Si è riunito ieri il congresso provinciale di Arcigay: al Palazzetto dei Nobili, l'affollata assemblea ha condiviso una mozione unitaria nominando Patrizia Passi presidente; subentra all'uscente Leonardo Dongiovanni.
Oltre che espletare le pratiche statutarie, alla presenza del segretario generale Gabriele Piazzoni, lo scopo di Arcigay era di ricomporre una piattaforma provinciale intorno al tema dei diritti: una scelta premiata dalla partecipazione al congresso di associazioni, comitati, movimenti, sindacati, forze politiche e sociali del territorio; dalla Cgil ai sindacati della scuola e dell'università (Udu, Uds e Link), da Legambiente a ProNatura, dall'Arci al collettivo femminista Fuori Genere, da CaseMatte agli attivisti di Fridays for Future, passando per l'Anpi - era presente il segretario provinciale Fulvio Angelini - e i movimenti politici della sinistra giovanile, fino alle rappresentanze partitiche (sono intervenuti il segretario regionale del Pd Michele Fina, il segretario regionale di Art. 1 Fabio Ranieri, Enrico Perilli della segreteria regionale di Sinistra Italiana, Francesco Pezzuti di Potere al Popolo: in sala erano presenti anche il segretario del Pd Francesco Piacente e il consigliere comunale di Sulmona Fabio Pingue) e ai consiglieri comunali dell'Aquila che hanno accolto l'invito (Elisabetta Vicini, Paolo Romano, Stefano Palumbo e Giustino Masciocco), Arcigay ha avuto la forza, e il coraggio, di ritessere una rete territoriale di cui, oggi più che mai, si sente tremendamente il bisogno.
Ieri sera, gli attivisti del movimento Lgbtq+ hanno segnato una strada, un percorso possibile che, andando oltre le divisioni che in questi anni hanno sfibrato il mondo progressista, dimstra come sia necessario avviare un "processo di contaminazione, ascolto e confronto" per elaborare - è scritto nella mozione unitaria presentata da Quirino Crosta - "un pensiero politico al quale far corrispondere anche un’ulteriore organizzazione territoriale per essere in risonanza con esso". Ricominciando dalle parole, dal loro significato e dalla loro poesia: "ne abbiamo bisogno perché la contropropaganda di rimessa non tocca i cuori, ne abbiamo bisogno perché occorre trasmettere informazioni corrette per condurre azioni opportune, ne abbiamo bisogno per saper affrontare la crisi contemporanea".
Ecco il senso della mappa di comunità idealmente disegnata ieri - con dei post-it su una cartina della Regione - a rappresentare "uno spazio di democrazia e di esercizio democratico, generativo di un nuovo pensiero sociale e di soluzioni inedite ed innovative su temi complessi. Iniziamo con il mappare la nostra presenza sul territorio e presentiamoci attraverso la condivisione di un gruppo di valori che cotraddistingue ciascuna delle nostre realtà. Siamo partigiani che hanno scelto da che parte stare: dalla parte dei diritti. Iniziamo dunque col comporre un lessico comune", l'invito di Quirino Crosta.
Di seguito, la mozione unitaria presentata ieri.
Care compagne, Cari compagni, buona sera e grazie per aver raccolto il nostro invito.
Questa sera rinnoveremo le cariche del consiglio direttivo, così come previsto dallo statuto e dal regolamento nazionale. Secondo questa mozione, il circolo si articolerà su cinque aree omogenee: Aquilano, Marsica Carsolano, Valle Roveto, Valle Peligna, Alto Sangro. Per questo, piuttosto che restare rigidamente legati allo schema di un consiglio direttivo canonico, composto cioè da presidente, vice, segretario, tesoriere e alcuni consiglieri, questa mozione prevede la seguente struttura: Presidenza, una Vice presidenza per ogni area omogena, ad esclusione dell’area in cui vive la Presidenza, un* consiglier* per ciascuna area omogenea, segretario e tesoriere, nomine fiduciarie, scelti da Presidenza e vice, insieme ad altre figure con deleghe ad hoc, come ad esempio responsabile organizzativo, responsabile comunicazione ed altre.
Quella che vi stiamo presentando oggi è una mozione unitaria, che trova i soci e le socie concordemente orientat* nel sostenere Patrizia Passi come nuova Presidente del circolo Provinciale “Massimo Consoli”.
In questa mozione, inoltre, presentiamo l’idea di una piattaforma rivolta a cittadini, cittadine e associazioni che condividono un’occasione di confronto, di ascolto e di elaborazione sul tema dei diritti. Questo proposito per noi sarebbe realizzabile a condizione di poterlo condividere con voi, così come avete potuto leggere sull’invito. Organizziamoci per discutere dei diritti civili e sociali, organiziamoci per riconoscere anche quei nuovi diritti che emergono con assoluta urgenza dal dibattito contemporaneo. Ecco dunque il passaggio di concretizzazione.
Dall’idea al gesto grafico: disegniamo una mappa di comunità e attraverso di essa rappresentiamo uno spazio di democrazia e di esercizio democratico, generativo di un nuovo pensiero sociale e di soluzioni inedite ed innovative su temi complessi. Iniziamo con il mappare la nostra presenza sul territorio e presentiamoci attraverso la condivisione di un gruppo di valori che cotraddistingue ciascuna delle nostre realtà. Siamo partigiani che hanno scelto da che parte stare: dalla parte dei diritti. Iniziamo dunque col comporre un lessico comune.
Nel corso di questo processo di contaminazione, ascolto e confronto avremo modo di elaborare un pensiero politico al quale far corrispondere anche un’ulteriore organizzazione territoriale per essere in risonanza con esso. Ricominciamo dalle parole, dal loro significato e dalla loro poesia: ne abbiamo bisogno perché la contropropaganda di rimessa non tocca i cuori, ne abbiamo bisogno perché occorre trasmettere informazioni corrette per condurre azioni opportune, ne abbiamo bisogno per saper affrontare la crisi contemporanea.
E allora le prime parole che vi vogliamo raccontare, costituiscono il lessico della Nostra Crisi: Antigone, Cura, Differenza, Fascismo, Storia, Vulnerabilità.
Sebbene esista una legge degli uomini, esiste ancor prima quella non scritta dell’umanità, quella della cura; della cura di chi oggi è più vulnerabile. Raccontare la propria vulnerabilità senza nasconderla, senza vergognarsene, vuole dire prendersi cura di sé e poi, da questa condizione di partenza, potersi prendere cura anche delle vulnerabilità dell’altro.
Rinneghiamo nella nostra prospettiva associative e di vita l’apologia della forza, della verticalità e del maschilismo machista. Accogliamo invece il valore della differenza come valore e come cura dei valori. Siamo differenti oltre che vulnerabili perché siamo sempre portatori di qualcosa in più. Riconosciamo nella giustizia e nel diritto la dimensione umana che hanno e devono mantenere: la giustizia non deve essere vissuta ed esercitata secondo una logica risarcitoria o di rivalsa, quella del diritto all’odio come condizione esistenziale; il diritto non è predatorio né spazio di risentimento o esercizio di sopraffazione. Questo separa la democrazia dalla democratura, la libertà dal fascismo. Ed alla condanna del fascismo manifesto, si aggiunga anche quella del fascismo interiore, più subdolo, perché nascosto fra le pieghe della coscienza.
Scriviamo insieme un lessico comune per praticare il presente; con esso prendiamoci lo spazio di cui abbiamo bisogno per riconoscere e condividere nuovi diritti: prendiamo la parola e concquistiamoci il diritto di dare voce alla nostra storia.