Sabato, 12 Ottobre 2019 00:02

Il mondo piange due grandi abruzzesi: addio a Ettore Spalletti e Cesare Manzo

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E' morto ieri a 79 anni, nella sua casa di Spoltore (Pescara), Ettore Spalletti, scultore e pittore di fama internazionale, maestro dell'arte concettuale, tra i più grandi artisti del novecento. Era nato nel 1940 nella vicina Cappelle sul Tavo.

Spalletti fa parte di quel gruppo di artisti italiani che, negli anni Settanta, scelse la pittura come strumento della propria ricerca artistica; si è dedicato a valorizzare il risalto del tono cromatico, indagato sia in pittura che in scultura, realizzando strutture in legno e marmo di forme minimali, dalla cui monocromia traspaiono una manualità pittorica, un colore intriso di materia e di luce in armonia con lo spazio circostante.

Un colore, tra tutti, è tra i più evocativi e carichi di significato nella pittura di Spalletti, l’azzurro, grande protagonista delle stanze dell’obitorio di Garches ristrutturate dall’artista nel 1996: qui gli azzurri avvolgono e ingentiliscono gli ambienti, rendendolo accogliente e trasformandolo in un luogo quasi sacrale.

Le opere di Spalletti sono state presentate a Documenta di Kassel (1982, 1992), alla Biennale di Venezia (1982, 1993, 1995, 1997) e in mostre personali a Parigi (Musée d'art moderne de la Ville de Paris, 1991), New York (Osmosis, S. R. Guggenheim Museum, 1993, con Haim Steinbach), Anversa (Museum van Hedendaages Kunst, 1995), Strasburgo (Salle des fêtes, Musée d'art moderne et contemporain, 1998-99), Napoli (Museo nazionale di Capodimonte, 1999), Leeds (Henry Moore Foundation, 2005).

Nel 2014 è stata realizzata la più completa retrospettiva dell'opera dell'artista, intitolata "Un giorno così bianco, così bianco", allestita in un circuito museale formato dal MAXXI di Roma, dalla GAM di Torino e dal Museo Madre di Napoli. Ogni sede ha approfondito un aspetto diverso della produzione dell'artista abruzzese presentando in tutto circa 70 opere, capaci di testimoniarne la ricchezza e la complessità dell'arte di Spalletti. A dominare nell'esposizione al MAXXI era il bianco assoluto dell'opera che dava il nome alla mostra: un cubo candido in cui si poteva entrare (non più di quattro persone per volta). Lì uno splendore abbagliante avvolgeva le tele leggermente scostate dalle pareti, a far vedere i margini dipinti di oro brillante. La dimostrazione che la pittura di Spalletti diventava solida e la luce teneva assieme il tutto.

Da aprile scorso al prossimo novembre una grande mostra dedicata a Spalletti - Ombre d'azur, transparence - è ospitata a Villa Paloma, nel Principato di Monaco, al Noveau Musée National de Monaco. 

Per la capacità di fondere e infondere la sua pittura negli spazi architettonici, nel 2017 la Facoltà di Architettura di Pescara ha conferito a Spalletti la Laurea Honoris Causa. “Non provo nemmeno a fare una lezione, non saprei farla”, ha commentato l’artista durante la cerimonia, per poi ricordare gli anni Settanta, quelli in cui “si viveva di poesia, musica, cinema e di passeggiate sul mare. Adesso, tornando a camminare sulla riva, davanti a questo dono meraviglioso che ci è stato dato, che riempie la città di qualcosa di speciale, ho pensato che forse sta succedendo qualcosa di straordinario: che nel futuro vivremo per dare, non per avere come sta accadendo adesso. Quando riusciremo a pensare alla nostra vita e al desiderio del dare, allora penso che le strade diventeranno dritte, i palazzi si allineeranno nel desiderio di costruire una via ospitale. Le colline si ammorbidiranno e scenderanno sul mare come delle poesie. Questo verde che aleggia sul mare un tempo ci restituiva qualcosa che ancora oggi mi porto dentro come desiderio. Non so dirvi di più”.

La notizia della scomparsa del pittore e scultore è arrivata a poche ore di distanza dalla morte dello storico gallerista di Pescara Cesare Manzo. Era il 1966 quando aprì la sua Galleria in via Galilei 24; una storia di 48 anni che ha attraversato i decenni e i cambiamenti culturali del panorama contemporaneo, introducendo in Italia figure importantissime come Boetti, Chia, Man Ray, Mattiacci, Montesano, Andy Warhol, Zorio e Pistoletto.

La storia di Cesare Manzo non è legata esclusivamente a Pescara: tra il 1980 e il 1985 ha avviato una galleria a Milano, mentre dal 2007 al 2011 è stato a Roma, nello spazio di vicolo del Governo Vecchio. Il suo nome, però, resta indelebilmente legato a Fuori Uso, evento nato proprio nella sua città nel 1990, fra i primi esperimenti di recupero creativo di spazi abbandonati, ex fabbriche, scuole, mercati, alberghi. L’ultima edizione si è svolta nel 2016 dopo quattro anni di assenza, con la collaborazione di circa 80 artisti provenienti da tutto il mondo.

Ultima modifica il Sabato, 12 Ottobre 2019 00:04

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