanno fatto pressione affinché si procedesse celermente all’approvazione del programma definitivo? In via informale, o ci sono atti amministrativi? E come mai, stante il ritardo, non si è intervenuti coinvolgendo il sottosegretario Vacca e il sindaco Biondi?

Se il problema era il programma del festival, così come chiarito dal sindaco dell’Aquila che, pur avendo rigettato le accuse di censura, ha chiesto un cartellone maggiormente pluralista – in verità, andrebbero spiegate le prese di posizione di Giorgia Meloni e Marco Marsilio ma questo è un altro discorso – si sarebbe dovuto intervenire per tempo, sebbene, lo ricordiamo, la direttrice artistica sia stata selezionata a valle di una procedura pubblica istruita dal Ministero e, dunque, aveva la massima libertà di scelta stante le linee di indirizzo date, che pure, in linea generale, sono state rispettate se la bozza di programma è stata approvata dal Comitato che quegli stessi indirizzi ha fornito.

Al contrario, se il problema è la mancata prenotazione degli spazi per il festival, le richieste mai pervenute alla Curia e al Comune per l’occupazione del suolo pubblico e così via, la responsabilità è evidentemente della struttura organizzativa del Festival: tuttavia, e lo ripetiamo ancora, non capiamo che controllo abbia esercitato il soggetto attuatore dell’evento, l’Isa, che avrebbe dovuto accertarsi del corretto procedere del lavoro, stante anche le anticipazioni che pure sono state concesse - sebbene il Comune dell’Aquila non abbia ancora sbloccato i fondi - sul compenso pattuito con la direttrice artistica: se l’organizzazione era davvero in alto mare, e non abbiamo motivo di dubitarne, come mai si è proceduto con le anticipazioni? Ed ora, se il Comune dell’Aquila deciderà di non erogare i fondi, che ne sarà dei 10mila euro già riconosciuti alla direttrice artistica, e così delle altre spese sostenute?

Lo abbiamo già scritto: la sensazione è che le responsabilità siano enormi e diffuse; chiamano in causa il Comune dell’Aquila che, da accordo sottoscritto con il Mibac, avrebbe dovuto esercitare una funzione di indirizzo mai esercitata, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese che non ha esercitato il ruolo di soggetto attuatore e anche la direzione artistica del Festival che, ad un mese dall’inizio, non aveva ancora un programma definitivo approvato ed era in alto mare con l’organizzazione materiale della kermesse.

Il programma, sebbene non ancora approvato in via definitiva, è stato diffuso nei giorni scorsi da Annalisa De Simone, l’abbiamo svelato su newstown: oltre all’intervento di Isa con un suo concerto, e a quello di Saviano e Zerocalcare – ha chiarito l’ideatrice della kermesse - Susanna Tartaro di Fahrenheit RaiRadio3 sarebbe intervenuta chiedendo ai cittadini aquilani di raccontare le loro storie personali, il compositore inglese Michael Nyman sarebbe venuto a L’Aquila con una performance: Earthquakes, un’istallazione video e live sound; e ancora: Massimo Recalcati avrebbe portato una sua lectio-spettacolo, Caterina Caselli si era detta disponibile a intervenire insieme a Jovanotti e Negramaro, entrambi molto legati a L’Aquila. Poi: Nanni Moretti, Giulio Cavalli, il premio Campiello Donatella Di Pietrantonio, Concita De Gregorio, Gino Paoli, Fabrizio Bosso, J Ax, Nina Zilli, il vincitore di Sanremo Mahmood. Era prevista la presentazione in anteprima del progetto fotografico di Alessio Romenzi, Nascere nel 2009, che coinvolgeva in un set fotografico i giovani cittadini aquilani nati nel 2009, in collaborazione con il MAXXI L’Aquila e Contrasto. Una maratona di letture fatta da scrittori e scrittrici su brani inediti per L’Aquila sarebbe stata pubblicata in un audiolibro con tiratura nazionale a cura di Emons: avevano detto sì i premi Strega Walter Siti, Paolo Giordano e Melania Mazzucco, il premio Campiello Simona Vinci. E ancora: tanti attori avrebbero presenziato, come Fabrizio Gifuni, Lino Guanciale, Lucia Mascino, Ascanio Celestini, Laura Morante, Iaia Forte, Neri Marcorè. Altri nomi? Alessio Romenzi, Mario Scandale, Silvia Ballestra, Lorenzo Pavolini, Marco Damilano, Gregorio Botta, Marino Sinibaldi.

Può piacere o meno, ci domandiamo però: possiamo davvero permetterci di gettarlo in un cassetto, possiamo davvero rischiare di perdere 700mila euro che erano stati stanziati per il decennale? E i fondi spesi sin qui, il restante milione, ha ottenuto gli effetti sperati, ha colto gli obiettivi dati?

A questo punto, è la città che dovrebbe rispondere.

 

Ultima modifica il Domenica, 22 Settembre 2019 14:24

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